L'altra faccia del debito

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Un capo indio rovescia la prospettiva del debito con i Paesi poveri. Quel credito di 185 mila chili d'oro e di 16 milioni di chili d'argento, da oltre cinquecento anni…

 

 



L'altra faccia del debito. E sì.
Ce la presenta, in modo disarmante, Guaicaipuro Cuatemoc, capo indio, che osa presentarsi ai governi europei con una sua dichiarazione nitida, secca ed anche un po' choccante. "Discendente di coloro che popolarono l'America quarantamila anni fa" si rivolge a "coloro che la trovarono cinquecento anni fa". La sua è una lettera singolare, pubblicata dalla rivista "Volontari per lo sviluppo". Ed ha toni di sottile e tagliente ironia. "Il fratello doganiere europeo mi chiede carta scritta con visto per scoprire coloro che mi scoprirono.

 
 

Il fratello usuraio europeo mi chiede di pagare un debito contratto dai traditori che non ho mai autorizzato a vendermi. Il fratello legalista europeo mi spiega che ogni debito si paga con gli interessi, anche vendendo esseri umani e paesi interi senza chiedere loro il consenso. Questo è quello che sto scoprendo.
Anch'io posso pretendere pagamenti. Anch'io posso reclamare interessi. Fa fede l'Archivio delle Indie. Foglio dopo foglio, ricevuta dopo ricevuta, firma dopo firma, risulta che solamente tra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San Lucar de Barrameda 185 mila chili d'oro e 16 milioni di chili d'argento provenienti dall'America.
Saccheggio?
Non ci penso nemmeno! Perché pensare che i fratelli cristiani disobbediscano al loro settimo comandamento.
Spoliazione?
Tanatzin mi guardi dall'immaginare che gli europei, come Caino, uccidano e poi neghino il sangue del fratello!
Genocidio?
Sarebbe dar credito a calunniatori come Bartolomeo de las Casas che considerarono quella scoperta come la distruzione delle Indie, o ad oltraggiosi come il dottor Arturo Pietri che sostiene che lo sviluppo del capitalismo e dell'attuale civiltà europea sia dovuto all'inondazione di metalli preziosi! No! Questi 185 mila chili d'oro e 16 milioni di chili di argento devono essere considerati come il primo di vari prestiti amichevoli dell'America per lo sviluppo dell'Europa. Pensare il contrario vorrebbe dire supporre crimini di guerra, il che darebbe diritto non solo a chiedere la restituzione immediata ma anche l'indennizzo per danni e truffa!".

 
 Il capo indio insiste su questa "favolosa esportazione di capitali: non fu altro che l'inizio del piano Marshalltezuma teso a garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue deprecabili guerre contro i musulmani, difensori dell'algebra, della poligamia, dell'igiene quotidiana e di altre superiori conquiste di civiltà".
Ovviamente "avvicinandosi il quinto centenario del prestito, possiamo chiederci: i fratelli europei hanno fatto un uso razionale, responsabile o, perlomeno, produttivo delle risorse così generosamente anticipate dal Fondo Indoamericano Internazionale?".
La risposta logicamente è: NO!
   
 

E il capo indio passa in rassegna i "rovesci" in cui è incappata l'Europa dopo Lepanto, fino al terzo Reich... in fatto di strategia.
"Dal punto di vista finanziario sono stati incapaci - dopo una moratoria di 500 anni - sia di restituire capitale ed interessi che di rendersi indipendenti dalle rendite liquide, dalle materie prime e dall'energia a basso costo che esporta loro il Terzo Mondo. Questo deplorevole quadro conferma l'affermazione di Milton Friedman secondo cui un'economia assistita non potrà mai funzionare e ci obbliga a chiedere - per il loro stesso bene - la restituzione del capitale e degli interessi che abbiamo così generosamente aspettato a richiedere per tutti questi secoli".
Una prospettiva capovolta. Che sa di paradosso. Ma fino ad un certo punto! "Vorremmo precisare che non ci abbasseremo a chiedere ai fratelli europei quei vili e sanguinari tassi d'interesse variabile del 20 fino al 30% che i fratelli europei chiedono ai Paesi del Terzo Mondo. Ci limiteremo ad esigere la restituzione dei materiali preziosi prestati, più il modico interesse fisso del 10% annuale accumulato negli ultimi trecento anni".
Il calcolo del capo indio, sull'oro e sull'argento da... restituire, si fa comunque iperbolico... tanto per capire come la giustizia possa e debba raddrizzare le logiche illogiche del debito verso i Paesi sottosviluppati.

C.A.






This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok