Agnivesh

Publish date 16-10-2018

by Aldo Maria Valli

di Aldo Maria Valli - Indù che aggrediscono un altro indù, per intimidirlo e ridurlo al silenzio. Succede in India, dove lo swami (maestro spirituale) Agnivesh, ottant’anni, noto per le sue battaglie contro i fondamentalismi e per il rispetto dei diritti umani, ha subito un vero e proprio pestaggio da giovani vicini al Bjp (Partito popolare indiano, di stampo nazionalista) del premier Narendra Modi.

Fondamentalisti indù si sono già resi responsabili di assalti a musulmani (come nel Gujarat) e a cristiani (nell’Orissa), ma è questa la prima volta che colpiscono un altro esponente della loro stessa religione, perché giudicato troppo dialogante e rispettoso nei confronti delle altre fedi.

Lo swami Agniwesh era appena uscito da un albergo nel distretto di Parkur (Stato del Jharkhand), dove si trovava per partecipare a un’iniziativa promossa dalle popolazioni locali di etnia santal in difesa dei propri diritti sulle terre, quando un gruppo di giovani lo ha accerchiato, gettato a terra e colpito.

«Sei qui per convertire i tribali al cristianesimo », hanno gridato gli assalitori. Un’accusa che nasce dall’impegno in campo interreligioso dello swami Aniwesh, che in passato ha partecipato più volte ai meeting delle religioni per la pace promossi dalla Comunità di sant’Egidio.

Consapevole del pericolo fondamentalista, lo swami si è sempre schierato coraggiosamente al fianco dei cristiani nel denunciare le campagne promosse contro di loro dai movimenti nazionalisti indù. Un comportamento inaccettabile agli occhi della galassia nazionalista, impegnata da tempo a far salire la tensione e a condizionare le autorità locali. Poiché lo swami Agniwesh aveva in programma di partecipare a una manifestazione contro il tentativo di modificare la legge che tutela i tribali circa i diritti sulle terre in cui vivono, e sulle quali alcuni grandi gruppi economici hanno messo gli occhi, l’aggressione si configura non solo come un raid punitivo, ma anche come un avvertimento.

Si spiega così anche la campagna denigratoria (lo swami dipinto come un agente al servizio «degli stranieri») della quale la guida spirituale è stata fatta oggetto sui social media.

Aldo maria Valli
THE INSIDER
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

 

 

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