Trapiantare la vita
Publish date 31-08-2009
Ogni anno, come quest’estate, all’Arsenale della Pace passano migliaia di giovani da tutta Italia. Alcuni poi ci scrivono e ci “restituiscono” la speranza che dicono di aver ricevuto. Come Elisa, che racconta di aver donato il suo midollo per una vita.
di Elisa, Vicenza
Cara Fraternità, caro Ernesto, caro Arsenale, |
L'anno scorso, il 27 Febbraio, ho ricevuto una vostra news letter, con la richiesta urgente di un donatore di midollo osseo per un bimbo di 6 anni di Torino. Mi sono subito convinta della necessità di fare qualcosa, così vi ho scritto per avere maggiori informazioni; poi ho chiamato con Erika, mia amica, l'ospedale Regina Margherita di Torino. Lì ci hanno spiegato che era necessario iscriversi all'Admo, per fare le analisi e la cosiddetta "tipizzazione". Erika ed io ci siamo interrogate e a Maggio abbiamo deciso di iscriverci all' Admo di Gorizia, nostra attuale città di residenza per motivi di studio (in realtà siamo entrambe nate e vissute a Thiene!). Ci hanno spiegato che la nostra iscrizione non avrebbe comportato una sicura donazione, ma piuttosto l'inserimento dei nostri dati in una lista di donatori; se mai avessero trovato una compatibilità con noi e qualche paziente ci avrebbero chiamate altrimenti non sarebbe successo nulla. |
Ad Agosto ho ricevuto la prima telefonata, che mi informava di una mia probabile compatibilità; ho accettato di fare le analisi per continuare la verifica. Mi hanno richiamata a Novembre per avvertirmi del fatto che avevano trovato una compatibilità praticamente del 100% con un paziente malato e mi chiedevano la disponibilità per un eventuale espianto. Ho accettato, forse senza pormi tanti perché. Poi il tempo è passato, non avevo più ricevuto telefonate o richieste di altre analisi. Di conseguenza mi ero quasi tolta dalla mente la possibilità di una donazione. |
Elisa, Vicenza
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Vedi anche: CHI DONA IL MIDOLLO… |