Apa, un giuramento di amicizia

Publish date 31-08-2009

by andrea


Andrea Moiraghi, medico e odontoiatra, racconta un’esperienza di solidarietà in Africa attraverso l’APA, associazione di volontariato di odontoiatri che opera in Kenia dal 1999.


di Andrea Moiraghi

Chiunque abbia visitato l’Africa al di fuori dei lussuosi villaggi di vacanza o lontano dalle classiche rotte turistiche, avrà constatato il divario che separa una stretta minoranza di persone agiate e benestanti dalla maggioranza di poveri e di diseredati. Vivono in villaggi sperduti o in desolanti suburbi a ridosso delle grandi città e sempre di più in spaventose baraccopoli che non hanno nulla da offrire. La mia vita è un po’ cambiata da quando per la prima volta sono entrato in contatto con queste realtà, con i bambini affamati che cercano cibo fra i rifiuti delle discariche, con i malati che muoiono come le mosche per l’ Aids o per malattie curabilissime da noi come malaria e tubercolosi, con i bambini che non potranno mai imparare a leggere e scrivere per indisponibilità di mezzi e di scuole. Mi sono chiesto se noi come odontoiatri, favoriti da un indubbio benessere, potevamo rimanere indifferenti davanti a una miseria così aberrante e così diffusa.
Perché interessarsi dei poveri dell' Africa quando sono tanti i poveri qui in Italia, alcuni dei quali provenienti proprio dal continente nero? È vero, purtroppo lo so e per quanto posso mi impegno anche su questo fronte, lavorando come volontario nel centro medico del Sermig. Però da noi fortunatamente non si muore di fame e chiunque può accedere a un ospedale per farsi curare o può frequentare una scuola, a meno che non viva nella clandestinità. È altresì vero che l’ Africa è flagellata da malattie ben più gravi che non le malattie dentali, basti pensare alla tubercolosi, alla lebbra, alla malaria, alla poliomielite e oggi l’ Aids, la nuova malattia dei poveri che sta causando in questo continente la più devastante epidemia a memoria storica (700 morti al giorno solo in Kenya!). Se consideriamo che la patologia dentale è la più diffusa al mondo, in quanto colpisce il 95% della popolazione, vien da sé che il “mal di denti” è una pena aggiuntiva per chi è già martoriato da mille problemi di sopravvivenza.

APA, gruppo di volontariato odontoiatrico

In questo contesto, nel 1999 dopo anni di attività in Kenya come dentisti volontari, noi colleghi medici dentisti, insieme ad amici di vecchia data, abbiamo pensato di fondare un gruppo di volontariato odontoiatrico, una Onlus che abbiamo chiamato APA.
Queste tre lettere sono l’acronimo di Amici Per l’ Africa, ma “apa” è anche una parola che in lingua africana, lo Swahili, significa “giuramento”. Una felice coincidenza che richiama un patto di amicizia tra noi e l’ Africa, da più di dodici anni tradotto in un impegno nel portare la nostra presenza e professionalità a beneficio di popolazioni che hanno necessità di cure dentali, ma mancanza di mezzi per ottenerle.
Un giuramento per un impegno di amicizia fra odontoiatri e professionisti del dentale, che ha l’ambizioso proposito di coniugare professione medica e volontariato nel complesso mondo della povertà africana. Non un'associazione dalle idee grandiose che poi sovente non trovano realizzazione, bensì un gruppo agile e consolidato di amici, ognuno con un proprio ruolo, che non intende “far l’ elemosina” agli Africani, ma condividere tempo, mezzi, capacità professionali, con umile riguardo alle loro diversità e senza sensi di superiorità nei confronti di nessuno e tanto meno dell’ Africano.

Mentre nel mondo occidentale vi è abbondanza di dentisti
e di sofisticate tecniche di cura, in quello genericamente ancora definito “terzo mondo”, il ridotto numero di professionisti e l’elevato costo delle apparecchiature e dei materiali odontoiatrici, rendono di fatto impossibile la cura dei denti alla maggioranza persone. Si pensi che la percentuale di dentisti ammonta a 1 su 1.000 abitanti in Italia, mentre in Kenya, per esempio, scende drasticamente a 1 su 200.000, in prevalenza concentrati nelle grandi città.

Oggi lavoriamo in cinque ambulatori,
che sono ubicati alla periferia di Nairobi, a fianco delle baraccopoli di Kahawa e di Embul Bul, e in zone rurali del Kenya centro-settentrionale (Nkubu, Sagana e Isiolo). Si trovano all’ interno di strutture ospedaliere o di ambulatori missionari cattolici. Il centro di Nkubu, dove iniziò la nostra attività nel lontano 1992, da sette anni è stato ceduto all’ ospedale missionario di sua pertinenza, il Consolata Hospital. È ora sotto la direzione di un dentista keniano e di una suora del medesimo ospedale, che si è recata due anni nei nostri studi in Italia per acquisire le nozioni di odontoiatria di base, qual’ è quella richiesta in quei luoghi. Non intendiamo infatti lavorare soltanto in prima persona, ma cerchiamo di istruire personale locale che possa portare avanti l’attività anche in nostra assenza. Daniele Comboni, fondatore dei Padri Comboniani, più di un secolo fa e molto più autorevolmente di noi, sosteneva che “bisogna aiutare l’ Africa con gli Africani”.

Talvolta ci chiediamo quale significato possa avere il lavoro di noi dentisti nel tragico scenario di povertà e sventure di questi popoli. Ovviamente noi dell’ APA non ci siamo prefissati l’irragionevole obiettivo di ribaltare la situazione a favore dei più deboli, semplicemente non possiamo stare con le mani in mano ad assistere alla miseria di popoli e paesi, di cui abbiamo conosciuto l’inimmaginabile povertà e le continue privazioni. Ciò non di meno, quando pensiamo alle migliaia di persone che abbiamo curato in tutti questi anni e a coloro che beneficiano degli studi che abbiamo loro donato, oggi affidati a personale locale, allora ci rendiamo conto della validità del nostro operato, dimostrata anche dalle parole e dai gesti di riconoscenza dei nostri pazienti.

Da questa nostra lunga e mai conclusa esperienza, noi se non altro impariamo quanto piccoli siano in verità i nostri problemi davanti a chi non ha cibo per cibarsi, acqua per gli usi quotidiani, farmaci e ospedali per curarsi, scuole per imparare e non possa confidare sull’aiuto di nessuno. Persone tuttavia che generalmente accettano queste sventure con un’incredibile e toccante dignità che lungi da un’insulsa retorica dovrebbe esserci di insegnamento.

Chi fosse interessato a maggiori informazioni sui questi progetti ed eventualmente a collaborare, anche solo con proposte o consigli, può consultare il sito internet www.amiciperafrica.it. Per il momento, per quel che vale, voglio esprimere la mia stima e gratitudine ai Padri e alle Suore Missionarie e a ai tanti che ci aiutano nel nostro lavoro, sia in Italia che in Africa. Fra questi, al Sermig.

Andrea Moiraghi



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