Arrivano!

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Un inedito racconto di fantascienza a sfondo ambientale.

di Trantor l'alieno

 

 


Tutto cominciò quando Jack Seagate, direttore alla Nasa del Progetto Hubble, il primo telescopio ad essere mandato in orbita, notò in una foto della Nebulosa di Magellano, una leggera striscia bianca.
Dapprima pensò ad un errore umano - questi assistenti sono una croce, si disse - e diede ordine di rifare la foto.
Il giorno dopo, mentre stava quadrando la contabilità del Centro, gli venne portata con molto imbarazzo da John Riggins - il suo miglior assistente - la nuova foto della stessa zona che portava la stessa riga bianca, leggerissimamente spostata rispetto al giorno prima.
Mettendo le due foto affiancate sulla scrivania, il dottor Seagate si sentì gelare il sangue: non c'erano dubbi, qualcosa si stava avvicinando alla Terra in rotta di collisione. I calcoli forniti da John insieme alle foto non lasciavano dubbi in proposito.
Si girò per dirgli di rifarli ancora, ma John lo prevenne dicendo: "I conti li hanno rifatti tutti i componenti del team e danno sempre lo stesso risultato. Collisione".
ufo.jpg

Dietro a John erano entrati tutti gli altri, che lo guardavano senza parlare ma con un'espressione di sgomento dipinta sul viso.
Per due minuti buoni, ci fu un silenzio di tomba.
Poi Jack si riscosse: "Chi lo sa, oltre a noi?"
"Nessuno" disse John.
"Ok, per adesso avanti così, non parlatene a nessuno, nemmeno a casa. Pensate di farcela?"
Si guardarono tutti, poi Roscoe Slater, il matematico, disse: "Noi potremmo anche farcela a tacere, almeno penso, ma non se accorgerà qualcun altro? Ad esempio il VLT sul Cerro Paranal, in Cile? Non rischiamo di perdere l'avvistamento?"
Squillò il telefono. Jack rispose: "Sì?"
Poi deglutì: "Ok, falli entrare".
Cinque secondi dopo entrarono due tizi, capello corto e auricolare, che guardarono le persone nello studio, chiusero la porta e dissero: "Ok, signori siamo Fraser della CIA e Button del FBI, e sono sicuro che già sapete perché siamo qui".
Jack li guardò e disse: "Cioè?"
Button rispose: "Dottor Seagate, la prego, non c'è tempo da perdere, la notizia che qualcosa si sta avvicinando alla Terra dalla Nebulosa di Magellano ci è stata comunicata un'ora fa dal vostro Centro Ricerche e Osservazioni, per cui non è il caso di fare i giochetti.
Abbiamo bisogno che rispondiate ad alcune domande, lo volete fare o devo far venire qua il Presidente?"
Jack si accese una sigaretta, si sedette e disse: "Avanti con le domande"
Fraser disse: "Dobbiamo fargliele in privato, solo a lei"
Jack scosse la testa: "Niente da fare, questo è il mio team, garantisco io per loro. In ogni caso se volete una mano, non posso fare tutto da solo. Prendere o lasciare."
I due si guardarono: "Ok, dottore, ma si ricordi che garantisce lei"
"Va bene, andiamo avanti"
Button si sedette e disse: "Che cos'e' quella roba?" disse indicando le foto sulla scrivania.
"Piacerebbe saperlo anche a me".
"Perché non fa qualcosa per scoprirlo?"
"Se vi levate dai piedi e ci lasciate lavorare, volentieri. - rispose Jack duro - Le foto sono arrivate sul mio tavolo cinque minuti fa. Chiedetelo agli altri, se non mi credete."
Silenzio.
"Ok, le crediamo. Ipotesi a caldo?"
"Nessuna. Può essere un asteroide oppure...." guardò lontano.
"Oppure?" disse quasi supplichevole Button
Jack lo guardò: "Oppure un'astronave"

