Dai e ti sarà dato

Publish date 23-06-2013

by Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Musica e precariato  (NP Giugno/Luglio 2012)

Questa mattina ho tirato giù mio figlio dal letto con le mine. Ho piazzato le cariche, ho disteso il cavo come Pancho Villa nei film western, mi sono riparato dietro una roccia nella stanza accanto e ho fatto detonare... La svegliaaaaa! Ritardo da paura. Baracus
Lui si è alzato con riluttanza, e ho dovuto caricarlo in macchina modello rapitore, tenendogli una mano sul capo e spingendolo sul sedile a pedate, poi ho chiuso il portellone scorrevole proprio come fa il Sergente P.E. Baracus dell'A-Team con il suo furgone, sono corso al volante e sono scappato via. Ho finito di abbottonarmi la camicia al quarto semaforo e probabilmente oltre alla visita del Messo Comunale (multa in arrivo) riceverò presto anche quella dell'Assistente Sociale, di un Giudice minorile e di un responsabile del Telefono Azzurro. Invocherò il rito abbreviato, le attenuanti generiche e comprerò il silenzio del ragazzo con un nuovo iPod... Uffaaaa!!!
Siamo agli ultimi giorni di scuola, non si è capito ? Non ce la si fa più. I ragazzi sono stanchi, ma anch'io non scherzo, e ieri oltre al mio lavoro mi sono studiato tutta la Prima Guerra Mondiale, la Jugoslavia di Tito, l'Europa fisica, l'America geopolitica e non so più cos'altro... Ah, sì, ho fatto ripassare "La Stangata" con il flauto a mia figlia (la cosa più facile). Dovrebbero darla anche a me la promozione.
Ma mentre io sono qui a contare i giorni, c'è chi pensa già con apprensione all'anno nuovo. Sono davvero tanti, tantissimi gli insegnanti di musica (e non solo) in preda al precariato che vivono con contratti a tempo o a progetto, e per loro la fine delle scuole significa qualcosa come... Il Calciomercato. Si devono preoccupare per tempo di ciò che potranno fare l'anno prossimo, inteso come settembre, quindi tra meno di tre mesi, che tra una storia e l'altra volano via in un baleno.
E allora cominciano un peregrinare che è diventato un comportamento distintivo per la specie, niente affatto ironico perché si tratta di lotta per la sopravvivenza. Ogni individuo comincia a raccogliere Attestati di Collaborazione artistica e professionale, mette insieme tutta la documentazione possibile proveniente sia dal pubblico che dal privato, aggiorna il curriculum, raccoglie tutto in un faldone che poi esibisce a destra e a manca, dal Provveditorato alle Scuole private, dalle Associazioni alle Fondazioni, dagli Assessorati agli istituti musicali, ecc. .
Insomma, se a me dovrebbero dare la promozione, a queste persone dovrebbero dare veramente la medaglia, non fosse altro che per il coraggio che dimostrano e per la caparbietà di rimettersi in gioco ogni anno, e non parlo di ventenni. Tra loro ci sono padri e madri di famiglia, gente con delle responsabilità. Certo in questa stessa situazione non ci sono solo musicisti o insegnanti di musica. Purtroppo è una condizione attualmente comune a moltissime categorie, a molte persone in molti stati del mondo.
Ma su tutte le altre, la mia categoria ha una carta in più, un jolly: la passione!
Tra gli insegnanti e i musicisti che conosco, praticamente tutti si sono trovati in questo settore a causa di un forte interesse iniziale, un hobby per il quale magari si era anche dotati, che poi è diventato un sogno, e subito dopo un impegno, infine una professione, per quanto precaria. Forse possono dire lo stesso altre categorie di persone? Non so, gli operai di un mangimificio, per esempio ? I cassieri o i contabili di un supermercato ? I benzinai, i camerieri, i redattori di un giornale, i commercialisti o gli impiegati di una multinazionale ? Lo dico con immenso, profondo rispetto per tutte queste persone, sia chiaro, ma vorrei fosse altrettanto chiaro che il musicista ha veramente una grande arma in più, anche se oggi se l'è scordato: è arrivato a fare ciò che sta facendo per pura passione, inseguendo un sogno, magari soffrendo, lottando, anche soccombendo, ma sempre con una luce in fondo al buio. Insegnante
Oggi in tanti hanno buone ragioni per lamentarsi. Può diventare precario chi fino a ieri era funzionario di una grande azienda, che oggi ha improvvisamente deciso che quella persona, semplicemente, costa troppo. Nessuno è al sicuro, e la passione sul lavoro sono davvero in pochi poterla mettere, anche se può essere ciò che fa la differenza. Sotto questo aspetto il musicista è un privilegiato, e dovrebbe insegnare a tutti, prima ancora delle scale e del solfeggio, che se non metti ardore, amore, se non ti metti totalmente in gioco ogni giorno in ciò che fai, il mondo potrà sempre fare tranquillamente a meno di te, senza preavviso. Se ti fanno fuori, solo la passione ti farà sempre rialzare la schiena.
Prendiamo esempio dai nostri amici e connazionali in Emilia. La loro passione per la vita è proverbiale, ed è per questo che sono più forti anche della sciagura. C'è solo l'amore che può vincere la morte, e se innamorarsi è un caso, l'amore invece è proprio una scelta.

 
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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