Arte e pregiudizio

Publish date 21-10-2015

by Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - (NP Febbraio 2014)

Il nostro cervello è probabilmente l'organo più straordinario e meno conosciuto del corpo umano. Macchina di TuringE' un calcolatore di una potenza strabiliante. Non immaginiamo neanche la massa di dati che deve gestire in ogni istante, calcoli che sembrano scontati ma che qualcuno deve fare: tutti gli stimoli che arrivano dai sensi e richiedono un'azione (grattarsi, ripararsi dalla luce, dal rumore), il mantenimento dell'equilibrio, della temperatura corporea, la gestione di tutti i muscoli e i meccanismi involontari, come la respirazione, la circolazione, la digestione, le secrezioni, tutti i meccanismi biochimici (come il ph). Tutto contemporaneamente e magari mentre svolgiamo un'altra attività, lavorativa, sportiva, intellettuale, che coinvolge il linguaggio, la creatività o la comprensione. E' straordinario, vero? Un calcolatore così potente lo stanno sperimentando, ma per ora consuma come tre/quattro fabbriche di lampadine messe assieme ed ingombra come un Tir.

Il nostro cervello è infinitamente più economico ed efficiente. Ha un solo grande difetto strutturale. Il fatto che debba fare così tante operazioni complicate tutte insieme, lo rende (paradossalmente!) pigro

Fa quasi tutto di nascosto, portando a livello cosciente solo pochissime cose alla volta. Inoltre è alla costante ricerca di scorciatoie, di strade più brevi, di schemi che gli semplifichino il lavoro e gli facilitino la vita. Questi schemi, a volte si rivelano utili, altre volte diventano i nostri peggiori nemici, gli incubi più brutti della nostra esistenza, perché si radicano sotto il livello di coscienza e diventa difficilissimo, quasi impossibile modificarli (neanche a parlarne di riuscirci da soli). E' così difficile perché spesso neanche sappiamo di averli questi schemi, sono inconsci, nascosti.

Claudio Abbado

Tra i più comuni c'è sicuramente la paura, ma soprattutto il pregiudizio, qualcosa che il nostro cervello neanche si sforza di comprendere fino in fondo perché la classifica già come buona o cattiva sulla base di una prova spesso indiziaria. Tutti abbiamo dei pregiudizi: le donne sono tutte uguali, gli uomini anche, i neri sono così, i gialli cosà, i musulmani su, i cattolici giù... Sono tutti pregiudizi che classificano una categoria di persone per comodità, per risparmiarci lo sbattimento di conoscere, di capire, di confrontare, azioni che raramente abbiamo la volontà di compiere perché costano fatica, tempo, e comportano il pericolo di trovarci nella condizione di dover modificare uno schema. Nulla nuoce all'arte più del pregiudizio.

Molto si è parlato (in vita e in morte) di Claudio Abbado, uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi, per oltre un decennio alla guida dei Berliner Philarmoniker, la più importante e quotata orchestra del mondo. Sono convinto che soprattutto tra i più giovani, sono in molti a non sapere minimamente chi era e cosa faceva. Era/è semplicemente un personaggio da associare (secondo un pregiudizio) a un mondo (la musica classica) discretamente noioso, inutile, da vecchi.

Lo stesso fanno spesso le persone mature con fenomeni musicali a carattere prettamente giovanile. Emis KillaEbbene, entrambi (giovani e vecchi) secondo me si privano di qualcosa di bello di cui potrebbero godere, a patto di conoscerlo (conoscere = tempo = energia = fatica = ma chi me lo fa fare ?). Questi meccanismi del cervello, sono assolutamente noti e regolarmente sfruttati da tutti i grandi poteri del mondo. Programmare una massa significa farle fare più o meno quello che vuoi. La crisi è già nella nostra testa quando non abbiamo più voglia di capire, perché è più semplice adottare un'idea che altri hanno avuto e che in tanti sostengono che è buona. Le persone che con gli schemi degli altri si sono fatte i suffumigi sono quelle che hanno veramente cambiato qualcosa nella storia. E io spero di trovare sempre forza e volontà necessari per farmi un bell'aerosol

 

 

 

 

I

l suono del silenzio spazza via il chiasso che stordisce.

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