Uganda: rapporto Usa condanna uccisione di civili

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Benché gli Usa siano alleati del Presidente Museveni, un loro rapporto denuncia violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito governativo. L’articolo apparso l’11 marzo su “The daily Monitor” di Kampala.

di Frank Nyakairu


Benché gli Usa siano alleati del Presidente Museveni, il rapporto del Dipartimento di Stato USA sull'Uganda del 2006, pubblicato il 6 marzo, denuncia violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito governativo. Nei giorni scorsi sui giornali ugandesi e alla BBC sono apparse notizie che confermano purtroppo la natura antidemocratica del sistema politico ugandese, nei confronti del quale è giusto fare sentire la protesta dell'Europa e dell'ONU.

La scorsa settimana i magistrati e gli avvocati ugandesi hanno scioperato, dopo l'irruzione della polizia nei locali dell'Alta Corte di Kampala e l'arresto da parte degli agenti di sei persone appena rilasciate su cauzione dal tribunale ugandese (segno che è a rischio l'indipendenza della magistratura).
Un rapporto dell'ong internazionale "World Vision" denuncia che più della metà dei ragazzi ospitati nei campi profughi della regione dei Grandi Laghi in Uganda sono stati vittime di qualche forma di violenza sessuale. A causa delle disastrose condizioni in cui si trovano tali campi, i bambini sono costretti a prestazioni sessuali in cambio di cibo.

Rimane intanto la grave preoccupazione per l'interruzione delle trattative tra il governo e l'armata ribelle del LRA, e per la fine della tregua; le trattative dovrebbero riprendere il 26 marzo prossimo.

 Di seguito, l'articolo apparso l'11 marzo scorso sul quotidiano "The daily Monitor" di Kampala, relativo al rapporto del Dipartimento di Stato USA.
Il Rapporto 2006 del Dipartimento di Stato Americano ha giudicato l'UPDF (Uganda Peoples Defence Force, l'esercito governativo ugandese - n.d.r.) responsabile di una serie di uccisioni di civili, di arresti ingiustificati e di torture. Ciononostante, nel Rapporto presentato martedì, si legge: "I delitti commessi dal governo o dai suoi agenti non sono di natura politica. Tuttavia, è innegabile che le forze di sicurezza siano responsabili di numerose uccisioni di civili avvenute nell'arco dell'anno nonché di morti dovute a torture inflitte".

L'esercito, dal canto suo, ha definito i casi analizzati nel Rapporto come "singoli crimini i cui autori saranno puniti". Il portavoce dell'UPDF, il Maggiore Felix Kulayigye, ha dichiarato lo scorso venerdì che: "Ogni singolo caso riportato è stato esaminato con la debita attenzione ed abbiamo proceduto non soltanto a misure correttive ma anche a misure punitive nei confronti dei colpevoli".

Il Rapporto americano descrive nei particolari 16 omicidi a tutt'oggi impuniti. "I soldati dell'UPDF sono responsabili di numerosi omicidi. Il 9 maggio, i soldati Ekemu Ocen e Odong Chamali di stanza nel Distretto di Kasese, hanno ucciso quattro civili e tre soldati armati nel villaggio di Kiteso" afferma parzialmente il Rapporto. In un altro caso, la Corte Marziale della 4° Divisione dell'Esercito ha emesso sentenza di condanna nei confronti del soldato semplice Tony Eremo per l'uccisione, il 31 marzo 2005, di Francis Ocaya Okot, studente di una scuola superiore.

Alla 31ima pagina del Rapporto, messo in rete sul Sito Ufficiale del Dipartimento di Stato Americano, si legge anche che: "Il 2 gennaio, la Corte Marziale della 4° divisione, a Gulu, ha condannato a morte il soldato semplice dell'UPDF Joel Lubangakene per l'omicidio, nel dicembre 2005, del diciottenne Ojok Ojara nel campo profughi Lalogi, Distretto di Gulu".
Il Rapporto sottolinea che: "Il soldato Lubangakene, a fine anno, risultava ancora in stato di arresto. Non vi sono stati sviluppi invece sul caso degli omicidi avvenuti nel dicembre 2005 ad opera dell'UPDF di sette civili che stavano manifestando per la vicenda dell'omicidio del giovane Ojara".
Viene riportato anche che: "Robert Mugyenyi, un membro del partito del Forum for Democratic Change (Forum per il cambiamento democratico) è scomparso dalla sua abitazione a Kiwatule, Distretto di Kampala. La Polizia avrebbe aperto un'inchiesta, ma a fine anno ancora non era emersa nessuna notizia circa il ritrovamento dello stesso Mugyenyi".
L'addetto stampa dell'esercito, il Maggiore Kulaigye, ha dichiarato lo scorso venerdì che: "Nell'UPDF nessun colpevole resta impunito. La nostra storia dimostra che chiunque abbia commesso un crimine contro i civili è stato giustamente punito e, secondo i casi, anche condannato a morte".

Riguardo la corruzione, il Rapporto Americano afferma che questa piaga continua a rappresentare un grave problema. Tuttavia, si evidenzia che, diversamente dall'anno precedente, il Governo ha preso delle misure volte ad eseguire indagini e a perseguire legalmente i responsabili.

Il Rapporto affronta anche il tema della "sconsideratezza, dell'incuranza, della dissipazione e della negligenza" dei funzionari pubblici della "State House" (la sede del governo), dell'Ufficio del Presidente e dei ministeri della Difesa, degli Affari Esteri, della Finanza e della Salute. Secondo quanto emerge, la State House non avrebbe giustificato un ammanco di 97.800 $ (181 millioni di scellini ugandesi) anticipati a vari funzionari per sostenere le spese di alberghi e viaggi nazionali ed internazionali.

Il Rapporto fa anche luce sulla mancata condanna di due ministri che avrebbero procurato carte di identità nazionali grossolanamente falsificate. "Le conclusioni del Rapporto dichiarano la responsabilità del Ministro delle Tecnologie Informatiche e della Comunicazione, Ham Mulina e del Ministro di Stato per la Cooperazione Regionale, Isaac Musumba i quali avrebbero violato le leggi sulle gare d'appalto".

Frank Nyakairu
The daily Monitor - Kampala, 11 marzo 2007


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