Appello per Padre Giancarlo

Publish date 31-08-2009

by Redazione Sermig


Rapito il 10 giugno nell’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, di padre Giancarlo Bossi non si ha ancora alcuna notizia. Per il 10 luglio prossimo il PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha promosso una Giornata mondiale di preghiera a lui dedicata. Il comunicato del PIME  ed una petizione per la sua liberazione.

a cura della redazione

COMUNICATO DEL PIME SU PADRE GIANCARLO BOSSI
Il Pontificio Istituto Missioni Estere vuole anzitutto ringraziare tutti coloro che pregano e lavorano per la liberazione di p. Giancarlo Bossi, rapito il 10 giugno a Payao, nell’isola di Mindanao.

Fin dai primi giorni il governo italiano si è mobilitato nelle Filippine con l’ambasciatore, in Italia con l’unità di crisi del Ministero degli Esteri, per offrire al PIME tutto il sostegno necessario. Proprio da domani una delegazione dell’unità di crisi giungerà a Mindanao per lavorare con le autorità locali politiche ed ecclesiali, insieme ai missionari del PIME.

A tutt’oggi il PIME non ha ricevuto alcuna rivendicazione, né è a conoscenza di chi siano i rapitori. Per questo guardare all’accaduto come a un conflitto fra cristiani e musulmani è al momento ingiustificato.

Il PIME non vuole essere coinvolto in polemiche politiche e si spiace che la vita di una persona venga strumentalizzata. Infatti, secondo i responsabili del PIME nelle Filippine, le polemiche di questi giorni in Italia rischiano di essere controproducenti, rendendo ancora più difficile la liberazione del nostro confratello.

Onde evitare qualsiasi illazione, d’ora in poi il PIME esprimerà le sue posizioni attraverso comunicati ufficiali.

P. Gian Battista Zanchi
Superiore Generale del PIME

1 luglio 2007


CHI È GIANCARLO BOSSI
Nato ad Abbiategrasso (MI) il 19 febbraio 1950 da Pietro Bossi e Amalia Durè, la sua famiglia è di origine contadina, legata fortemente alle umili tradizioni della terra, abituata al sacrificio e al duro lavoro.

Ha un fratello, Marcello, e una sorella, Pinuccia. Diplomato all’Istituto Tecnico Industriale di Milano, negli anni giovanili per la sua altezza (1,90) la sua grande passione era la pallacanestro.

Ordinato prete missionario il 18 marzo 1978, aveva chiesto una dispensa straordinaria per anticipare la sua ordinazione a causa della grave malattia del padre, che tuttavia non riuscirà ad assistere alla sua prima messa.
Nelle Filippine dal 1980. Dopo aver studiato le lingue Tagalog e Visaya è assegnato, durante gli anni, in varie parrocchie: Tondo (Manila), Siay, Payao, Manila, Bayog (nella Prelatura di Ipil). Aveva già lavorato in Payao, allora parte della parrocchia di Siay, tra il 1986 al 1990. Nel 1989 dette inizio alla nuova parrocchia di San Pablo.
Poi la chiamata in Italia per un periodo di servizio tra gli anziani ed ammalati missionari di Rancio in Lecco tra il 1997 e 2000.

L’anno scorso, padre Giancarlo aveva oramai deciso di iniziare una presenza tra i contadini nella collinosa parrocchia di Sampuli. Aveva già fatto un’esperienza simile sulle montagne di Dominatag (vicino a Zamboanga City) più di dieci anni fa. Una povera comunità di contadini. Là aveva costruito la sua casetta di legno, dove si faceva da mangiare, diceva messa nella vicina cappella e aveva iniziato a coltivare riso e verdure.

Il progetto attuale (2007) consisteva nel comperare un pezzo di terra e coltivarla, con alcuni contadini del luogo, secondo metodi più organici. Giancarlo dice sempre di sentirsi “ricco” in mezzo ai poveri. Per questo vuole condividere la stessa vita della gente. Un’utopia forse, ma per lui la vita va guadagnata con il lavoro delle mani e il sudore della fronte (come del resto ha sempre fatto anche quando era parroco).

Insomma, vita povera e semplice ma non per sfizio; una vita così, dice sempre, permette di riscoprire valori più profondi, come la preghiera giornaliera, soprattutto quella contemplativa.

Poi la richiesta di Payao per una mancanza di personale nella Prelatura di Ipil, che ha accettato volentieri per ritornare in un luogo che ha amato molto e in cui è stata apprezzata la sua attività, tanto che una via di Payao - quella che porta alla parrocchia - è dedicata proprio a lui, al grande padre: “Father Giancarlo Bossi Street”. Ed era il più bel regalo che potevano fargli.


Per sottoscrivere la petizione per la liberazione di padre Giancarlo: http://www.petitiononline.com/donbossi/petition.html

I confratelli del PIME delle Filippine hanno attivato un blog dedicato a lui, con diario quotidiano in italiano e inglese, e numerosi altri contributi: http://www.pimephilippines.wordpress.com

A cura della redazione

 

 

 

 

 

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