Un’estate lunga un campo

Publish date 17-09-2013

by Gianni Giletti

Arsenale della Pace. Ricapitolare 8 settimane di campi, duemila presenze tra ragazzi, ragazze, animatori, sacerdoti, seminaristi, coppie, gruppi e singoli, centinaia di sessioni di approfondimento sul tema della coscienza, altrettante di laboratorio manuale, 8 cene dei popoli, 100 revisioni, 20 riunioni animatori, 25 incontri con Ernesto Olivero, centinaia di colloqui personali, decine di migliaia di pasti dati, 40 preghiere del mattino, 40 liturgie eucaristiche con centinaia di persone ogni volta, 16 momenti penitenziali, 1 matrimonio, 8 serate finali, con musica dal vivo, danza e coreografie, volti, sguardi, pianti e lacrime, gioia e entusiasmo, crisi e determinazione, riflessioni e cambiamenti… beh, fare la sintesi di tutto questo è davvero un’impresa ardua.

Ti sfilano davanti, come dei flash, i momenti, la fatica fisica, la paura di giocarsi, alcune parole, pesanti come pietre, i silenzi, altrettanto densi di significato.
Ti rammenti la confusione e il rumore “prodotto” dai ragazzi più giovani, con la loro sete di emozioni forti e di divertimento, le partite di calcio e pallavolo al campetto, le notti passate a calmare i più agitati, le urla, le discussioni animate e lo sguardo spento di tanti giovanissimi. Uno sguardo che, dopo qualche giorno qui, talvolta si riaccendeva.

Un ragazzo mi ha chiesto, come sarebbe l’Arsenale senza i campi. La risposta mi è balzata subito agli occhi: molto più povero.
Perché nei due mesi in cui il Sermig-Fraternità della Speranza ha camminato con tutti questi ragazzi, non ci sono stati ruoli fissi.
Certo, la proposta era la nostra, siamo stati noi a dare il tema, la “tonalità” al campo. Ma una volta partiti, spesso i ruoli si sono capovolti e noi ci siamo trovati talvolta ad essere allievi, ad imparare.
Ora che quasi tutti sono tornati a casa, comincia “il secondo round” dei campi, che spesso trasuda di nostalgia, ma che può portare davvero ad una scelta decisiva per ciascuno di noi.

Adesso occorre far fiorire nella propria vita il seme che questa esperienza così forte ha seminato in noi. A settembre di ogni anno infatti fioriscono i propositi di tutte queste persone, noi compresi, che hanno sete di autenticità, che dalla loro vita vogliono qualcosa di più del solito tran tran.
C’è qualcuno che vuol far chiarezza, qualcuno che ha preso una decisione, qualcuno che ha qualche dubbio in più, qualcuno che purtroppo non è più qui – Luca, 20 anni, andato al Padre per un incidente – ci sono amori che nascono, vocazioni che prendono il volo, amicizie che si rinsaldano, verità che balzano agli occhi, cose da dire e da fare.

Nascono gruppi di persone sparse per l’Italia che vogliono avere come riferimento l’Arsenale, magari in modo confuso, ma forte.
Persone che invece vogliono portare nella proprie scelte di tutti i giorni le gioie e le speranze che hanno sperimentato qui.
Il tempo dirà se tutte queste emozioni e volontà daranno frutto per davvero oppure se, a poco a poco, svaniranno.
Ma la speranza della Fraternità che abita questa casa è una sola: ragazzi, per favore, continuate a sognare, un mondo migliore è possibile e dipende da me, da te.
Vi aspettiamo, ciao.

Gianni Giletti

 

This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok