L’Everest non è inaccessibile

Publish date 17-01-2012

by Redazione Sermig

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di Ernesto Olivero - Il nuovo anno che inizia si porta dietro un bagaglio di inquietudini, di non pace, di diritti umani negati, ma è anche pieno di attese e di speranze.
Noi cristiani prima di tutto dobbiamo riconciliarci con noi stessi e con la gente. Troppe volte ho sentito dire: “Fate come dicono, ma non fate come fanno”. È talmente radicato questo modo di pensare, che oggi molti non fanno nemmeno più come diciamo.

Noi cristiani per primi dobbiamo mettere in pratica il comando di Gesù “Convertitevi e credete al Vangelo”, a tal punto che la gente, osservando come ci comportiamo, attenda da noi anche le parole di saggezza e di verità del Vangelo; le attenda così come la notte attende la luce. Perché anche la notte, nella notte, non vede e la notte, anch’essa, sente di avere diritto di vedere. Non è un gioco di parole, è proprio la speranza che sento nel cuore.

La speranza non è soltanto la nostra certezza che Dio è già venuto, che Dio è in mezzo a noi, la speranza è vivere questo amore, la speranza è ristabilire il valore delle parole. L’amore non è mielifero, è una parola che deve ritornare ad essere seria: rispettare i bambini è un amore-comandamento, dar da mangiare a chi ha fame è un amore-comandamento, dar da bere a chi ha sete è un amore-comandamento, accogliere lo straniero è un amore-comandamento, prendersi cura di chi soffre per malattie fisiche o psichiche, prendersi cura di tutto l’arco della vita di una persona, da quando nasce fino all’ultimo istante, è un amore-comandamento. Lo diciamo perché lo viviamo.

Attraverso questi atteggiamenti la gente percepisce che noi cristiani ci siamo riconciliati con tante parole buone, ma che suonavano un po’ ipocrite nel nostro linguaggio. E uno dei segnali sarà: “Fate come dicono, perché ci credono veramente”. So che il cristianesimo è quasi impossibile viverlo, ma è la verità rivelataci: non è facile perdonare settanta volte sette, non è facile morire al nostro io sempre... ma questo non ci legittima a fare esattamente il contrario e a predicarlo senza convinzione. Di Everest nel mondo ce n’è solo uno e andarci è quasi impossibile, eppure è il punto di riferimento per chi vuol scalare. Tutti dovrebbero poter dire - credenti e non credenti -: il cristianesimo è come l’Everest, difficile, ma non impossibile, è il nostro punto di riferimento sempre, per qualsiasi legge. L’augurio è che ci sia una forte comunione tra di noi, affinché chi è portato ad essere lievito lo sia. Dio ha scommesso su di noi, scommettiamo anche noi su di noi.


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