ANGOLA: vita quotidiana

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Riceviamo e pubblichiamo una lettera da Luanda, capitale dell’Angola. 

di Giada


Da circa un mese e mezzo vivo a Luanda, capitale dell’Angola e capoluogo della provincia di Luanda. Città vastissima che tenta disperatamente di emulare l’occidente generando così sempre più ricchezza per pochi eletti e miseria nera per la moltitudine!
Circa tre milioni di abitanti la maggior parte dei quali vive nella baixa, la città vecchia e disperata controllata dall’alto dalla cidade, la città nuova sede dei palazzi governativi e di quanti hanno in mano il potere. Classe politica... corrotta!

Chiulo, Angola. Pasqua 2007
Dopo l’indipendenza dal Portogallo (1975), subito la guerra civile, lo sfollamento delle persone dalla campagna verso una città che per quanto possa essere grande non é assolutamente in grado di far fronte ai bisogni primari di così tanta gente. Non c’è acqua e l’elettricità... ti accorgi quando arriva dalle urla di gioia della gente. Alcuni bairri (quartieri) sembrano dei gironi dell’inferno. Immondizia ovunque. Vi basti pensare che c’è un bairro che si chiama “Bairro de lixeria”, bairro dell’immondizia. Quando piove (e qui quando piove, PIOVE!!!), si allaga tutto. L’immondizia viene trasportata dai fiumiciattoli che si formano, i bambini ci giocano, la gente si lava e le malattie proliferano. In questo periodo ci sono stati diversi casi di febbre tifoide.
Io lavoro/abito nella sede del CUAMM (vedi box sotto): Av. Murtala Mohamed, 9 Ilha do Cabo (per chi volesse divertirsi a cercami con google earth). Il mio bairro si trova nella baixa, più precisamente nella “ilha”, un piccolo lembo di terra principalmente abitato da pescatori.
Dietro casa mia c’é il mercato del pesce. Uno dei più antichi di Luanda. Gli uomini vanno a pesca, le donne riempiono le bagnarole, se le caricano in testa e vanno a venderlo per le strade. Qui chiunque abbia qualcosa da vendere si carica una tinozza sulla testa (se è una donna!!!) o prende una cassettina e improvvisa una bancarella. A volte vedi bancarelle con sopra solo tre caramelle.
Accanto al mercato una specie di cantiere navale dove i pescatori costruiscono i gozzi in legno per andare a pescare.

Davanti casa, il mercatino della frutta e la scuola dei bambini. I bimbi sono meravigliosi e le loro voci argentine riempiono il bairro di allegria. La scuola non è abbastanza grande, quindi sono divisi in tre turni. Hanno tutti un grembiulino bianco, molti hanno solo quello. Alcuni hanno le scarpe, altri scalzi. A calcio giocano quasi tutti scalzi per non rovinare le scarpe (chi le ha). Le bambine/ragazze, le donne in genere, sono vanitosissime e sfoggiano pettinature con treccine e perline coloratissime.

La frutta e la verdura le compro in piazza dalle signore. I prezzi non sono bassissimi ma preferisco dare i soldi a loro piuttosto che all’intermarket (proprietà di un italiano, prezzi comunque alle stelle).
La verdura in particolare la compro sempre dalla stessa signora; ormai abbiamo fatto amicizia e ogni volta che vado non manca mai di regalarmi in più un pomodoro, un cetriolo. Per la frutta devo ancora aggiustare il tiro. Quella più bella la vende una ragazza che ha un concetto tutto suo del mercato...
- “Que costa um abacaxi” (quanto costa un’ananas?!)
- “300 Kw” (circa 3 euro).
- “Alla faccia! Ok, quero dois abacaxi” (vorrei due ananas)
- “700 Kw”
- “700 Kw”?!!!
Ora ditemi voi per quale legge del mercato un ananas costa 300 kw e 2 anans 700!!! Ce ne abbiamo messo per farle capire che non era propriamente giusta come equazione!! Comunque, al di là dei prezzi la frutta é buonissima e sto facendo grandi scorpacciate di papaya, mango e avogado.

