Io ti vedo... Vedi tu...

Publish date 17-03-2013

by Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Musica e passione: si impara da piccoli.  (NP Maggio 2008)

Il piccolo G. è arrivato alle prove accompagnato dalla mamma, come molti altri bambini. È molto emozionato all'idea di suonare con tanti altri giovani in un bell'Auditorium, tuttavia è lucido come chi sa bene ciò che vuole. Mi si avvicina da dietro e mi tira la maglia che porto fuori dai pantaloni.
Io mi giro, gli porgo la mano e lo saluto: "Ciao, mi chiamo Mauro, e tu ?". Lui mi squadra bene bene, poi con aria dubbiosa, quasi diffidente, mi dice: "Senti… Ma… Sei tu il Maestro?". Rispondo "Sì, sono io"; riprende lui: "Allora perché non porti il vestito? Perché non hai la bacchetta?".
Capisco di non aver passato "la rivista" e rimango più che disarmato, direi in mutande. Ti guardo
Poi mi riprendo e spiego che si tratta solo delle prove, non di un concerto, e alle prove si va tutti vestiti normalmente, senza il frac o lo smoking, per capirci. Inoltre spiego che ci sono direttori che non utilizzano la bacchetta e altri (tra i quali mi ci metto pure io…) che a volte la utilizzano, a volte no. Lui sembra riacquistare un po' di fiducia. Un attimo prima, guardandomi, è come se mi avesse detto: "Va beh, ma se il direttore porta i jeans e non usa la bacchetta, che ci sono venuto a fare qui? Io voglio fare sul serio, non ho mica tempo da perdere, io…".
Ora che sono passati alcuni mesi, io e G. ci salutiamo calorosamente ad ogni prova, avvenimento che si svolge sempre in un'atmosfera di grande disciplina e attenzione, a dispetto del fatto che i circa 70 orchestrali sono giovani, direi anche giovanissimi (età media intorno ai 18 anni); roba che non si vede neanche in ambienti professionistici super-blasonati (orchestre stabili, ecc.) dove a volte volano gli aeroplanini e i cellulari squillano continuamente…
MauroDurante le prove, quello più in tensione sono io, perché sento che ad ogni frase, ad ogni passo, ad ogni battuta di quello che suoniamo devo riguadagnare la fiducia di G. e dei suoi compagni, ai quali non sfugge davvero nulla o quasi. Ogni volta è come se mi radiografassero col loro sguardo e la loro attenzione. Sono quasi dei cecchini, nel senso più buono del termine (e ammesso che questa parola ce l'abbia). Il piccolo M. che mi arriva (come G.) più o meno alla cintura dei pantaloni (ed è noto che non sono uno spilungone) non legge ancora molto bene la musica, ma tiene lo sguardo incollato su di me. Suona le campane tubolari, uno strumento che in orchestra produce un suono potentissimo. Lui ha capito che quando io lo guardo, quello è il nostro segnale, e lui lì deve suonare (tuonare…). Se io lo guardo per sbaglio, magari perché mi sto semplicemente guardando intorno… Beh, peggio per me, perché lui suona e ha ragione di farlo. È quasi come se mi dicesse: "Io ti vedo… Vedi un po' tu…".
Ma forse vi state chiedendo chi sono i piccoli amici di cui vi sto parlando… Beh, quest'anno il Laboratorio del Suono, la nostra scuola di musica, compie dieci anni, e questi amici fanno parte dell'Orchestra Giovanile dell'Arsenale della Pace, formata da allievi del Laboratorio e non, amici che si uniscono a noi per la gioia e il piacere di suonare insieme. Ci sono chitarre (una quindicina), arpe da concerto e celtiche (un'altra quindicina), percussioni, archi, fiati, pianoforte e tastiere, fisarmoniche e ritmica.
Oltre agli strumenti, è rappresentato anche un discreto campionario umano ed etnico. Un gioioso ma disciplinato assieme strumentale che per sua formazione necessita di arrangiamenti scritti ad hoc. È un progetto partito a novembre del 2007, quindi ancora fresco fresco (n.d.r. articolo del maggio 2008), ma il suo sogno è partito da molto lontano, e solo quest'anno ha trovato la forza e la motivazione necessari al suo decollo. Ora speriamo riesca a prendere quota e riesca a portarci dove veramente abbiamo sognato che questa specie di "arca" musicale ci possa portare. Flauti
Muoverla costa molta fatica. Si prodigano tutti gli insegnati del Laboratorio, tutto lo staff tecnico formato da volontari, amici e appassionati, i genitori, i nonni, le tate, gli assistenti sociali dei bambini, tutta la Fraternità della Speranza che ospita il progetto, mette a disposizione il materiale e prepara perfino la merenda che consumiamo durante la mezz'ora di pausa accademica. Insomma, veramente tante e tante persone. Grazie ad ognuna di loro l'Orchestra ha già potuto esibirsi all'Arsenale della Pace in occasione dello scorso Natale (24 dicembre 2007), durante le più recenti celebrazioni Pasquali (marzo 2008) e si esibirà ancora il 16 maggio 2008 durante il primo concerto della rassegna "Salviamo 100.000 bambini" che ormai l'Arsenale ospita da qualche anno (si tratta di una serie di concerti a scopo benefico realizzati dalle scuole elementari e medie ad indirizzo musicale di Torino e del Piemonte).
Il concerto di maggio è anche il concerto di fine anno accademico del Laboratorio del Suono, avventura che dura da dieci anni e che oggi, anche grazie a G., a M. e a tutti gli altri, sta ritrovando qualcosa di veramente bello, che aveva perso o che forse non aveva mai avuto.
E ancora una volta mi tornano in mente le parole di quel grande saggio, che non c'entrano niente con la musica ma c'entrano a prescindere: "I bambini non sono un problema, ma la soluzione di tanti problemi".
Non provate a dargli torto.

 

 
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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