Una porta alla volta

Publish date 01-03-2013

by Marco Grossetti

di Marco Grossetti - La vita di Dana e Sebastiano è cambiata grazie ai progetti dell’Unione europea: opportunità di crescita e di formazione che possono portarti  dove non avresti mai immaginato.

DANA

BUTEA
Dana è partita da un piccolo paese di cinquemila abitanti in Romania, e molto probabilmente non sarebbe dove è adesso senza una cosa chiamata Unione europea. Oggi si occupa di formazione per l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nella sede delle Nazioni Unite di Torino. Ci è arrivata aprendo una porta alla volta, senza smettere mai di avere nelle mani un pezzo di carta dove scriveva tutto quello che doveva fare per poter realizzare il suo sogno.

BUCAREST
Quando Butea ha cominciato ad essere troppo piccola per lei, si è spostata nella capitale della Romania, dove c’erano il liceo e l’università che le avrebbero permesso di aprire la porta successiva. Dana ha scelto la facoltà di Scienze Politiche, scrivendo la tesi sulle politiche di integrazione e negoziazione per l’ingresso del suo Paese nell’Unione europea, approfondendo in particolare le tematiche legate all’agricoltura ed alla competitività.

BRUXELLES
Per completare la sua ricerca non si è fermata a quello che c’era scritto sui libri nelle biblioteche o nelle pubblicazioni su internet. Il suo nuovo obiettivo è diventato fare uno stage nelle istituzioni europee a Bruxelles: Dana allora ha bussato a mille porte fino a quando non gliene hanno aperta una, perché voleva capire qual era il punto di vista dell’Unione nei confronti di un Paese che voleva entrare nella grande famiglia europea. Diventata dottoressa, è poi tornata nella città sede del Parlamento europeo per una nuova esperienza lavorativa, dopo avere cercato per due o tre mesi su internet il modo di valorizzare le sue nuove conoscenze.

TORINO
Un altro stage ha aperto a Dana le porte dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: da sei anni entra ogni giorno nella sede delle Nazioni Unite a Torino, lavorando su progetti europei di formazione per i sindacalisti di tutto il mondo. Corsi sulla libertà d’associazione, la negoziazione collettiva, lo sviluppo sostenibile ed altre tematiche che radunano

a Torino e Bruxelles difensori dei diritti dei lavoratori da ogni angolo della Terra. Domani partirà nuovamente per la città belga dove hanno la loro sede le principali istituzioni europee, per un corso sullo sviluppo di capacità per i sindacalisti dei nuovi Paesi membri e dei Paesi candidati ad entrare nell’Unione.

MONDO
Nei prossimi giorni, nella stanza a fianco alla sua a Bruxelles ci saranno venti delegati di un sindacato cinese, arrivati in Europa per un altro corso di formazione. Dana in questi anni ha conosciuto tante persone che mettono a rischio la propria vita per migliorare quella degli altri, come un autotrasportatore turco che è stato incarcerato diverse volte soltanto perché è membro di un'associazione che difende e promuove i diritti dei lavoratori, un sindacalista colombiano licenziato dai suoi datori di lavoro semplicemente per avere partecipato ad un corso sulla libertà d’associazione, uno africano che dopo avere partecipato ad uno dei corsi di formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro è entrato a fare parte del governo del suo Paese, la Tanzania.

EUROPA
Dana parla correttamente quattro lingue: romeno, italiano, inglese e francese. Nonostante questo non si è fatta scappare l’occasione di imparare anche lo spagnolo.
Quando la scorsa settimana ha organizzato un corso per i giovani dirigenti di un sindacato italiano, ha dovuto però tradurre il materiale che pensava di distribuire in lingua inglese, dopo le proteste di chi non riusciva a capire tutto quello che c’era scritto. Dana dice che forse il trucco è anche fare un passo in più, lasciando la propria sicurezza per imparare qualcosa di nuovo, che non sai bene a cosa ti servirà, come imparare un’altra lingua. Qualcosa che però magari un giorno ti aprirà una porta che non avresti mai immaginato. Dana dice che non è la soluzione del problema, ma se apri tante porte, da qualche parte almeno un’opportunità arriva. E ripensa a tutte quelle che lei ha aperto una alla volta. Andando a Bucarest, a Bruxelles, a Torino, imparando l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo. E a tutte quelle che tanti giovani lasciano chiuse senza che possa entrare niente di buono.   


