BRASILE: il Papa e i giovani

Publish date 17-06-2007

by Simone Bernardi

 

“Ho voluto ardentemente incontrarmi con voi in questo mio primo viaggio in America Latina...”

di Simone Bernardi

SAN PAOLO. La visita pastorale di Benedetto XVI in Brasile era stata definita da più parti “la prova del fuoco”: “Chissà se questo Papa saprà finalmente toccare il cuore dei milioni di cattolici brasiliani e latinoamericani?”. Era la domanda di fondo.

Il Papa ha da poco lasciato questo Paese, dopo aver celebrato la Messa d’inaugurazione della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, nel grande piazzale di fronte al Santuario mariano dell’Aparecida. È presto per fare valutazioni! Il tempo e l’agire della gente ci diranno quali sono gli effetti concreti di questi intensi giorni latinoamericani, ma una breve considerazione “a caldo” la possiamo fare.

La Fraternità dell’Arsenale della Speranza era presente all’arrivo al Monastero di São Bento (dove Benedetto XVI ha dato il suo primo saluto e benedizione alla folla), all’incontro con i giovani nello Stadio Pacaembu, alla Santa Messa di canonizzazione del Beato Frei Galvão e all’incontro con la Comunità Fazenda da Esperança (realtà impegnata nel recupero di giovani tossicodipendenti) a Guaratinguetá.

Una cosa la possiamo certamente affermare: il popolo brasiliano ha conosciuto una nuova immagine di papa Benedetto XVI. Un papa che in molti (per non dire moltissimi) qui descrivevano come una persona dura, chiusa, quasi ostile verso ogni tipo di manifestazione festosa e gioiosa (così care ai brasiliani), sin dall’arrivo si è invece mostrato un papa sorridente e simpatico. Questo – inutile dirlo – ha piacevolmente stupito i brasiliani che via via si sono lasciati conquistare da “Bento XVI”!

Significativo il fatto che il primo grande incontro con la Chiesa brasiliana e dell’America Latina sia stato quello con i giovani. Un forte appello alla vita e un invito a non sprecare la propria gioventù è stato il grande messaggio che Benedetto XVI ha voluto lasciare ai 40.000 giovani arrivati a San Paolo da oltre 200 Diocesi brasiliane e poi da Argentina, Uruguai, Cile, Paraguai, Perù, Honduras e Messico.

Insieme alle immagini di questo incontro, riportiamo alcuni brani di questo messaggio esigente, di chi ama i giovani, sviluppato a partire dalla domanda di senso che il «giovane ricco» rivolse a Gesù: “Cosa fare per raggiungere la vita eterna?” (Mt 19, 16-22).

“Ho voluto ardentemente incontrarmi con voi in questo mio primo viaggio in America Latina. Ieri sera, sorvolando il territorio brasiliano, già pensavo a questo nostro incontro nello Stadio del Pacaembu, con il desiderio di stringere in un grande abbraccio molto brasiliano tutti voi, e manifestare i sentimenti che porto nell'intimo del cuore e che, molto a proposito, il Vangelo di oggi ci ha voluto indicare”.

“Il testo di Matteo parla di un giovane, il quale corse incontro a Gesù. In questo giovane vedo tutti voi, giovani del Brasile e dell'America Latina. Siete accorsi dalle varie regioni di questo continente per il nostro incontro. Volete ascoltare, dalla voce del Papa, le parole di Gesù stesso. Avete una domanda cruciale, riferita nel Vangelo, da sottoporgli. È la stessa del giovane che corse incontro a Gesù: cosa fare per raggiungere la vita eterna? Vorrei approfondire con voi questa domanda. Si tratta della vita. La vita che, in voi, è esuberante e bella. Cosa fare di essa? Come viverla pienamente?”.

“Comprendiamo immediatamente che non è sufficiente il “qui” e l'“adesso”; detto altrimenti, noi non riusciamo a ridurre la nostra vita entro lo spazio e il tempo, per quanto pretendiamo allargare i suoi orizzonti. La vita li trascende. Con altre parole: noi vogliamo vivere e non morire. Sentiamo che qualcosa ci rivela che la vita è eterna e che è necessario impegnarsi perché ciò avvenga. Insomma, essa è nelle nostre mani e dipende, in certo qual modo, dalla nostra decisione”.

“Molte volte sentiamo trepidare i nostri cuori di pastori, mentre costatiamo la situazione del nostro tempo. Sentiamo parlare delle paure della gioventù di oggi. Esse ci svelano un enorme deficit di speranza: paura di morire, nel momento in cui la vita sta sbocciando e cerca di trovare la propria via di realizzazione; paura di fallire, per non aver scoperto il senso della vita; e paura di rimanere staccato, di fronte alla sconcertante rapidità degli eventi e delle comunicazioni. Registriamo l’alta percentuale di morti tra i giovani, la minaccia della violenza, la deplorevole proliferazione delle droghe che scuote fino alla radice più profonda la gioventù di oggi. Si parla per questo, in conseguenza, di una gioventù sbandata”.

”E voi, giovani del Brasile e dell'America Latina, avete già scoperto che cosa è buono? Seguite i comandamenti del Signore? Avete scoperto che questa è la vera e unica strada verso la felicità? Gli anni che state vivendo sono gli anni che preparano il vostro futuro. Il «domani» dipende molto dal come state vivendo l'«oggi» della giovinezza.

Davanti ai vostri occhi, miei carissimi giovani, avete una vita che desideriamo sia lunga; essa però è una sola, è unica: non permettete che passi invano, non la sperperate. Vivete con entusiasmo, con gioia, ma soprattutto con senso di responsabilità”.

Un messaggio che merita certamente di essere ripreso ed approfondito da tutti i giovani di questo immenso Paese e continente. Un messaggio che sarà la base d’ispirazione e di lavoro per i prossimi anni, così come il contenuto dei numerosi interventi pronunciati durante questa intensa visita pastorale di Benedetto XVI. Ci impegniamo a tenervi aggiornati! 

Simone Bernardi

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