Pericolosa escalation…

Publish date 31-08-2009

by sandro


La guerra in Iraq continua con un carico di sofferenza e di morte sempre più alto.
Alle due stragi di civili a Baghdad si è affiancato il primo attentato suicida che ha falcidiato quattro marines.
Fonti militari irachene hanno dichiarato all’emittente del Qatar Al-Jazeera che
sarebbero pronti migliaia di kamikaze provenienti dai paesi musulmani.

... a cura del Sermig

 I raid aerei su tutto il territorio iracheno continuano incessanti e le forze della coalizione anglo-americana aspettano massicci rinforzi di uomini e mezzi.
La Cnn riporta una dichiarazione del generale Tommy Franks, comandante delle forze alleate in Iraq, secondo cui non ci sarebbero rallentamenti o pause nelle operazioni belliche; la guerra va avanti secondo i piani, le truppe della coalizione sono arrivate a 95 chilometri da Baghdad.
Il generale non esclude però che le operazioni possano continuare fino all'estate.
Sul fronte internazionale si sta verificando una pericolosa escalation con il coinvolgimento della Siria, accusata dall'amministrazione americana di fornire equipaggiamento militare agli iracheni. Il consiglio di sicurezza dell'Onu ha appena approvato all'unanimità un documento che sblocca la ripresa del programma "petrolio in cambio di cibo". Si tratta di un programma umanitario in vigore dal 1996, e poi sospeso il 17 marzo scorso, che consente di utilizzare i proventi della vendita del petrolio per sostenere con cibo e medicine la popolazione irachena provata dall'embargo e ora ancora più a rischio di catastrofe umanitaria a motivo della guerra in corso.
E' una iniziativa importante anche sul fronte delle relazioni internazionali perché rimette in gioco l'Onu in un'area dove per il momento contano solo i rapporti di forza. Purtroppo le autorità irachene per bocca del ministro dell'informazione Mohammed Saeed al Sahaf hanno rifiutato l'iniziativa delle Nazioni Unite. In Europa la Germania sta facendo una inaspettata inversione di marcia rispetto alle posizioni pacifiste prese all'inizio del conflitto. Oltre a concedere le proprie basi alla coalizione metterà anche a disposizione della marina anglo-americana speciali unità navali molto veloci con il compito di scortare le navi da guerra della coalizione da Gibilterra fino a Suez. Intanto i paesi europei si interrogano sul dopo guerra. Sono in gioco le relazioni con gli americani, il ruolo dell'occidente nei confronti del resto del mondo e la credibilità delle istituzioni internazionali.
Il Santo Padre continua con determinazione a lanciare appelli in favore della pace. Parlando ai vescovi dell'Indonesia ha detto che "Mai alla guerra deve essere concesso di dividere le religioni del mondo", aggiungendo poi che "non dobbiamo permettere che una tragedia umana diventi una catastrofe religiosa". Oggi all'Angelus il Pontefice si rivolge alla Madonna per chiedere "con accorata e fiduciosa insistenza la sua intercessione per la pace in Iraq e in ogni altra regione del mondo". Ci uniamo con convinzione alla preghiera del Papa; dove le iniziative umane sembrano non ottenere risultati può arrivare da Dio il dono della pace chiesto con fiducia e sincerità.

a cura del Sermig

 

 

 

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