SEBASTIANO

SIRACUSA
Sebastiano da bambino aveva tutto, a cominciare da una famiglia che gli ha voluto bene e che attraverso mille sacrifici non gli ha fatto mancare niente di quello di cui aveva bisogno per crescere. Grazie all’esperienza con il gruppo scout della sua città, diventando grande ha incontrato anche le esigenze e i bisogni degli altri, incrociando la strada di chi apparentemente non aveva niente ed impegnandosi in prima persona nell’organizzazione di attività di animazione e formazione per i bambini della sua città che non avevano avuto la sua stessa fortuna.

TORINO
Il primo passo verso il suo futuro Sebastiano l'ha fatto lasciando la Sicilia: l’amore per la natura e per la matematica lo ha portato al Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture. Per Sebastiano è stato l’inizio di un percorso per educare e sensibilizzare prima di tutto se stesso, e poi gli altri, alla protezione e alla difesa della natura, alla costruzione di un futuro davvero sostenibile per tutti. Il secondo passo Sebastiano l’ha fatto quest’estate grazie ad una borsa di studio messa a disposizione dalla Regione Piemonte e dal Politecnico di Torino, per il programma Erasmus. Sono i primi passi che porteranno Sebastiano a farne altri mille in una direzione che nessuno sa.

INSTANBUL
Per Sebastiano l’Erasmus è stato da subito un’occasione da non perdere, per continuare a studiare ingegneria ambientale, diventando allo stesso tempo una persona migliore attraverso il confronto con stili di vita e culture diverse dalla sua, come quelle degli altri studenti che arrivano da tutta Europa per partecipare allo stesso progetto e come quella del Paese che lo ospita. La Turchia è un posto dove, racconta Sebastiano, tutti sono gentilissimi, cercano di aiutarti in mille modi anche quando tu non glielo chiedi. Un Paese moderno, che sta crescendo a ritmi frenetici, senza perdere le proprie origini, la propria cultura, le proprie usanze, dove metropolitana, centri commerciali e grattaceli si confondono con antiche stradine, venditori ambulanti e moschee.

EUROPA
L’Erasmus è un progetto nato nel 1987 dall’idea di un’associazione studentesca, che permette ai giovani di tutta Europa di effettuare in un’Università di un altro Paese dell’Unione un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria facoltà, e che ha coinvolto in questi anni oltre tre milioni di studenti. È una delle tante opportunità offerte ai giovani dall'Unione europea, come per esempio il programma Leonardo o il Servizio Volontario europeo. Secondo Sebastiano queste iniziative rappresentano un grande passo di apertura verso gli altri ed hanno un altissimo valore formativo. Lui è convinto che ancora prima dei progetti politici ed economici, il sostegno e il contributo per la formazione dei giovani, dovrebbero diventare una priorità per l’Europa. Una formazione fondata sul dialogo e sul confronto, per costruire la base su cui le nuove generazioni inventeranno il futuro di tutti. Incominciando, come hanno fatto lui e Dana, ad avere il coraggio di scommettere sulle proprie possibilità, affrontando da soli un pezzo di mondo, per conoscere veramente se stessi e gli altri, senza avere paura di aprire almeno una delle mille porte che hanno davanti.   

 

Speciale – L'EUROPA CONVIENE 6 / 6

Le risposte alla crisi, la difesa della moneta unica, il confronto non facile con il resto del mondo. Dove sta andando il vecchio continente? Vale ancora la pena stare insieme? Sì, ma senza scorciatoie, perché il sogno di unità è la soluzione, non il problema.

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