Tonno, pasta, biscotti, succhi di frutta e scatolame vario li compro ad una “loja” qui vicino. Il pane alla panetteria, yogurt, latte, uova ed altro all’intermarket o alla loja del fresco. Proprio in quest’ultimo supermercato ho comprato uno yogurt che mi è costato molto caro. Ero con Ana, la moglie del mio “chefe” (“capo”: sarebbe il capo-Paese CUAMM, il mio referente qui in Angola), abbiamo visto questo yogurt in confezione da 4 vasetti tutti attaccati, 202 Kw (circa due euro). Vabbé, mi sono detta, non mi sembra tanto. Io ne prendo 2 confezioni da 4, Ana 1 da 4. Andiamo alla cassa, batte il mio scontrino... 16.160,00 Kw! “Ana, qui c’é qualcosa che non va...”: 202 Kw a yogurt!!! 8 yogurt mi sono costati 16 euro!!! Da svenimento...
Sappiate che quello yogurt é stato consumato molto lentamente e assaporato cucchiaino per cucchiaino.

 Nonostante il caldo africano (35-40 gradi con il 90% di umidità, insopportabile!), le abitudini alimentari sembrano da baita di montagna. La nostra cuoca prepara sempre “funji” (polenta con farina di manioca, molto buona) o riso alternati con spezzatino di carne o pesce fritto. Il tutto sempre ultra bollente. Già fa caldo, mangi anche cose pesanti e bollenti... la temperatura interna si alza alle stelle e se prima stavi sudando dopo pranzo è come se fossi uscito dalla doccia! I lavoratori angolani mi prendono in giro perché il mio pranzo si riduce a riso in bianco o funji senza sugo o in alternativa pesce - mai però tutto insieme - inconcepibile!!! Ho provato a spiegargli che mangio poco per via del caldo ma... niente, sono convinti che mangi poco per non diventare grassa, perché in Italia abbiamo tutti paura di diventare “mas gorda”!

Tornando a Luanda, purtroppo dal 2005 ad oggi la criminalità é molto aumentata. La disperazione di chi non ha nulla e soprattutto non ha nulla da perdere ha generato ondate di violenza e molta microcriminalità.
Da quando sono qui non sono mai uscita una volta da sola - donna bianca, bersaglio appetitoso. Fisicamente ancora non ti fanno nulla (così dicono), le aggressioni sono tutte a scopo di rapina. Molti colleghi del Cuamm hanno avuto brutte esperienze in merito. Quindi si va in giro con pochi soldi, senza oro o gingilli che possano attirare l’attenzione, cellulare nascosto e possibilmente fotocopia (e non originale) del passaporto. Mai a piedi la sera. Il nostro bairro é abbastanza tranquillo, il CUAMM é qui da anni. Sanno chi siamo e cosa facciamo. Con i vicini c’é un buon rapporto. Prendono acqua da noi e quando salta la corrente si attaccano al nostro generatore. Ci si aiuta a vicenda.

In macchina si gira sempre con la sicura inserita, il traffico é impressionante, capita di stare a lungo bloccati, facile che qualcuno possa aprirti lo sportello, tirati giù e rubarti la macchina.
In banca, il motorista mi fa scendere davanti alla porta dove c’é la guardia con il kalashnikov, entro, sbrigo le commissioni, chiamo il motorista - che nel frattempo é andato in giro perché non può sostare lì davanti e il parcheggio é utopia pura - aspetto di vederlo arrivare e solo allora posso uscire dalla banca.

“Medici con l’Africa Cuamm”
è un’organizzazione non governativa che si spende per il rispetto del diritto umano fondamentale alla salute e per rendere l’accesso ai servizi sanitari disponibile a tutti, anche ai gruppi più marginali delle popolazioni. Nata nel 1950 con lo scopo di formare medici per i Paesi in via di sviluppo con il nome Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici e missionari), negli anni ha scelto di operare particolarmente nel continente africano, da cui il nome “Medici con l’Africa”.
Attraverso una sede in Italia e 7 uffici di coordinamento nei paesi africani in cui opera (Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Tanzania, Uganda, Rwanda), Medici con l’Africa Cuamm è oggi presente sul campo con 56 progetti principali, molteplici interventi di supporto e 94 volontari.

www.mediciconlafrica.org

Poco distante dalla nostra casa c’é un locale sulla spiaggia, il “Tamariz” (proprietà di un portoghese). Le uniche due volte che sono andata al mare sono andata lì: la spiaggia é controllata, guardia con kalashnikov.
Le case dei ricchi, tutte con filo spinato e guardie con kalashnikov.
Insomma, abbondano le armi e vengono viste con normalità.

La città é un cantiere. Ovunque impalcature e lavori in corso - da tanti anni - ”engarafamento” (traffico) allucinante! È pieno di suv, land rover, hammer anche da 150.000 dollari (tenendo presente che chi arriva a prendere 200 dollari al mese é uno che guadagna bene...).

Ragazzi, interrompo qui. Appena posso, torno a scrivervi.
Vi abbraccio fortissimo
Estamos juntos

Giada

 

 

 

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