| Oggi si parla più di dialogo che di evangelizzazione: sono conciliabili? Sicuramente, perché l’evangelizzazione - annuncio del Vangelo - è dialogare con una persona, entrare in amicizia, impararne la lingua e proporle Cristo, non solo con la parola ma anche con la carità, con l’esempio. Da questo dialogo nasce la proposta, sempre nella libertà. Se dovesse dare una ricetta contro la povertà? Educazione! Quando in Italia discutiamo dei problemi dell’Africa, i discorsi sono sempre: debito estero, aiuti allo sviluppo, rapporti commerciali, multinazionali, vendita delle armi... Sono problemi autentici, ma la povertà deriva essenzialmente dalla mancanza di educazione, intesa come avviamento al mondo moderno che cambia, quindi tutto ciò che riguarda l’evoluzione di una popolazione, in campo economico, tecnico, umano. Per fare un esempio, sono appena stato in due Paesi musulmani - Senegal e Malì - e un Paese animista-cristiano, la Guinea Bissau. In tutti e tre i Paesi la donna è tenuta in una condizione di grossa inferiorità, perché la tradizione vuole che lavori, stia in casa, non studi… Perciò in tutti e tre i Paesi una proposta dei missionari, fin dall’inizio, è l’educazione della donna.
Madre Teresa sostiene che “la prima povertà dei poveri è di non conoscere Cristo”... Madre Teresa ha detto: “La vera disgrazia dell’India è di non conoscere Cristo”. Gesù Cristo entra nel cuore dell’uomo; l’umanizzazione dell’individuo nasce dal suo interno, attraverso l’educazione e i valori. Si pensi all’animismo in Africa, il culto degli antenati e degli spiriti: non si vedono, non si toccano però condizionano la vita della gente con il “malocchio”. Quando c’è una malattia non si chiede che tipo di malattia è, come curarla, ma chi ha fatto il malocchio che l’ha provocata. Il rimedio per la malattia è l’atto di magia: rivela l’individuo che ha fatto il malocchio. Queste credenze ostacolano lo sviluppo.
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