AFRICA: VOCI DELL’ALTRO MONDO

Publish date 31-08-2009

by sandro


Hanno avuto grande spazio in questi giorni sui media le voci di Live 8, la grande kermesse musicale che sabato 2 luglio ha avvolto il pianeta, chiedendo ai Grandi del G8 di mettere fine alla povertà nel mondo.

a cura della redazione

1 parte ] [ 2 parte ]

Date: 14/06/2005 7.27 – 07.00
From: magdaline adhimbo Kasuku
Subject: For Nuovo Progetto!!!!


Con grandi fatiche e sacrifici sono riuscita a studiare, ho terminato un corso di giornalismo ed ora lavoro ad una radio cattolica. Sento che lo slum non si cambia dal di fuori, ma dal di dentro: per questo ho deciso di continuare a vivere qui, nonostante abbia trovato un lavoro.

Una volta trovato il tempo di rispondervi, è saltata la luce, poi il telefono si è rotto ed infine il computer non si collegava più: non è facile usare internet, spesso negli slum non si trova un solo computer! Oggi finalmente sono riuscita a connettermi e vi mando le risposte: scusatemi se sono un po’ in ritardo!

Quali sono i pensieri, i sogni, le aspirazioni di un giovane Keniano?
Molti giovani vorrebbero studiare, ma la maggior parte di loro si ritira. Quelli che finiscono la scuola superiore non possono proseguire perché non possono permettersi le tasse dell’università. Cercano lavoro, ma il lavoro è molto raro in questo Paese. L’alternativa è quella di sposarsi per le ragazze, e per i ragazzi di finire nella malavita a rubare e rapinare.

Cosa ti rende arrabbiata o frustrata?
Il livello di povertà in Africa nonostante le molte organizzazioni che lavorano per i poveri. Il cattivo governo dei nostri leader, i quali dimenticano di essere stati scelti dalla gente, diventano molto egoisti e pensano solo a se stessi.

Cosa ti aspetti per i prossimi 10 anni?
Trovare un lavoro pagato bene e scoprire la mia vocazione.

Quali sono le tue relazioni con persone di altra cultura, religione, provenienza?
Le mie relazioni con persone di altra cultura, religione, o di altre Nazioni sono buone: io credo nella forza di condividere nuove idee con queste persone, specialmente con chi sta fuori Africa. Ogni giorno della vita è fatto per imparare, e condividersi con gli altri è la cosa migliore che si possa fare per imparare.

Date: 01/06/2005 1.46 – 07.00
From: Herbert wamalwa nyukuri
Subject: questions from sermig - my answer


Quali sono i pensieri, i sogni, le aspirazioni di un giovane di Kabiria? E quali risposte trovano?
I sogni sono una buona istruzione, quindi un lavoro ben retribuito e poi un buon matrimonio. Inoltre la gente desidera vivere in pace con gli altri, in un ambiente dignitoso, libero da povertà e malattie, dall’AIDS, dalla fame. Vorremmo anche essere informati di ciò che avviene in terre lontane ad altri popoli. Vogliamo essere attivi e partecipi negli eventi della nostra società.
Le risposte molti di noi non le trovano mai. I nostri sogni e la realtà che viviamo sono molto differenti! La maggior parte di noi può avere l’istruzione, ma poi non trova lavoro. Molti muoiono di fame o per malattie. Ma c’è comunque speranza, molta speranza, specialmente tra i giovani.

Conosci qualcuno che ha scelto di lasciare il Kenya?
Certo, ne conosco molti! La maggior parte di loro hanno lasciato il Paese dopo aver concluso la scuola. Partono per l’America o l’Europa, sempre alla ricerca di una vita migliore, che l’Europa e l’America promettono. Alcuni di loro sono fortunati e hanno successo nelle nuove terre, e possono aiutare la famiglia che è rimasta a casa. Come la mia amica Lucy: è partita dopo la laurea e ora sta studiando per un master. Altri invece sono meno fortunati e finiscono nei giri della droga e in prigione.

