Musica a progetto

Publish date 15-08-2012

by Mauro Tabasso

Buon anno ! L’ho appena letto su un cartello luminoso della Società Autostrade. Ma, dico io, pensa al tuo, di anno. Vuoi che vada a sbaciucchiare un guard-rail perché mi sono distratto perché tu mi devi fare gli auguri?

Che poi il Signor Autostrade, Tronchetti Provera, mi pare, sa pensare bene alle sue cose visto che poco tempo fa con un piccolo aumento del pedaggio si è comprato a rate la Telecom, senza doversi nemmeno indebitare con qualcuna delle sue banche.
Ohh! Scusate. È che ho il canino un po’ avvelenato.
Un paio di mesi fa ho chiesto ai due Mega Boss della nostra redazione (Rosanna e Claudio) un anno sabbatico di vacanza da queste pagine, e loro, con il ditino, mi hanno fatto cenno di no. In quel momento ho capito che il famoso modulo T.F. stava calando su di me. Non conoscete il modulo T.F.? Da noi è un classico. T.F. significa letteralmente… Insomma usate l’immaginazione, non lo posso scrivere. Il suo significato è più o meno: “Attaccati al tram”.
Ma perché no, ho chiesto io, e la risposta è stata proprio mitica. Qualcosa del genere: “Perché tu sei il prediletto”. Che fortuna, ho risposto, che in un’arcana lingua significa: “Sia fatta la volontà degli altri, non la mia”. Quindi eccomi nuovamente a voi.


Durante quell’incontro, l’ottimo Boss Claudio mi ha detto
: “Perché non parli mai dei talent show?”. È semplice, perché non li guardo. Non disprezzo le persone che ne vengono fuori, sia chiaro. Nel tempo, qualche talento vero si è pure rivelato, e io sono sempre contento per chi, meritevole, ottiene un’occasione e la sfrutta. Il talento non va messo in cantina, ma in vetrina, perché tutti ne possano beneficiare e godere. E sono doppiamente contento quando un’occasione simile capita a un giovane. Il motivo per cui non seguo né talent né reality show è che non mi interessano, sono noiosi, privilegiano sempre la polemica, il gossip (che fanno audience) a scapito dell’arte, della persona.
Vi siete chiesti perché la discografia si interessa così tanto a questi ragazzi? Per bontà? Per filantropia? Per coltivare talenti? Nulla di tutto ciò.
Si interessa perché quando sei dentro una vetrina dalle mille strisce quotidiane, giornali, web e perfino telefonini, gli spiati passano attraverso mesi e mesi di sovraesposizione mediatica, e la parte più difficile, più costosa, più impegnativa del lancio di un nuovo prodotto è proprio la comunicazione dello stesso. Gli spiati non hai bisogno di comunicarli, tutti li conoscono, perché qualcuno ha già fatto per se stesso e per loro la parte più dura, cioè darli in pasto al pubblico in modo così massiccio. In teoria questo dovrebbe permettere alla casa discografica di turno di investire maggiori energie nel progetto artistico del cantante.

Ma anche questo non succede, perché non solo non c’è il progetto artistico, ma uno pur bravo come Matteo Becucci, dopo la vittoria nella passata edizione di X-Factor, si è trovato a realizzare un disco di corsa e con un budget irrisorio, perché su di lui (come sugli altri) non intendono solo guadagnare, ma, se possibile, andare ben oltre. Il nuovo artista viene presentato con un mini cd, prodotto in economia ma che costa come un cd normale e contiene uno, massimo due, originali e 5 o 6 cover. Il progetto non c’è. C’è solo l’intenzione di sondare, di verificare se il gradimento del pubblico nei confronti di quel personaggio esiste effettivamente o era legato solo a una presenza televisiva, magari gestita in modo aggressivo.
Giusy Ferreri è quasi riuscita a sdoganarsi, a sfuggire a questa logica in virtù di un certo indiscusso successo personale. Se va avanti così, ciò le darà presto un piccolo potere contrattuale, e quindi decisionale, e la possibilità di proporre (forse di imporre) il suo progetto.
Marco Carta, Noemi e Alessandra Amoroso, nonostante tutto, hanno appena intrapreso questo cammino. Marco Mengoni non ancora, ma presto sarà a Sanremo. E l’anno è appena cominciato. Dei reality vi parlerò poi.

Buon viaggio, guidate con prudenza e soprattutto non fatevi distrarre da stupidaggini.

 

di Mauro Tabasso

 

 
 

This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok