Chi era Oloferne ?

Publish date 26-09-2014

by Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Chi era Oloferne ?  (NP Settembre 2013)

Sono stufo di sentirmi dire che il mondo non è più quello di una volta.
Primo: lo so già; secondo e anche più importante: salvo che non vogliamo legarci una pietra al collo e gettarci in mare, sulla terra ci dobbiamo anche stare, quindi tanto vale che cerchiamo di starci al meglio.
Prendiamo il lavoro, argomento spinoso. Nel nostro piccolo, al Laboratorio del Suono, arriva in media una domanda a settimana, tutte sostanzialmente uguali: qualche riga e uno o più allegati.
A volte iniziano così: “Ragazzo trentenne offresi come insegnante di...”. Senza offesa, ma è già sbagliato! Finisco di leggere solo per rispetto di chi scrive. La maggior parte dei possibili datori di lavoro si sono già fermati a “Ragazzo...”. A trent'anni non lo sei più. Direi anzi che hai smesso di esserlo già da un po'.
Cerco lavoroE poi un imprenditore che può dare lavoro oggi si trova in una specie di supermercato sui cui scaffali ci sono proprio i (tanti) candidati. Immaginatevi  a comprare biscotti. Ogni confezione deve fornirvi almeno una ragione affinché la acquistiate. Una è senza colesterolo, un'altra non contiene glutine, una contiene fruttosio, un'altra il cacao, un'altra ancora la farina integrale o semplicemente costa meno... Scegliete quella che fa per voi. I nostri ragazzi quando cercano impiego, raramente sanno fare come i biscotti.
Hanno tutti un curriculum pazzesco, tanto è nutrito, ma nessuno sa dirti qual'è la sua unicità, il talento speciale che solo lui/lei ha, quella cosa (e guardate che almeno una ce l'abbiamo tutti) che lo/la distingue dalla massa in modo chiaro, inequivocabile, e che, in definitiva potrebbe rappresentare un buon motivo (forse l'unico) per essere assunto/a, dal momento che i titoli grosso modo si equivalgono. Io se potessi offrire un lavoro cercherei qualcuno che mi dica... Per esempio: “Sono altruista”, “Sono molto determinato”, “Metto passione e puntiglio in quello che faccio”, o semplicemente “So far ridere le persone e porto buon umore e ottimismo”.
Pensate. In un ambiente di lavoro stressante, uno che sa strappare una risata potrebbe fare la differenza, perché anche nei momenti difficili un sorriso allenta la tensione e fa lavorare più serenamente.Vi pare poco ?
E se non abbiamo questi talenti ne abbiamo di certo altri, basta scoprirli. Chissenefrega dei titoli! Poi un curriculum di tre pagine pur zeppo di lodi nessuno lo legge. Troppo lungo, non c'è né tempo né voglia. Molto meglio inviare un link su youtube e caricarci dentro una video presentazione di un paio di minuti, quanto basta a solleticare la curiosità, poi se vorranno conoscere i titoli saranno loro a chiederteli e tu avrai già ottenuto un risultato importante (creare interesse). Spesso si è costretti a far da sé perché la scuola non aiuta o non sa cambiare abbastanza velocemente.Oloferne
Ricordate chi era Oloferne ? Se amate Dante o Caravaggio forse sì. Oloferne... Che nome triste. Sembra la marca di un anticalcare. Io ho sempre amato la cultura in senso classico, ma sapere una cosa del genere oggi al massimo aiuta a fare un cruciverba. A scuola più che tante nozioni oggi dovrebbero insegnare un bel metodo di lettura e apprendimento veloce, che serve a imparare rapidamente e con minor sforzo qualsiasi cosa il lavoro possa chiedere (il manuale di un software, un protocollo di gestione, una sentenza della Cassazione, una lingua straniera e perfino chi era quel brutto ceffo narrato dalla Bibbia e ritratto da Caravaggio). Questo serve! Non dare un pesce ma insegnare a pescare.
E Oloferne, per la cronaca, si è fatto uccidere da Giuditta, una vedova ebrea che forse era sull'orlo di una crisi di nervi perché suo figlio aveva due lauree e un master e non trovava lavoro, ma non sapeva quale era il suo talento speciale, o se lo sapeva non aveva voglia di metterlo in gioco. Se nella vita non hai un sogno, come fai a sapere da che parte andare per realizzarlo ? E se ce l'hai, stai forse aspettando che sia lui a venirti incontro ?

 
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

Il suono del silenzio spazza via il chiasso che stordisce.

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