Lettera di Ernesto Olivero al Santo Padre

Publish date 31-08-2009

by Mauro Tabasso


HANNO CANTATO PER TE...



Caro Santo Padre,

questa Messa per Giovanni Paolo II è una Messa dei poveri della terra, animazione liturgica che abbiamo ideato in tuo nome per avvicinare i giovani alla fede. È frutto dell’amore e del canto di tante persone. Hanno cantato tutti per te, Santo Padre, con vero affetto, con vera amicizia, con vero rispetto, per dirti che tutti crediamo in ciò che credi tu, tutti, anche i tanti che sono loro stessi vittime di una società che li rigetta e li costringe alla vita di strada. Hanno cantato tutti per te, per donarti i canti di questa Messa per i tuoi venticinque anni di pontificato.

Le parole che ho sentito di scrivere arrivano dalla vita, arrivano dagli incontri che la Provvidenza mi ha fatto vivere, fasciate dalla musica di Mauro Tabasso, giovane e bravo compositore che tu hai potuto apprezzare come direttore dell’orchestra del Giubileo della Pace.

In questi canti c’è il respiro della vita, ci sono le voci di uomini e donne che dalle situazioni più diverse si sono unite con un desiderio e un progetto comune: cantare per ringraziarti.

Hanno cantato per te i bambini, fra loro anche i bambini di strada del Brasile, nati nella miseria, nelle prigioni, da madri ancora bambine costrette troppo in fretta a diventare donne, nati senza padre nella violenza che spegne il sorriso.

Hanno cantato per te ciechi e zoppi, uomini di strada, senza casa, senza futuro che sperano solo in Dio; alcuni sanno a malapena parlare ma hanno imparato anche il latino per unirsi al coro e cantare per te.

Alcuni sono usciti da poco dalla prigione e, nella fatica, stanno camminando verso l’Amore. Il canto del Gloria è la parabola della loro vita: dal fondo più oscuro della nostra esperienza umana, la gloria di Dio opera con la Sua grazia e l’uomo rinasce, si trasforma, cambia.

Ha cantato un uomo di strada del Brasile che aveva appena perso la sua donna. E quando nel canto Memoria pronunciava le parole Voi che vedete la luce, ricordatevi di noi la voce gli si spezzava e gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Hanno cantato per te monache e monaci anche dalla clausura: il silenzio che diventa profumo di preghiera ha penetrato la melodia dei canti, ha penetrato la vita di tanti che ancora ricercano Dio e di tanti altri che nell’amore tentano di ritrovare la loro dignità di figli di Dio.
Hanno cantato per te giovani della Terra Santa. Nella loro voce si sentiva la tristezza per una pace ancora lontana, la speranza che l’amore prevalga presto sull’odio.

Hanno cantato per te dall’Arsenale della Pace di Torino uomini e donne di buona volontà che hanno creduto in un sogno e che per questo sogno si sono donati interamente, hanno creduto e continuano a credere che le armi possono essere trasformate in strumenti di lavoro, di giustizia, di perdono.

Il canto di tutti noi è una preghiera che si unisce alla tua per l’umanità intera perché ci sia giustizia, perché il perdono prepari la pace, perché ci sia vita dignitosa per tutti, ma specialmente per i bambini e per i giovani, uomini e donne di domani.

Ti ringraziamo infine Santo Padre per averci fatto conoscere il cardinale Van Thuan e averlo suggerito come maestro e amico per il Sermig. La sua figura di martire, le sue opere, la sua bontà, i suoi suggerimenti, la santità della sua vita, saranno per sempre nei nostri cuori. A lui, che pensiamo già santo, abbiamo dedicato una canzone che invita i giovani del mondo a conoscerlo ed a ricavarne lezioni di vita.
Alcuni dei canti che ti dedichiamo li hanno cantati centomila e più giovani al primo Appuntamento Mondiale Giovani della Pace il 5 ottobre 2002 a Torino ed è stato come averti lì con noi a ritmarli con la tua mano.
Grazie.
Ti vogliamo bene!

Ernesto Olivero
e i suoi amici

da Nuovo Progetto marzo 2005

 

 

 

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