La civiltà dell’amore
Publish date 28-11-2015
L’Amore vince l’odio e il male. Siamo nel mondo per fare del bene.
Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 17, leggiamo la preghiera con cui Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli non siano tolti da questo mondo; anzi, lo prega che stiano in questo mondo perché, come il Padre ha inviato lui, anche i discepoli siano inviati ad essere sale, luce, fermento. La preghiera di Gesù si può sintetizzare nel suo desiderio che tutti i suoi discepoli si donino, come lui stesso, per il bene degli altri. Siamo mandati a continuare la vita, a rimanere nel mondo per fare del bene, a costruire non più la civiltà del benessere, ma la civiltà di fare il bene, la civiltà dell’amore.
Questa missione diventa motivo di grande gioia perché troviamo quel senso della vita che ci permette anche di affrontare con serenità sofferenze, persecuzioni, difficoltà. Il Vangelo ci ricorda che Gesù sgrida Pietro che rifiuta l’idea della passione e della morte. Nel piano di Dio il Figlio dell’uomo deve passare per la sofferenza perché la sofferenza è la condizione umana. Non si può essere dentro il mondo senza soffrire, senza incontrare l’ingiustizia e la violenza, ma, pur subendo queste circostanze, siamo dentro il mondo per salvare, per vincere nell’amore.
La grande, grande grazia della vita cristiana, è di capire che l’amore è capace di vincere l’odio e che il male viene superato dal bene. Questo però non ci esenta di subire le conseguenze di un mondo in cui i rapporti sono tante volte di cattiveria, di freddezza, di ingiustizia.
La chiave della nostra preghiera è entrare nel progetto di Dio per capire che noi non arriveremo alla felicità piena senza sofferenze, per capire che in questo mondo la felicità è diversa, è la gioia di essere vicino a quelli che soffrono, è avere l’esperienza dell’amore gratuito. Possiamo essere come Gesù quando insegniamo agli altri che lui ci ha dato la chiave della vita: imparare da lui che amare è fare del bene, è volere bene agli altri come Gesù ci vuole bene.
Le sofferenze che dobbiamo affrontare sono tante, malattie, delusioni, morte di chi ci vuole bene, problemi economici, solitudine. Tutto questo è vero, però è altresì vero che Gesù ci dà la forza per superare tutte queste cose. Non ce le toglie, perché se le togliesse saremmo già in paradiso.
L’atto d’amore sta nell’essere presenti nelle situazioni difficili senza perdere né la pace né la fiducia, ma nel condividere la vita, nel saper offrire al Padre, come Gesù, la gioia di dare la vita per gli altri.
Signore, tu sei la vita, tu sei la via, tu sei l’amore, tu sei quello che dà senso alla nostra vita.
Noi però dobbiamo capire che, come discepoli di Gesù, non abbiamo privilegi, nel senso di essere quasi protetti da grazie speciali per non subire il peso della vita. Dobbiamo capire che, aiutati da una forza misteriosa, siamo totalmente presenti negli avvenimenti del nostro mondo con un amore grande, capaci di dire come Francesco: Signore fa’ di noi uno strumento della tua pace in questo mondo.
Il Signore faccia di noi strumenti della sua pace, ci dia una forza speciale per fare del bene in questo mondo e rimanere nel mondo quanto Dio vorrà, perché il mondo sia capace di aprirsi alla luce di Gesù.
Dom Luciano Mendes de Almeida
da NP
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