"Jack, mi spieghi una cosa?"
"Dimmi"
John Riggins sogghignò: "Perché hai detto a quei due dell'astronave? Che cosa pensi di averci guadagnato?"
"Non voglio che mettano il naso nel nostro lavoro e pensino che solo perché hanno distintivo e auricolare tutti debbano correre per loro. Diavolo, corriamo per l'umanità intera, questa volta, e voglio meno interferenze possibili da quegli ambienti."
"Non c'è rischio che chiedano ad altri di fare questo lavoro?"
"Certo, ma poi torneranno da noi. Come sai, siamo gli unici a potergli dare quello che vogliono".
"Certo, il più grande telescopio in orbita."
"Già, e poi..." si interruppe
"E poi?"
Jack guardò il giovane assistente dritto negli occhi.
"Posso contare sul tuo silenzio?"
"Diamine, Jack, lo sai"
"Allora chiudi la porta"
Si sedette e accese una sigaretta.
"John, ti ricordi quelle interferenze radio dell'altra settimana?"
"Certo."
"Siete riusciti a trovare una spiegazione?"
"Beh... spiegazione è un po' troppo. Diciamo che è assai probabile..."
Si interruppe - "Ma non vuoi mica dire..." John si alzò.
"Non lo dico, ma lo sospetto. Venivano dalla stessa direzione da cui spunta questa roba e tu stesso mi hai detto che sembravano quasi segnali radio artificiali."
"Ma.. ma.. io scherzavo!" John spalancò gli occhi a palla.
Jack sbuffò soddisfatto una nuvola di fumo.
"Beh, loro no. Caro John, ho la sensazione che stiamo per ricevere visite."

"Ascolta, Jack, sii ragionevole. Come è possibile che sia un'astronave l'oggetto che distinguiamo con il telescopio, sia pure il più potente del mondo. Dovrebbe essere grossa come... come un asteroide, almeno."
"E allora ? Dove sta il problema? John, se stanno arrivando esseri da un altro mondo, per quello che ne sappiamo noi, possono arrivare con una carrozza di Luigi XIV.
Non capisci che qui non valgono più un sacco di cose che abbiamo sempre pensato. Inoltre..." Bussarono alla porta
Entrò Ray Brandon, il radioastronomo.
"Ecco i risultati, capo"
"E allora?"
"Proprio come pensava lei. I segnali radio si sono intensificati e..."
"Vengono proprio dalla zona dell'asteroide" concluse Jack
"Già - disse Ray, un po' agitato - e adesso che si fa, capo?"
"Avete provato ad ascoltare questi segnali?"
"Sì, ma non si sente ancora niente di significativo. Sono segnali strani, però"
"Perché?"
Ray scosse il capo. "Sembrano come quando il cellulare non prende bene e si sente a scatti."
"Uhm... descrizione non troppo scientifica, ma piuttosto efficace. Niente a che vedere, dunque, con il rumore interstellare?"
"Direi proprio di no. Anzi..." titubò un poco "mi è sembrato nella confusione del segnale di sentire una parola... ma non potrei giurarlo."
John chiese: "Che parola?"
Il radioastronomo lo guardò: "La parola terra"

I due uomini di CIA e FBI piombarono in ufficio da Jack e senza preamboli dissero: "Dottore, cos'è questa storia dell'astronave?"
Jack li fulminò: "Tanto per cominciare, qui dentro prima di entrare si bussa e questo vale soprattutto per gli estranei a questo Centro"
I due lo guardarono con odio, ma non risposero.
"Secondariamente, la storia dell'astronave non è una storia"
I due si guardarono. "Prego?"
Jack si seccò: "Siete sordi? Ho detto che quella roba che arriva dallo spazio è proprio un'astronave con tanto di esseri a bordo"
Lo shock si dipinse sul volto dei due governativi.
"Ma... ma non è possibile!"
Jack sogghignò: "No, eh?"
E accese un registratore.
"Uomini della Terra - disse una voce - sono gli uomini di Arturo che vi parlano. Veniamo in pace, ripeto, veniamo in pace e siamo qui per conoscervi. Non temete, non ci sarà nessuna collisione, entreremo in orbita attorno al vostro satellite e verremo sul vostro pianeta con le nostre navette."
Bussarono alla porta.
"Avanti" disse Jack
Entrarono due tizi che puzzavano di governativo lontano un chilometro. Uno di loro squadrò Jack e gli disse: " È lei il dottor Seagate?"
"Sì"
Senza dire altro, fece un cenno a qualcuno dietro la porta ed entrò il Presidente degli Stati Uniti, Roger Stanton.
"Salve, Jack. Come va? Da quanto tempo non ci si vede." Si strinsero la mano
"Tu non mi vedi da qualche anno - disse Jack sorridendo - io ti vedo tutti i giorni in televisione"
Anche il Presidente sorrise: "Ma ci siamo tenuti in contatto lo stesso"
"Già"

