CONSUMI E DINTORNI

Publish date 13-10-2011

by Carlo Degiacomi

IL “BIGNAMI” DEL RISPARMIO E PER L’AMBIENTE (2/4)
Seconda puntata del nostro “Bignami”. Continuiamo a indagare sulle possibili azioni per migliorare la qualità della vita, cambiando tipologia di consumi e correggendo sprechi.

di Carlo Degiacomi - museoambiente.org 

L’ACQUA CALDA

acqua_calda In casa il 20% dell’energia serve per scaldare l’acqua. Gli scaldacqua dovrebbero essere istantanei, quindi a gas, non elettrici; ad accensione elettronica e non a fiamma pilota. Se non è possibile sostituire lo scaldacqua elettrico con quello a metano, bisogna accenderlo 1-2 ore prima dell’utilizzo, programmandolo con un timer e ad una temperatura non superiore ai 45-48°; anche per la lavatrice è sufficiente questa temperatura, per uccidere i batteri e consumare meno energia.

Quando la struttura dell’edificio lo permette (ma ormai vi sono pannelli collocabili anche in posizione verticale), si può produrre energia con il sole, installando pannelli solari termici (per scaldare l’acqua) e pannelli solari fotovoltaici (per produrre energia elettrica). I pannelli solari termici hanno costi limitati, vi possono essere agevolazioni (detrazioni fiscali al 55%), gli ammortamenti hanno tempi ragionevoli (a seconda dei costi, 5-8 anni) e poi si comincia a guadagnare. I pannelli solari fotovoltaici generano energia elettrica quando sono esposti al sole; l’investimento è più consistente (ad es. 16.000 € per un impianto di 2 kW) e ammortizzabile con gli incentivi in circa 8/12 anni. Con le agevolazioni del conto energia, dopo il recupero della spesa effettuata, si guadagna. Le durate sono venticinquennali.

Gli elettrodomestici che utilizzano l’acqua calda (come la lavatrice e la lavastoviglie), per risparmiare di più, possono avere un doppio attacco ed utilizzare direttamente l’acqua calda dello scaldacqua (o dei pannelli solari), invece di scaldarsela da soli con l’elettricità. Una maggiore attenzione in cucina: per es. usare sempre il coperchio per far bollire l’acqua in pentola, perché così facendo si risparmia il 30% di energia (tre litri in 10 minuti invece di 13); non utilizzare pentole di diametro inferiore alla fiamma, per non disperdere calore! Usare la pentola a pressione che riduce i tempi di cottura di almeno un terzo e i consumi di energia del 50-70% (e conserva anche meglio le sostanze contenute nel cibo). In genere, usare le stoviglie fatte di materiali che mantengono il calore. Bisogna saper scegliere: meglio il fornello a gas di quello elettrico; per scaldare l’acqua, meglio il bollitore elettrico del fornello elettrico (risparmia metà energia); meglio un tostapane (consuma il 70% in meno) del forno elettrico.

GLI ELETTRODOMESTICI

elettrodomestici_ecocompatibili Il costo maggiore di un elettrodomestico (specie quelli che funzionano di continuo) non è l’acquisto, ma il consumo di energia. Tutti gli elettrodomestici nuovi consumano oggi dal 30 al 50/60% in meno di quelli degli anni ‘80/90. È importante conoscere e saper leggere l’etichetta energetica applicata sugli elettrodomestici per poter scegliere bene. L’etichetta ci indica la classe di efficienza: da A++ (ultraefficiente) ad A (consumi bassi), fino a G (consumi elevati).

Nel caso di un elettrodomestico in classe A++ il consumo energetico rispetto ad un modello di classe A è minore anche del 25%. Un modello A+ di lavatrice consuma tra il 40 e il 46% in meno di elettricità rispetto ad un modello simile degli anni ‘90; circa 1/3 di acqua, cioè 40 litri invece di 130! Anche negli elettrodomestici vi sono modelli con il marchio Ecolabel (la margherita con una piccola E di Europa al centro): il prodotto è stato costruito in modo da avere un basso impatto ambientale in tutto il suo ciclo di vita.

