I ciechi vedono

Publish date 31-08-2009

by grazia


Non è facile trovare un filo conduttore in un presente tumultuoso e confuso.
Ma il desiderio di cercarlo non deve abbandonarci…

di Ernesto Olivero

Gesù ha detto: Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella. (Mt 11,5) La gente che lo ascoltava non aveva più alibi. Di fronte alla sua credibilità, di fronte ai fatti che accompagnavano le sue parole, non poteva rifugiarsi nell’indifferenza, doveva scegliere se credere o non credere in Lui. Anche oggi dovrebbe essere così. La gente che entra nelle nostre chiese, la gente che frequenta le nostre case dovrebbe trovarsi nella stessa situazione dei contemporanei di Gesù. Dovrebbe vedere cristiani che vivono l’Amore dando cibo, dignità e futuro all’affamato. Dovrebbe vedere che i bambini trovano famiglia, cibo, cure, rispetto e affetto. Che i giovani sono ascoltati e che il loro desiderio di pace e di giustizia può cambiare il mondo. Dovrebbe vedere che lo straniero è accolto con dignità, che non è sfruttato, che ha diritti e doveri come gli altri; che il carcerato non è dimenticato, ma atteso per cominciare una nuova vita. Dovrebbe scoprire che ogni ammalato è curato, che gli anziani non sono chiusi in ospizi tetri. Di fronte a questi esempi, come accadeva al tempo di Gesù, dovrebbe poter decidere se credere o non credere.

Oggi dovremmo chiedere al mondo intero di ritornare a Dio. Ma l’uomo vuole Dio? Quel Dio che desidera essere amato con tutto il cuore, e che ci invita a rivolgere lo stesso amore a tutte le donne e gli uomini del mondo. Dio vuole essere amato perché è il creatore, il misericordioso, il ricco di grazia e ci chiede di risolvere subito il problema, causato da noi, della fame, della guerra, delle carestie, delle ingiustizie. In tutte le parti del mondo, la gente che ha fame e sete di giustizia vorrebbe sentire parlare della rivoluzione di Dio e, pur non conoscendolo, vedendo i frutti di chi lo ha messo al primo posto, correrebbe a Lui, si unirebbe a noi.

La storia è piena di uomini che volevano cambiare il mondo, volevano renderlo più giusto, ma a propria immagine e somiglianza. Sono milioni e milioni le vittime che nel recente passato hanno pagato con la vita il prezzo di queste ideologie di morte grazie ai vari Pol Pot, Stalin, Hitler, Bokassa, Saddam… Ma oggi quanti re, imperatori, generali, capi di stato assomigliano a questi tiranni? Quanti rivoluzionari, malgrado la storia, vengono considerati dei modelli da seguire?

Noi siamo pasta di Dio. Solo se l’uomo si abbandona, la sua coscienza lo farà rientrare in sé stesso e lo dirigerà verso Dio che continua a regalarci la sua misericordia per farci scoprire la bellezza degli altri. Dio continua a contare sul nostro ravvedimento. Malgrado i nostri egoismi, vuole farci entrare nell’Amore. Questa è la speranza che ci regala il Natale di Gesù.

Ernesto Olivero

 

 

 

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