La destra sa quello che fa la sinistra

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Prima che di destra e di sinistra, la politica è di tutti.

di Ernesto Olivero
Mi capita sovente nei miei incontri, in ambienti laici e religiosi, di proporre questa riflessione: se in mezzo a noi un benefattore volesse donare un grande patrimonio a scopo di bene e chiedesse se c’è qualcuno in grado di fare delle proposte, sono certo che ne riceverebbe tante: alcuni consiglierebbero di utilizzare i fondi per aprire una pinacoteca o restaurare un edificio storico; altri li vorrebbero per strappare dalla strada i bambini abbandonati, per aiutare gli anziani ammalati di Alzheimer, di Aids… Il nostro benefattore avrebbe solo l’imbarazzo della scelta.

Ma se si alzasse un povero vecchio che stenta a stare in piedi e dicesse: “Non so dove andare a dormire questa sera. Chi mi ospita? Chi è disposto a prendersi cura di me?”. Oppure se un carcerato dicesse: “Chi mi aiuta a cambiare vita?”, le risposte sarebbero insufficienti. Tanti se ne andrebbero sostenendo di avere già mille altri impegni a casa, in famiglia, sul lavoro, nel volontariato….
Molte situazioni sociali difficili oggi non trovano risposte adeguate da parte delle istituzioni preposte e non possono d’altra parte solo essere scaricate sulle spalle di chi ha buona volontà. Certo sappiamo che noi gente comune abbiamo la responsabilità della “cosa comune”, non possiamo lavarcene le mani e delegare la politica a fare tutto, anche la nostra parte. Ma chiediamo che sia la politica - che ha la responsabilità del bene comune prima di avere quella del proprio partito - a dare delle risposte, a prendersi in carico la maggior parte dei problemi per cercare di risolverli.

Quando ci renderemo conto che la politica di centro, di sinistra, di destra deve essere un momento alto della vita, perché indirizzata a “fare i fatti degli altri” e non solo a cercare consensi? Quando la politica, almeno in un partito - mi piacerebbe in tutti -, entrerà nella dimensione di competenza, moralità, profondità che le è propria? Forse qualcuno sorriderà di fronte all’ingenuità di queste domande, ma, come ripetiamo da tanto tempo, se l’oggi - con i suoi conflitti, violenze, corruzione, indifferenza, egoismo - diventa domani saranno guai per tutti. Pochi però se ne preoccupano, anzi, il mondo dei furbi se la ride, convinto che intanto è bene sfruttare la situazione, il domani se lo vedranno altri.

Da anni nei nostri Arsenali nel mondo ospitiamo migliaia di persone, facciamo decine di migliaia di visite mediche negli ambulatori e distribuiamo milioni di pasti, ma vorremmo non doverlo fare. Vorremmo che non fossero pochi addetti ai lavori a doversi occupare dei bisogni degli altri. Sogno il giorno in cui in ogni nuovo grattacielo che viene costruito, il pianterreno sia adibito ad ospitare chi non ha un tetto e i condomini paghino un portinaio che sappia accoglierli con dignità. Sogno che in ogni sezione di partito ci sia una stanzetta per ospitare chi è in necessità e naturalmente vorrei che ci fosse in tutte le sinagoghe, le moschee, le chiese.

Il mese scorso abbiamo toccato con mano “calciopoli”, e ne abbiamo sentite di tutti i colori. Se si conoscessero tutte le scalate illegali di banche, imprese, fabbriche…! Ma chi sa spesso non parla. La destra sa cosa fa la sinistra e viceversa, e qui non si parla solo di mani. La trasparenza è la prima condizione per essere credibili.
Potremmo allargare l’elenco delle brutte notizie a piacimento e certamente chi legge ne potrebbe aggiungere altrettante. Ma possiamo sperare in un nuova primavera, dove il problema dell’altro diventi anche un mio problema, dove un problema lo facciamo diventare un’opportunità. Noi ci stiamo provando con tutto il cuore, la mente le forze, ma possiamo fare di più. Tutti noi possiamo fare di più.


Ernesto Olivero
da Nuovo Progetto giugno-luglio 06

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