Aiutatemi a salvare Kenneth

Publish date 31-08-2009

by Gianni Giletti


Kenneth Eugene Foster Jr. è entrato nel braccio della morte del Texas il 1° luglio 1997, ora ha 30 anni. Il 30 agosto è fissata la sua esecuzione. Abbiamo già parlato di lui su Giovanipace. Ora pubblichiamo l’appello pervenuto da un’amica di Vercelli ed in calce una lettera dello stesso Kenneth, trasmessaci dagli amici del comitato Paul Rougeau contro la pena di morte e pubblicata nel 2003 (novembre) su Nuovo Progetto.
Dare spazio al punto di vista di un “condannato” significa ribadire, ancora una volta, il concetto di “giustizia, non vendetta”.


A cura della redazione


Sono Maria Teresa Osta e scrivo da Vercelli.
Da qualche tempo sono in corrispondenza con Kenneth Foster jr., 30 anni, afro-americano, da 10 anni nel braccio della morte della Polunsky Unit, in Texas, accusato di un omicidio che non ha commesso.
Forse non tutti conoscono la legge chiamata "Law of Parties", in vigore in Texas. In base a questa legge, se una persona é ritenuta complice può essere condannata a morte, anche se non ha ucciso nessuno.
La pena di morte é in ogni caso una crudeltà. Nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo. Questo é un omicidio ed invece in alcuni stati viene chiamato "giustizia".

Parlando con Kenneth, stupiscono il suo atteggiamento positivo verso la vita, la sua profonda fede e la sua grande forza.
Una frase dell'ultima lettera che ho ricevuto in questi giorni dice: "We have a hard road ahead, but we will overcome" (“Abbiamo una dura strada davanti, ma la supereremo").

Quando mi racconta della vita di tutti i giorni, é difficile non rimanere confusi... la nostra non é una società che si definisce civile? Io penso che anche chi si trova nel braccio della morte abbia il diritto di venire trattato come un essere umano. Invece di umano in ciò che sento non c'é proprio nulla. Non c'é nulla di umano nel tenere per anni una persona rinchiusa in una cella, in attesa solamente di essere uccisa. Non c'é nulla di umano nei soprusi e nelle violenze di cui i prigionieri del braccio della morte sono spesso vittime. Non c'é nulla di umano nel far di tutto, come avviene nel braccio della morte, per convincere i prigionieri di non essere più persone, con i diritti di tutte le persone e con la dignità di tutte le persone.

Tra me e Kenneth é nato un rapporto di profonda amicizia e di grande affetto. È un'esperienza che arricchisce l'animo dare conforto a chi sta cercando di superare un ostacolo quasi insormontabile e trasmettere un po' di calore umano a chi, come Kenneth, quasi con disperazione, vuole continuare a credere nella vita.
Quando cerchiamo di fare le cose con amore e doniamo qualcosa di noi al nostro prossimo, scopriamo che anche nelle situazioni più difficili e nei luoghi dove non pensiamo che ciò possa accadere, può arrivare un po' di serenità.

In una delle ultime lettere Kenneth mi ha scritto che ha sentito i miei messaggi inviati ad una radio americana e letti per lui durante le trasmissioni e mi ha detto: "Hai illuminato la mia giornata". A volte basta un piccolo gesto per far sorridere una persona.
Purtroppo é stata fissata per Kenneth la data d'esecuzione: il 30 agosto 2007. Questa notizia terribile mi ha sconvolta. È difficile accettare di perdere un amico, ma é praticamente inaccettabile perderlo a causa della crudeltà umana.

Sto cercando di fare il possibile per aiutare Kenneth. Ho scritto a giornali, giornalisti, trasmissioni televisive, radio. Qualcuno ha parlato di lui ma, nella maggior parte dei casi, ho notato una grande indifferenza. Purtroppo la priorità viene data spesso a cose banali e non ad una vita umana, che potrebbe essere spezzata.
Spero e chiedo che chi leggerà questo articolo possa fare qualcosa per aiutarmi a dare una mano a Kenneth.
Su alcuni siti si possono firmare le petizioni in suo favore e si può anche trovare una lettera da spedire al Governatore del Texas.
Dedicate un minuto della vostra giornata per fare queste due cose così semplici, ma così importanti.

