L’ultima frontiera

Publish date 05-12-2017

by Aldo Maria Valli

di Aldo Maria Valli - È l’Africa la nuova terra promessa del gioco d’azzardo. A Johannesburg si è tenuto un incontro di due giorni, il BiG Africa SuperShow, per mettere in contatto operatori del gioco con finanziatori, società di marketing e software, e al centro del dibattito c’è stata la strategia su come avviare un business di successo nel continente. «L’Africa – è stato detto – è una delle ultime frontiere per la crescita del settore dei giochi e ha una quota di mercato in continua crescita, di anno in anno. Tuttavia questo Paese (Sudafrica n.d.r.) necessita di una strategia propria, che differisca dai modelli di business americani o europei».

Banche, fornitori di software, società di marketing e bookmakers ritengono che in questo caso la scommessa, è il caso di dirlo, sia vincente. Di qui un programma che vede al primo posto la ricerca di finanziamenti, per poi passare alla fase di conquista di un mercato vastissimo. «Il gioco deve diventare condizione normale della vita delle persone»: questo ciò che si legge nel sito di un’agenzia giornalistica che si occupa di giochi e scommesse. Del tutto naturale dunque guardare all’Africa, «una delle ultime frontiere per la crescita del settore dei giochi», con «una quota di mercato in continua crescita, di anno in anno». «Negli ultimi anni – spiega “Mondo e missione” – la febbre dell’azzardo è diventata virale in molti Paesi africani.

L’aumento più consistente non è stato fra le fasce benestanti della popolazione, ma fra quelle più povere. Quale target migliore di chi sogna di cambiare radicalmente la propria vita? Basta convincerlo a giocarsi i pochi spiccioli che ha». Gli strumenti più usati sono il telefonino e Internet. È possibile scommettere anche somme minime, di pochi centesimi di euro. E anche il business delle lotterie nazionali africane è sempre più sfruttato.

Per contrastare il fenomeno, il Kenya ha alzato le tasse imposte alle società legate al mondo del gioco d’azzardo (tre quarti dei keniani tra i 17 e i 35 anni ammettono di aver scommesso almeno una volta), ma i proprietari di casinò e le società di scommesse hanno annunciato che daranno battaglia.

Aldo Maria Valli
THE INSIDER
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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