UN’EPICA FIGURA

Publish date 11-08-2012

by Mauro Tabasso


Nel silenzio il nostro cervello ha qualche possibilità di fare bella figura. Nelle troppe parole difficilmente.

di Mauro Tabasso

 

A volte nella vita viene un momento in cui non si ha niente da dire… Ed è allora che basterebbe non perdere l’occasione di stare zitti, di riprendere fiato, di ascoltare, di guardarsi intorno e/o dentro, nell’attesa (spesso premiata!) che ci venga in mente qualcosa in più di una fesseria da dire. Se poi l’attesa dovesse protrarsi, ciò non significherebbe che l’unico neurone che vaga nel nostro cranio, solo come la particella di sodio in cerca di una sinapsi, una qualunque, abbia smarrito il senso della vita. Sarebbe sufficiente dargli tempo e non metterlo in ansia.
young.jpg Prima o poi qualcosa di intelligente tirerebbe fuori anche lui, ne sono certo. Purtroppo, il nostro prepotente bisogno di affermazione, la nostra necessità continua di ottenere conferme, il nostro ego o semplicemente il puro terrore di stare da soli con noi stessi hanno quasi sempre la meglio.
Sgomitiamo o alziamo la manina, facciamo un salto e poi apriamo la bocca incuranti del fatto che il cervello non le si è ancora connesso e il più delle volte facciamo un’epica figura… di menta… che per quanto profumata sia, rischia di non essere una cosa piacevole.

E la cosa peggiore è che a volte non ce ne accorgiamo nemmeno. Dobbiamo aspettare che qualcuno ci dica che… pervadiamo l’ambiente circostante con un aroma inconfondibile.
Prendete ad esempio i nostri politici… addirittura loro in quei casi gridano che la puzza che sentiamo sono gli altri che ce l’hanno addosso. La stessa pratica dello sproloquio si manifesta poi in tutte le nostre altre espressioni, ivi compresa l’arte in generale e, per quel che mi riguarda, la musica in particolare.
Più volte abbiamo discusso e sognato, nella redazione del nostro giornale, di trasformare la nostra rubrica La musica che non c’è in La musica che non ci dovrebbe essere… Non ci basterebbero tutte le pagine del giornale per recensire le tante pubblicazioni meritevoli in questo senso…

Perché non lo abbiamo ancora fatto? Perché non è nello stile della testata cassare per cassare, quanto dare spazio al bello, al bene, al positivo e alla speranza. Che dite, questo mese sono eccessivamente caustico? È che sono stufo di guardare e sentire cose che altrettante brillanti dritte mi suggeriscono di sbirciare ora su youtube, ora su myspace o peggio del peggio in tv.
Dico io, ma le persone che scrivono certi brani (e mi riferisco a musica e testo!!!), che realizzano certi video, che si fanno scattare certe fotografie e poi si credono o si atteggiano a f… dico io, ma queste persone di ogni età si sono guardate in giro prima? Hanno ascoltato qualcosa oltre al buzzer del citofono, allo sciacquone del water o alla suoneria del cellulare che canta Bella topolona? Hanno letto due righe di giornale anche solo dal barbiere prima di mettere in circolazione certe emerite vaccate? E se sono così consapevolmente ignoranti, si sono dati la pena di chiedere qualche consiglio? Evidentemente no, altrimenti avrebbero scoperto che la loro grande trovata in realtà qualcuno l’ha già realizzata molto, molto prima e anche molto meglio. E che dire dei più giovani e giovanissimi e/o dei loro genitori? Fatevi un giro su youtube digitando ad esempio come chiave di ricerca la parola young, giovane, appunto.

Troverete una schiera di chitarristi, batteristi, violinisti, pianisti
, molti dei quali cinesi, che suonano duemila note al secondo con la naturalezza con la quale mio figlio tira un calcio a una palla e rade al suolo il geranio più bello della nonna. Ma un’esibizione di quel genere… cosa significa?
Magari che quel bambino ha passato e sta passando la gran parte del suo tempo a fare scale cromatiche invece che a correre nel parco. Per cosa poi? E la musica? Frega niente.
È più facile fare scale per tre ore al giorno che capire e gustare, smontare e rimontare una struttura armonica, un passo melodico, ma in quel caso bisogna chiamarla ginnastica, esercizio fisico e disciplina (cose buone, per carità…) ma non musica perché quella sta veramente da un’altra parte. Dove? Innanzitutto dove prima di parlare (suonare) si sta zitti e si ascolta. E se non si sente nulla non ci si agita per così poco. Il grande saggio che un tempo disse “Taci o dì qualcosa di migliore del silenzio” aveva certamente capito molto di più sulla musica di tanti musicisti cantanti acrobati funamboli che si filmano mentre fanno le piroette…

 

 

 

 

 

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