I siti sono:

www.freekenneth.com
www.todesstrafe-usa.de
www.kennethfoster.it (questo sito non é aggiornato, dovrebbe esserlo a breve)

Il Comitato Paul Rougeau ( www.paulrougeau.org ) ha organizzato una raccolta di fondi per pagare un avvocato che si aggiungerà a quelli che fanno già parte della difesa. Chi volesse contribuire può effettuare i versamenti sul c.c. postale 45648003 intestato "Comitato Paul Rougeau" (specificare la causale: “Pro Kenneth Foster”).
Allo stesso Comitato potete rivolgervi per richiedere di acquistare il libro di poesie di Kenneth, il cui ricavato sarà utilizzato in suo favore, e le T shirt contro la pena di morte, il cui ricavato andrà a questa associazione, che sta facendo davvero molto per Kenneth e per gli altri detenuti condannati a morte e che si sta battendo affinché questa barbarie abbia termine.

Sono in contatto con gli amici americani di Kenneth e stanno facendo anch'essi tutto il possibile per lui. Il 21 luglio si sono tenuti ad Austin, in Texas, una marcia ed un rally per Kenneth. Il 30 agosto ci sarà una manifestazione contro l'esecuzione.
La realtà della pena di morte, che a volte ci sembra così lontana, deve farci riflettere e farci capire che tutti siamo chiamati a fare qualcosa per migliorare questo mondo in cui viviamo. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa forma di violenza così disumana e non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad una vita che potrebbe essere spezzata, in nome di una "giustizia" che non si può definire tale.
Per questo chiedo a tutti: "AIUTATEMI A SALVARE KENNETH!".

Al termine di questa pagina dedicata a Kenneth, voglio citare una frase di una delle sue poesie. Dalla poesia "My alphabet" (Il mio alfabeto), alla lettera “K” Kenneth scrive: "Kindness is free, it's sad so few want to give it" (La gentilezza é gratuita, é triste che così pochi vogliano donarla).

Maria Teresa Osta


My name is Kenneth


Kenneth Eugene Foster Jr. (#999232) è entrato nel braccio della morte del Texas il 1° luglio 1997, ora ha 28 anni. Afro-americano, originario di Austin, ha una figlia di 10 anni di nome Nydesha che adora. Kenneth nel maggio del 1995 iniziò con altri giovani un'attività nel campo musicale, allestendo una sala di registrazione. Intendeva avvi¬cinare e recuperare i ragazzi di strada. Purtroppo è proprio attraverso questo suo meritorio impegno che si è messo nei guai. Uno dei suoi amici, nero an¬che lui, sparò ad un altro ragazzo, bianco e per giunta figlio di un noto avvocato di Austin. Per la polizia fu subito tutto chiaro: si trattava di omicidio e tentata rapina. A Kenneth fu inflitta una sentenza di morte per complicità pur trovandosi egli al¬l'interno della propria auto ad oltre 25 metri dal luogo in cui la vittima fu freddata con un colpo di pistola. Come tanti altri ospiti del braccio della morte, Kenneth proviene da una fami¬glia nella quale i problemi non sono mancati. Suo padre, tante volte detenuto, attualmente è in prigione. Sua madre è morta. Ha tre sorelle e due fratelli. Lo sostiene in questa diffi¬cile si¬tuazione la sua fede in Dio; è cristiano di confessione battista. Sta cercando di ottenere un nuovo processo e ci sono buone probabilità che ci riesca.

“Com’è vero che io vivo, afferma il Signore Dio,
io non voglio la morte dell’empio,
ma che si converta dalla sua condotta e viva”
Ezechiele 3,11

 

La medaglia ha una sola faccia, lettera di Kenneth Foster

Dale Recinella all’Arsenale della Pace

 

 

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