Perchè a me ?

Publish date 09-08-2012

by Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Storia di un compositore che non sta... sotto la palma. (Da NP - novembre 2011)


Il mese scorso vi ho parlato di Mama vol. 2, l’album che abbiamo presentato in anteprima all’Arsenale di Torino martedì 19 ottobre scorso.
Non è stato un concerto ma una chiacchierata condita di musica, dove (in assenza di Ernesto, ahimè!) mi sono state rivolte diverse domande a proposito del cd.
Pessima esperienza (le domande)... Già mi agito quando devo suonare e dirigere, ma quando devo parlare mi assale il panico, l’ansia da prestazione, il terrore che la prof. mi becchi e la paura del Babau. Una delle domande che mi è stata rivolta riguardava la/le mie fonti di ispirazione, da dove traggo spunto per scrivere. Ho risposto con una battuta che a causa del suo riferimento etilico non posso trascrivere (scripta manent...)...
Però se ora me lo permettete, vorrei anche se tardivamente dare una risposta più o meno sensata.
Mauro TabassoL’ispirazione nessuno sa da dove viene e perché; è misteriosa. Se lo sapessimo saremmo tutti dei creativi.
Io poi faccio una vita molto terra-terra, nulla di così ascetico. Sono nato e cresciuto in campagna, tra contadini, gente per la quale vali qualcosa solo se lavori sodo. In questo periodo mi alzo alle 6 meno dieci, vado a prendere la legna e accendo il camino, preparo la colazione per la mia famiglia, stendo il bucato che la lavatrice ha lavato di notte (la preparo di sera), carico la lavastoviglie, a volte stiro qualcosa alla rapida e alle sette e dieci esco di casa per accompagnare mio figlio più grande a scuola.
Tralasciando, per non annoiarvi, la mia giornata lavorativa, la sera, dopo la cena e le conseguenti faccende, studio o lavoro almeno un paio d’ore, cosicché prima delle due, due e trenta del mattino è difficilissimo che io vada a dormire.
Questo tran tran va avanti più o meno da 25 anni, per circa 330 giorni l’anno, anche se ora comincio a essere un po’ stanco. Questo per dirvi quanto sia trascendentale la mia giornata. A volte pensiamo che uno che scrive musica o dipinge o crea qualche cosa debba, per fare il suo lavoro, estraniarsi dal mondo, fare l’eremita, andare in montagna o all’ombra di una palma. Qualcuno in effetti lo fa (beati loro!).
Io sono sempre stato uno zappatore.
Niente palmizi o pinete profumate di resina. Mio malgrado ho sempre dovuto cercare ispirazione da un’altra parte, ma non una parte così... terrena come è la mia vita. Io credo che ognuno di noi sia accompagnato costantemente da una o più presenze. Lo credo sul serio. Molte persone li chiamano “Spiriti guida”, altri li chiamano “Angeli”, chiamateli come volete... Io ne ho due, e sono loro che mi assistono e mi danno costantemente idee, ispirazioni. Uno è l’Arcangelo Gabriele che ai suoi tempi (almeno così si dice) è stato un trombettista di un certo talento, l’altro è il mitico Arcangelo Ukulele, protettore di tutti i suonatori di cordofoni. Angelo con la tromba
Beh, insomma, sto scherzando un pochino, ma che ci crediate o no, a me l’ispirazione viene sempre nel sonno, e non certo per merito mio. Se dormo profondamente mi alzo e non mi ricordo nulla. Ogni tanto ci vuole.
Ma se dormo poco e male (un giorno sì e l’altro anche) mi sveglio stordito, ma con un’idea in testa, un motivo, un riff che mi ronza e non riesco più a scacciare via. E di solito si tratta di una cosa che può funzionare, sulla quale, attraverso la tecnica che mi viene dallo studio e dall’esperienza, posso lavorare e trasformarla in qualcosa di buono, credo.
A volte i miei spiritelli si fanno vivi ancora prima che io mi addormenti, cosa che mi fa imbestialire. Sto per prendere sonno e mi arriva il tarlo, l’idea. Così tra e me e me parlo, mi arrabbio e mi do risposta. “Ma dico io” (rivolto ai due, ammesso che mi sentano) “non potete aspettare domani mattina per farmi fare il creativo? Sono steso da cinque minuti, tra tre ore mi devo svegliare e volete già farmi alzare?”. Eppure so che se non prendo almeno uno straccio di appunto, la mattina c’è la nebbia, non ricordo nulla. Quelli sono i momenti in cui mi viene voglia di cambiare mestiere. Insomma, perché mi si uplodano le idee alle due e mezza del mattino?
Ci sono 200 milioni di creativi in giro per il mondo, perché a me? La risposta che arriva sempre, immancabilmente, è... “Tu sei il prediletto!”. E io: “Che... fortuna!”. Che nelle mie buone intenzioni significa “sia lode al Signore!” che mi ha insegnato a suonare l’Ukulele.
Io lo dico sempre ai miei grandi capi... Mandatemi un mese sotto a quelle conifere, e io scrivo una sinfonia al giorno... Forse...


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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