Nell’acquisto dei condizionatori è meglio informarsi e considerare anche l’isolamento delle pareti (uno strato almeno di 9-10 cm di poliuretano garantisce meglio la temperatura costante). Va bene l’utilizzo del salvaschermo per i pc ma è meglio usare il programma che mette in stand-by (cioè in preaccensione, non spento) il monitor dopo un certo tempo di inattività. Se il non utilizzo è prolungato nel tempo, ancora meglio per ridurre i consumi la modalità ibernazione, che invece dello stand-by spegne fisicamente il sistema.

Le ciabatte con pulsante di accensione e spegnimento servono per evitare di lasciare gli apparecchi accesi in attesa di riutilizzarli il giorno dopo. Un apparecchio lasciato in modalità stand-by continua ad assorbire corrente, anche se non è così per tutti gli apparecchi. Videoregistratori e televisori sono particolarmente spreconi in modalità stand-by (leggete le informazioni sulle etichette). Dal punto di vista economico gli stand-by in media corrispondono all’8- 10% dei consumi medi annui di una famiglia, pari a 50 euro l’anno.

Esempi:

Con poca fatica e con qualche calcolo si possono conoscere i valori annui di consumo della propria casa, in modo da capire se abitiamo in una casa sprecona o in una casa risparmiosa. La prima ha elettrodomestici poco efficienti, la seconda invece efficienti a ridotto consumo energetico. Con quali attenzioni li avete comperati? In media si spendono in Italia a famiglia circa 500 euro per l’energia elettrica, con un consumo di 2700 kWh e una potenza impegnata di 3 kWh. In Italia consumiamo circa 5.000 kwh a testa, prodotti con idrocarburi di vario tipo, equivalenti a 120 bidoni di petrolio, con emissioni di circa 40 t. di CO2 che per essere assorbite hanno bisogno di circa 52.000 kmq. di bosco.

L’ILLUMINAZIONE

basso_consumo Le lampade fluorescenti a basso consumo energetico di ultima generazione risparmiano fino a 3/4 o 4/5 di energia rispetto alle lampade ad incandescenza. Se utilizzate le pile, meglio usare quelle ricaricabili oppure quelle prive o a basso contenuto di mercurio, come indicato per legge. Le lampadine fluorescenti, pur in forma sempre più ridotta, contengono vapori di mercurio, per cui è necessario consegnarle alle eco isole e non buttarle nella pattumiera.

Esempi:

Il consumo medio di una famiglia per l’illuminazione si aggira sui 30 kWh mensili ed è l’equivalente dei consumi di una lavatrice o di un frigorifero.

LA LIBERALIZZAZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA

Cambiare contratto e/o fornitore è tecnicamente facile, ma per l’utenza famigliare le offerte del libero mercato permettono di risparmiare al massimo una o due decine di euro. Per questo la liberalizzazione ha avuto poco successo tra i consumatori. Non bisogna credere quindi a chi con pubblicità promette risparmi straordinari. Anzi, attenzione a leggere e capire bene tutte le clausole contrattuali.

La tariffa bioraria è vantaggiosa solo se almeno i due terzi dei consumi vengono concentrati negli orari indicati. Bisogna quindi analizzare bene le proprie (della famiglia) abitudini! Bisogna fare un nuovo contratto e avere il nuovo contatore elettronico (solo qualche contatore tradizionale è in grado di misurare il consumo nei diversi orari). Se i consumi non sono concentrati nelle fasce agevolate, si finisce con il pagare di più.

Esempi:

A fine anno 2008 circa 2.000.000 di utenti hanno abbandonato la tariffa precedente, regolata dall’Autority per l’energia, e sono passati al libero mercato (circa il 6% del mercato nazionale). Di questi solo 380.000 circa hanno cambiato anche azienda fornitrice.


Carlo Degiacomi
da Nuovo progetto marzo 2009

 

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