Tra noi è sempre stato così

Publish date 10-08-2012

by Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Il passato non deve essere un ostacolo per giungere a conoscersi nel profondo e per scrivere una nuova storia. Filippo e Stefano sono due fratelli di 12 e 10 anni. I loro genitori si dicono “molto, molto arrabbiati” perché vivono in una situazione intollerabile. Per entrambi il problema è rappresentato dal comportamento di Stefano: impulsivo e provocatorio, Stefano non teme nessuno, esaspera gli adulti che lo circondano (soprattutto la madre), non accetta regole, non rispetta le punizioni, mostra assoluta indifferenza per i diritti degli altri e tende ad infastidire deliberatamente i coetanei. Recentemente è stato espulso dalla squadra di calcio e dal gruppo di catechismo. A scuola è sempre lui ad iniziare scontri e litigi, nel corso dei quali spesso giunge ad aggredire con calci e pugni i compagni. Ovviamente i genitori delle sue vittime non fanno che lamentarsi con le insegnanti, le quali a loro volta non fanno che lamentarsi con i suoi genitori: tutti sono intrappolati in un circolo vizioso di continue accuse e scuse reciproche, dal quale non si esce. Come se ciò non bastasse, spesso anche Filippo contribuisce ad appesantire il clima familiare: lui non picchia e non provoca, ma usa un linguaggio molto volgare, insultando i genitori ogni volta che lo contraddicono, gli negano qualcosa o lo rimproverano. E non lo fa soltanto in casa, ma anche in pubblico: davanti a scuola, a casa di parenti ed amici, nei negozi o per strada.

Filippo si mostra perennemente insoddisfatto, pensa di avere sempre ragione, pretende di fare tutto ciò che vuole perché ormai è grande e insulta continuamente anche il fratello, che ovviamente si offende e gli scaglia addosso qualsiasi oggetto gli capiti tra le mani. Di fronte a tutto ciò, i genitori reagiscono in modo altrettanto violento: il padre furibondo distribuisce sberle, sculaccioni e parolacce di ogni genere, la madre inferocita urla sempre più forte e a tutte le ore, tanto che i vicini di casa si sono più volte lamentati e minacciano di chiamare i carabinieri. Alla fine i due coniugi litigano fra loro, accusandosi reciprocamente con astio. Se si prova a chiedere a ciascuno dei membri di questa famiglia arrabbiata come si sente, tutti rispondono di star male, ma nessuno riesce ad andare oltre la descrizione (anche dettagliata) degli errori che vede nel comportamento degli altri. Le cause del malessere sono collocate esclusivamente fuori di sé. Nessuno sa identificare e descrivere le proprie emozioni. Nessuno distingue i propri sentimenti dalle azioni aggressive che quotidianamente compie. E naturalmente nessuno è certo in grado di ricordare quando e come tutto ciò sia iniziato.

La loro conclusione è: “Tra di noi è sempre stato così”. Invece il modo di amare e di stare bene in famiglia, e soprattutto le trappole e gli ostacoli all’amore, sono legati alla nostra storia personale. Abbiamo tutti la tendenza a riprodurre il clima in cui siamo vissuti in passato, a ripetere all’infinito gli stessi gesti con lo stesso stile. La rabbia espressa oggi può essere quella provata ieri, la violenza che esercito oggi sugli altri quella subita da me anni fa. Nulla di tutto questo è però immutabile, si può in ogni momento cominciare a scrivere una storia diversa. Occorre però giungere all’autoconsapevolezza, sostando a lungo davanti a se stessi per arrivare a conoscersi fino in fondo. Questo è il duro lavoro che dovranno fare Filippo, Stefano e i loro genitori. Ne vale la pena? Certo! Soprattutto quando in ballo c’è così tanta rabbia. Infatti “le conseguenze della collera sono sempre molto più gravi delle sue cause”, scriveva già secoli fa Marco Aurelio.

Genitori e Figli – Rubrica di Nuovo Progetto
Gabriella Delpero - Neuro psichiatra infantile

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