Martin Buber

Publish date 14-08-2012

by Annamaria Gobbato

di Annamaria Gobbato - Scrittore e filosofo, racconta: “Quando io ero bambino, lessi una vecchia leggenda ebraica che allora non potevo capire. Eccola: dinanzi alle porte di Roma sta seduto un mendicante lebbroso ed aspetta. è il Messia. Mi recai allora da un vecchio e gli chiesi: ‘Lei che cosa aspetta?’ e il vecchio mi dette la risposta che io allora non capii e che ho imparato a capire molto più tardi. Egli mi disse: Te”. Per Buber l’essere umano è per essenza dialogo, e non si realizza senza comunicare con l’umanità, con la creazione e con il Creatore.
E il Dio vivente della Bibbia, per lui, è un Tu con cui si parla e non un Tu di cui si parla, è un Dio a cui l’uomo rende testimonianza attraverso il suo impegno a favore del prossimo. Buber nasce a Vienna nel 1878 da genitori ebrei e trascorre l’infanzia in Ucraina presso il nonno Salomon, famoso erudito. Studia a Lipsia e Zurigo.
A vent’anni aderisce al movimento sionista di Teodoro Herzl, dedicandosi poi a studi e traduzioni di racconti chassidici. Nel 1925 inizia la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco. All’affermarsi del nazismo (1933) perde la docenza di filosofia ebraica di Francoforte. Trasferitosi a Gerusalemme, ricopre la cattedra di Filosofia sociale e, come membro del partito Yi’houd, lavora per un’intesa fra ebrei ed arabi, facendosi sostenitore di uno Stato democratico binazionale, dove ambedue i popoli possano lavorare e vivere insieme pacificamente. Finita la guerra intraprende un giro di conferenze in Europa e negli Stati Uniti. Muore a Gerusalemme il 13 giugno del 1965.

Gente di spirito – Rubrica di Nuovo Progetto

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