Intanto gli uomini della Cia e dell'FBI, passato lo sbigottimento, infilarono la porta senza fiatare, imitati da quelli della Guardia Presidenziale.
"Ti è sempre piaciuto fare lo smargiasso, eh?" gli disse Jack, indicando i due che se la filavano
"E a te è sempre piaciuto fare il rivoluzionario, eh?"
"Già, e adesso tu sei Presidente e io scienziato"
"Se non faccio il bullo adesso, quando lo posso fare?"
"Idem per me"
Un attimo di silenzio, in cui i due uomini si scrutarono a vicenda sorridendo.
"Allora, Jack, cos'e' questa storia? Ho voluto venire io per capire bene senza intermediari"
"E hai fatto bene ! Se non la gestiamo nel modo giusto, questa storia rischia di ribaltare il nostro mondo"
"E qual'e' il modo giusto?"
"Il modo giusto è quello di prendere noi l'iniziativa e di gestirla come fosse una campagna pubblicitaria. Per la prima volta nella storia dell'uomo, arrivano i marziani, che a quanto pare sono uomini come noi."
"Come fai a dirlo?"
"Intanto perché lo hanno detto loro. "Uomini di Arturo" hai sentito il messaggio no?"
"Certo, ma sarà vero?"
"Perché mentirci? Se volevano avvicinarsi senza farsi notare bastava che continuassero a fare l'asteroide senza mettersi in rotta di collisione, non ti pare?"
"Già, anche questo è vero. Ma come è possibile che siano uomini?"
"Beh, l'evoluzione non è solo un patrimonio del nostro pianeta. Può benissimo esserci stata un'evoluzione parallela quasi identica su un altro pianeta. E' solo questione di possibilità"
"Cosa dobbiamo fare secondo te?"
"Secondo me, bisogna dare l'informazione nei modi giusti."
"Non si può non darla?"
"Per l'amor di Dio, Roger, sveglia, cerca di pensare con la tua testa e non con quella dei membri del tuo staff! Tra qualche tempo, chiunque abbia un telescopio sul tetto di casa vedrà un punto luminoso che si avvicina e cosa penserà? Che arriva Babbo Natale?"
"Uhmm... e allora cosa proponi"
"Propongo di fare sentire il messaggio alla televisione, ma dicendo prima cosa vogliamo fare noi. In questo modo otteniamo due risultati: non nascondiamo una notizia così grossa, che comunque prima o poi trapelerà, dando il via ad un panico incontrollato; secondo, facciamo vedere ai tuoi elettori che siamo noi a gestire la faccenda e non siamo in balia di questi arturiani."
"Va bene, ma noi cosa vogliamo fare, Jack?"
"Noi vogliamo saperne di più, Roger. E ti suggerirei, prima di farti venire l'idea di far atterrare gli alieni nel giardino della Casa Bianca, di incontrarli in campo neutro."
"E dove, sulla Luna?"
"Bravo, Roger, ci hai azzeccato, proprio sulla Luna. A Moon 2"
"Ma Moon 2 è una base internazionale, non americana"
"Certo, ma a maggioranza americana. Cosa dirai all'Onu, che questa vicenda è competenza solo e soltanto degli Stati Uniti d'America? Vuoi che ti tirino i pomodori?"

Il Presidente tacque un momento.
Poi disse:"Tu parli di panico incontrollato, ma se questi continuano a mandare messaggi in inglese, prima o poi non si scatenerà il panico ugualmente?"
"Certo, ma questo non succederà."
"E come fai a saperlo, Jack?" disse il Presidente abbassando la voce
"Perché ho parlato loro, Roger e ci siamo messi d'accordo di sospendere i messaggi"
Al Presidente quasi venne un colpo.
"Cosa?? Tu gli hai parlato.... senza prima dirmelo."
Jack si mise a ridere: "Roger, risiediti e calmati se no ti viene un infarto. Certo che gli ho parlato. C'ero io lì, in quel momento. Cosa dovevo dirgli? Che avevo mal di gola?"
"E... e cosa gli hai detto d'altro?"
"Niente, ho consigliato loro, se davvero vengono in pace, di tacere con la radio per evitare disastri qui. E poi che dovevo parlare con i miei capi e che ci risentivamo. Il secondo dopo ho telefonato alla Casa Bianca"
"Ma questi come fanno a sapere l'inglese?"
"Hanno ascoltato le nostre trasmissioni e difatti sanno anche alcune delle altre lingue"
"Mmm... ok, devo dire che hai agito bene. Jack, che ne diresti di un posto alla Casa Bianca? Magari come Segretario di Stato?" disse sorridendo il Presidente.
"Scherzi? Il mio lavoro mi piace e non lo cambierei per nulla al mondo. E poi... ti immagini il Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America che parla al suo Presidente e al popolo americano come ho fatto io con te nell'ultimo quarto d'ora? Non resterei in carica nemmeno un'ora, i tuoi ti costringerebbero a cacciarmi e io non sono disposto a parlare diversamente. Per cui... ognuno a casa sua"
"Ok Jack, ma in questa faccenda ti voglio con me. Accetti?"
"A due condizioni, Roger"
"Avanti, spara"
"La prima che io risponda solo a te. Non voglio che qualche tuo astuto assistente, con 25 anni meno di me, mi dica come e cosa devo dire al Presidente. E la seconda è che io continui a seguire il mio lavoro. Non posso abbandonare i ragazzi qui, adesso che siamo in trincea"
"Ma se devi stare qui, come fai a venire a Moon2?"
"Non ho detto che devo stare qui sempre - sorrise Jack sornione - ma solo che non voglio salutarli e poi rivederli chissà quando. Va bene, Presidente?"
"Condizioni accettate. E adesso vieni con me, facciamo un summit con tutta la mia tribù, dove spiegherai le cose che hai detto a me"
"Fammi dare le consegne e arrivo. Qui si lavora" disse Jack alzando il telefono e strizzando l'occhio.

