Cícero Severino Leite

Publish date 22-05-2019

by Simone Bernardi

di Simone Bernardi - Mi piacerebbe iniziare l’anno benedicendo, ringraziando, perché molto dipende da quello che facciamo, ma molto dipende da quello che diciamo, e allora sono contento di iniziare il 2019 dando continuità a questa piccola colonna che serve, appunto, a benedire, a dire bene, a dire grazie per tutte le persone che danno tantissimo affinché questo pezzo di Sermig in Brasile – che è l’Arsenale della Speranza – continui ad essere un posto buono.

Una di queste persone è il signor Cícero Severino Leite. Ve lo presento con una frase sua, “in lingua originale”, che mi ha detto il 21 dicembre dello scorso anno, al termine del suo ultimo giorno di lavoro, quando è andato in pensione: «Aqui, todo mundo é meu chefe, qui, ognuno è il mio capo». Viviamo in un tempo in cui si dà poca importanza all’umiltà, anzi, la si considera segno di debolezza, eppure questa frase, detta da Cícero – che è stato il nostro responsabile della manutenzione – dà all’umiltà un valore, una forza ed una profondità enormi.

Lui l’ha spiegata così: «Se il coordinatore dell’Arsenale mi dice: “Signor Cícero, c’è da controllare quel contatore, perché mi sembra sfasato”, io vado e verifico quel contatore. Se una delle persone accolte mi dice: “Signor Cícero, c’è una perdita in quel bagno...”, io vado e vedo cosa bisogna fare. Ogni persona qui è il mio capo. Io lavoro così». Cícero non è stato solo un “funzionario”, se tutti lo chiamavano “signor Cícero” è perché è stato soprattutto un maestro. In una società che vuole lavorare sempre e solo con “i migliori”, al signor Cícero veniva affidato, ogni mese, un team di collaboratori non professionisti, selezionato tra i nostri ospiti, ovvero tra le persone più in difficoltà della città di San Paolo.

Recentemente, il sindaco di questa grande metropoli, visitando l’Arsenale, ne ha elogiato l’eccellenza dei locali e l’alta qualità dei servizi offerti “ai più bisognosi”. Un cortocircuito interessante, se consideriamo che i protagonisti di quest’eccellenza sono proprio coloro che la città scarta e svaluta di più. Cícero non si è mai avvicinato ai suoi collaboratori con l’idea “devota” di aiutare i poveri, ma sempre con la bellezza e l’onestà del suo lavoro, disponibile ad essere rispettoso con tutti, ad insegnare, a ringraziare e ad avere pazienza. Un buon 2019, in controtendenza: nel segno dell’umiltà e della benedizione.

Simone Bernardi
OBRIGADO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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