Tu hai mai pensato di lasciare il Kenya?
Sì. Quasi tutti i miei amici stanno partendo, specialmente quelli con cui ero insieme all’università. La tentazione è forte. Perché non dovrei partire? Cosa mi trattiene? Ho un’ottima istruzione, ma non ho un lavoro. Perché ho sprecato tre quarti della mia vita faticando duramente per avere un diploma e poi finire ad essere disoccupato? In queste condizioni è molto difficile non pensare di lasciare il proprio Paese. Ma di nuovo ribadisco: c’è speranza! C’è speranza che le cose cambino.

Date: 02/06/2005 23.51 – 07.00
From: Stanley Didi
Subject: If you believe of what I am saying, do your own research


Se credi in quello che dico, fai la tua ricerca

In Kenya ci sono solo due categorie di persone: i ricchi e i poveri. Ho 26 anni, e l’esperienza e la responsabilità che ho maturato in vari gruppi e organizzazioni non governative mi aiutano a delineare la situazione in cui si trova il mio Paese. I principali problemi sono: i bambini di strada, la droga tra i giovani, la povertà, gli abusi sui bambini, l’AIDS, i conflitti etnici, la politica sociale ed economica.
Io mi occupo di dare voce ai bambini di strada e ai giovani, che rappresentano il 70% della popolazione. Organizziamo rappresentazioni teatrali, concerti, manifestazioni sportive, seminari: eventi che li sensibilizzano sui loro diritti e sul modo di manifestare i loro problemi. Tutto questo serve anche a rilanciare i loro valori culturali e morali.
La questione dei bambini di strada si è aggravata rapidamente nei Paesi del Terzo Mondo. Alcune recenti statistiche mostrano che in Kenya il 45% dei bambini vive sulla strada. Il governo non è stato in grado di controllare il fenomeno, e di conseguenza si è verificato un aumento della criminalità, della prostituzione, delle violenze sessuali e degli alloggi abusivi. Insieme ad altre ONG, cerchiamo di fare il possibile per recuperare questi bambini, attraverso una riabilitazione che comprende la reintegrazione in famiglia e la frequentazione della scuola e di centri specifici.
Il problema dei conflitti etnici è in crescita sia nell’area urbana che rurale, a causa principalmente dell’insicurezza sociale e della distribuzione dei terreni e delle risorse idriche. La questione viene affrontata in modi diversi con gruppi diversi, con programmi di scambio, eventi interculturali, festival musicali, matrimoni misti tra le tribù, manifestazioni per sostenere i valori morali delle varie comunità.
La povertà è considerata la madre di tutti i problemi: le statistiche mostrano che l’80% della popolazione africana vive al di sotto dei livelli di povertà. Questa è la grande sfida affrontata dalla società, e la nostra organizzazione ha deciso di dare il proprio contributo con la creazione di Attività Produttrici di Reddito (IGA) nei campi del teatro, della musica, del circo, dei giochi di ruolo, della piccola imprenditoria.
In Kenya l’intera popolazione di 32 milioni di abitanti è controllata dal 10% dei ricchi, i quali hanno tutte le intenzioni di mantenere lo status quo. Questa piccola minoranza controlla la politica e l’economia attraverso corruzione e false promesse, come la creazione di occupazione nella costruzione di infrastrutture, con fini puramente politici. Inoltre controllano le donazioni della comunità internazionale, perché sono loro ad avere voce in capitolo.
Personalmente, ho espresso la richiesta di elezioni giuste e imparziali, che prevedano la verifica che vengano soddisfatte sia le promesse che le necessità, che ogni elettore sia sostenuto dal governo, e che ogni angolo del Paese abbia uguale rappresentanza politica.
Credo che con l’aiuto di Dio tutto è possibile, e che un giorno la mia stella brillerà.

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