Mama vol.2 è arrivato!

Publish date 14-08-2012

by gianni

Di Gianni Giletti - Musica tra speranza e disperazione. Questo disco è stato talmente veloce che somiglia ad un take away, uno di quei bugigattoli dove il cibo si porta via o si consuma sul posto, in piedi e rapidamente. Per noi, abituati a tempi biblici, dieci mesi di lavoro per creare un disco sono un soffio, siamo ancora in fase di digestione.
Eppure sono bastati a produrre 12 canzoni che toccano nel profondo l’anima di noi del Sermig e di chi ci conosce. Perché questo coinvolgimento? Perché queste canzoni raccontano le storie dell’Arsenale, la vita che scorre tra queste mura così particolari del centro di Torino, dove ogni giorno il mondo ci entra in casa. Dalla ragazza dell’onda verde al piccolo kamikaze, dalla signora Lucia al bullo, da Cecilia ai poveri cristi di Mamma mia, queste canzoni sono un’istantanea su un’umanità dolente, ma che conserva nel proprio cuore quella speranza che viene dalla disperazione. Ma nel disco trova anche spazio l’impegno per un mondo migliore e la voglia di mettersi in gioco per realizzarlo. Ecco dunque mescolarsi speranza e disperazione, poveri vicini e lontani, sberleffo e pianto, gioia e dolore. I testi di Ernesto non ti danno tregua, ti coinvolgono a ogni passo, ti fanno vedere, sentire, condividere e quasi toccare le emozioni e i sentimenti che si vivono qui.
La musica di Mauro fa il resto. In questo disco sono quasi scomparsi i richiami alla musica etnica così presenti nei precedenti. Questa man¬canza viene compensata da uno stile omogeneo, più asciutto, che non rinuncia ai diversi generi, ma impone loro un marchio di fabbrica. I riferimenti e le influenze si sprecano, da Alan Parson Project agli Steely Dan, da Fossati al metal, dalla rock ballad al folk, la musica spazia su mondi apparentemente lontani pur restando ferma nel cortile dell’Arsenale. Una conferma, rispetto a Mama vol. 1, è l’alto numero di cantanti: sono sette che si alternano nelle dodici tracce (addirittura tre solisti insieme in un solo brano), voci diverse che ci raccontano in modi differenti l’unica grande storia di questo disco: noi siamo qui, sicuramente non riusciamo a fare tutto ma la porta è aperta. Finale atipico con una versione acustica dell’inno italiano nel ricordo dei 150 anni del nostro Paese.

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