Ci vogliono anni per diventare giovani

Publish date 31-08-2009

by Mauro Tabasso


E voi quanti anni avete? Per capirlo fate come il nostro compositore, mettetevi all’ascolto di vostro figlio.

di Mauro Tabasso

Mio figlio ha da poco iniziato a suonare il violino. E io mi sono chiesto e gli ho chiesto “Perché proprio il violino, ché in casa un pianoforte c’è, una tromba pure, chitarre quante ne vuoi? Why? Perché il violino?”. Risposta: “Perché il violino è uno strumento che fa dei suoni a volte tristi, a volte allegri, dei suoni che però ti fanno sempre pensare…”. Fiiischia... ! Touché, mi sono detto. C’aggi’a fa… Vada per il violino.

L’altro giorno, poi, mentre tornavamo a casa dopo una lezione, accendo la radio sulla macchina, Radio2 trasmetteva Caterpiller - il fine giustifica gli automezzi, e lui se ne esce fuori con una storia del tipo “Papà, per favore potresti cambiare canale… Sai, a me piace solo la musica colta”. Eh? Cosa? What? Io strabuzzo gli occhi, lo guardo con i punti interrogativi sulla testa, come nei fumetti, penso un momento a Maria, la sua insegnante che conosco da dieci anni (e ovviamente stimo molto), poi, mentre lo accontento e passo sul 5° canale della filodiffusione 101.8 gli domando: “Cosa intendi per musica colta?” (e vi faccio notare che siccome non sono un ignorante la risposta la so!!!): “Beh, sai, quella musica che si fa con l’orchestra, ad esempio questa” e mi fischietta un frammento delle Quattro stagioni di Vivaldi. Strabuzzo un’altra volta gli occhi e anche le orecchie, e incasso la seconda pappina nel giro di due minuti.

Effettivamente per la S.I.A.E. (Società italiana degli autori ed editori) quella è musica colta, mentre l’altra è definita ora come popolare, leggera, melodica, e, in generale, non colta. Ora, per farvi capire, mio figlio non è che sia questo gigante di sapientone; è un bambino come tanti, e, per sua e anche mia fortuna, non è che Maria (che stimo sempre moltissimo) abbia creato un piccolo mostro. A volte mentre fa la doccia canta Libelà, irresistibile canzone di Enzo Jannacci, Cochi e Renato che l’anno scorso era la sigla del programma televisivo Zelig (“…Dai, vieni di là, vieni di là perché la vita è bella. Dai, vieni di là, vedrai sul muro rimbalzar la palla…”), in casa c’è il CD (Come gli aeroplani - Ala Bianca, 2001). E oltre a quella, canta, conosce e fischietta molte altre canzoni e arie di musica colta. Evidentemente non fa distinzione di generi, ma di suoni, di linguaggi. Gli rimane impresso ciò che colpisce il suo animo ancora privo di crema protettiva, di filtri propri, libero da pregiudizi, da insegnamenti troppo rigidi e da contaminazioni troppo marcate. Cavolo, come lo invidio!

È tutta la vita che studio musica molto (forse troppo) seriamente, che lavoro su me stesso e sulla mia persona, mi seziono e mi analizzo, mi smonto e mi rimonto per arrivare a una sintesi nel giudizio, nella scrittura, nell’arrangiamento, e ancora sento di non aver raggiunto quello che cerco perché spesso perdo di vista il cuore del problema: l’emozione, quella cosa che ti commuove, ti rende vulnerabile come un bambino, ti fa impennare i peli del corpo, rendendo l’epidermide simile alla superficie di un comodino appena carteggiato con la 40 a grana grossa.

Un grande saggio ha detto: “I bambini non sono il problema, ma la soluzione di tutti i problemi”. E aveva ragione. Il titolo di questo pezzo è una frase enunciata, diciamo così, da Pablo Picasso, anche se prima di lui qualcosa del genere era già stato proferito dal figlio di un falegname giudeo. La stessa frase di Picasso campeggia sull’ingresso della sede di Torino dell’Agenzia Armando Testa, dove lavora un distintissimo signore di nome Piero che sorride sempre, fa pacatamente la chioccia a tutti e secondo me vede la vita ancora con gli occhi di un bambino, anche se ha i capelli e i baffi grigi...

Come Big Well, il robot grasso e sferico del film Robots (che vi consiglio vivamente), grazie ai miei figli, anch’io ho capito cosa voglio veramente fare da grande: crescere e diventare come loro.
Ho una vita per farlo.
Potrei anche imparare a suonare il violino…

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