UGANDA: A colloquio con il vice ministro
Publish date 31-08-2009
Il 14 marzo scorso una delegazione di ong ha incontrato il viceministro degli Esteri italiano, on.Patrizia Sentinelli, chiedendo un diretto coinvolgimento di UE ed ONU nelle trattative per la pace in nord Uganda che dovrebbero riprendere il 26 marzo prossimo.
di Pierangelo Monti
Una delegazione delle 50 organizzazioni e personalità religiose e laiche (tra cui gli Istituti Missionari in Italia, Pax Christi, Caritas Italiana, Beati i costruttori di pace, MIR – MN, CISV, Good Samaritan, Economia Alternativa, il Centro Studi Donati, le riviste missionarie, Mons. Cesare Mazzolari di Rumbek, Mons. Luigi Bettazzi, Don Albino Bazzotto, Padre Alex Zanotelli), che due mesi fa hanno sottoscritto un appello al Ministero degli Esteri italiano per la pace in Nord Uganda, il 14 marzo è stata ricevuta alla Farnesina dalla Viceministra on. Patrizia Sentinelli e dall’Ambasciatore Armando Sanguini, direttore generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana. |
Patrizia Santinelli | All’appello aveva già risposto il Ministro D’Alema, con una lettera nella quale assicurava l’interessamento per il dramma del conflitto nel nord Uganda, informando che l’Italia ha offerto un contributo di 100.000 euro per il processo di pace in corso a Juba e circa 10 milioni di euro all’anno per quella emergenza umanitaria. La delegazione degli organismi presentatori dell’appello, dopo avere ringraziato Ministro e Viceministra per l’ascolto e la sensibilità manifestate, hanno esposto con chiarezza la realtà di sofferenza del popolo Acholi, vittima di un conflitto tra l’esercito ugandese e i ribelli dell’LRA. |
Ancora oltre un milione di persone sopravvive in condizioni disumane in campi profughi lontano dai propri villaggi. Tutti hanno espresso la speranza che il 26 marzo i rappresentanti dei ribelli e del governo concordino la ripresa delle trattative interrotte a Juba, con la mediazione dell’inviato dell’ONU Joaquim Chissano e di altri 4 paesi africani. Ripetendo le parole dell’arcivescovo di Gulu, mons. Odama, i firmatari dell’appello hanno fatto presente che è necessario un diretto coinvolgimento dell’UE e dell’ONU, sia facendo pressione verso il Presidente Museveni, che finora non ha dimostrato di volere veramente la pace e il bene del popolo Acholi, sia istituendo una commissione, che verifichi il rispetto degli accordi e il ritorno di tutti i profughi nei loro territori in condizioni di sicurezza. È stata ribadita l’importanza dell’aiuto della Comunità Europea per la ricostruzione del Nord Uganda, come pure l’embargo al commercio di armi con l’Uganda e la richiesta di ridurre le spese militari. La Viceministra Sentinelli, al termine dell’incontro, ha manifestato interesse per la continuazione di un confronto con la delegazione degli organismi impegnati in Uganda. |
Pierangelo Monti |
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