"... e non esito a dire che questo avvenimento segna uno dei più importanti passi per l'umanità. Grazie per la vostra attenzione".
Un nugolo di applausi sommerge le ultime parole di Stanton che scende dalla pedana e si avvicina alla delegazione americana.
"Bravo Presidente - disse Jack - è la prima volta che l'Assemblea Generale dell'ONU applaude così convinta un Presidente americano"
"Forse perché hanno fifa" sogghignò Stanton
"Forse. Problemi con le altre diplomazie?"
"I francesi avrebbero voluto essere più presenti, ma quando ho detto loro che oltre agli onori, dovevano accollarsi anche gli oneri, hanno cambiato parere. Gli altri ci hanno appoggiato"
"Una cosa gli alieni l'hanno ottenuta, comunque"
"E cioè?" Stanton guardò Jack.
"L'unità. Ci muoviamo come un sol uomo. È la prima che succede da quando l'uomo è sulla terra"
Stanton tacque. "In effetti non ci avevo pensato"
Jack disse: "I nostri scienziati continuano a parlare con gli arturiani in bassa frequenza, per evitare intercettazioni"
"Sì', me lo hai detto e allora?"
Jack sospirò: "E allora pare che questi abbiamo una tecnologia piuttosto progredita rispetto a noi, soprattutto per quanto riguarda l'ambiente. Il loro mondo non è inquinato come il nostro. Hanno fatto analisi spettrometriche della Terra (con metodi a noi sconosciuti) mentre si stanno avvicinando e ci hanno detto con qualche imbarazzo che siamo vicini alla catastrofe. Prevedono nei prossimi 50 anni cataclismi tali da ridurre di un terzo la popolazione del pianeta. Ci hanno anche offerto il loro aiuto, hanno detto che si può provare a riparare i danni"
"Sono proprio carini. E ti hanno detto cosa vogliono in cambio?"
"Vogliono visitare tutti i nostri musei" rise Jack
"Musei?"
"Già, sembra che la loro arte non sia all'altezza della nostra"
"Uhm... non mi convincono, questi alieni. Non ti nascondo che sono preoccupato"
"Anch'io, ma per la ragione opposta alla tua"
"E sarebbe?"
"Ho paura che questi arturiani dicano la verità"
"E dove sarebbe il problema?"
Jack lo guardò: "Il problema saremmo noi, Roger"


Tutta la delegazione ebbe un fremito quando un oggetto oblungo e velocissimo atterrò con grazia sulla pista della base Moon2.
"Eccoli che arrivano" sussurrò il presidente francese all'orecchio di Stanton. Dalla navetta si aprì una porta e scesero alcune figure indiscutibilmente umane, che si avviarono verso la cupola, aiutati dai tecnici della base.
"La rappresentazione comincia, Roger. - sussurrò Jack all'altro orecchio del Presidente - Vedi di non far figuracce, smargiasso."
"Tranquillo, rivoluzionario - sorrise sornione Stanton - le farò fare tutte a te"
"Zitto, stanno arrivando"
"Vado"
Stanton avanzò di un passo, stese la mano e disse: "A nome dell'umanità del pianeta Terra ed insieme alla delegazione presente qui oggi di tutti i Paesi del mondo, do a voi, uomini di Arturo, il mio più caloroso...”.

 

 

 

 

 

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