Lettera agli amici - 27 ottobre 2013

Publish date 26-11-2013

by Ernesto Olivero

Cari amici,

tutti senza esclusione cerchiamo la felicità. Se non la troviamo, è perché la cerchiamo nel posto sbagliato, nel modo sbagliato. Ognuno cerca la “sua” felicità, e non pensa che non potrà mai essere felice da solo. Se ci guardiamo intorno, vediamo il deserto in cui la gente è costretta a vivere: solitudine di affetti e di relazioni; tanto, troppo dolore che opprime, i deboli che soccombono, i forti che spadroneggiano, i potenti sempre più potenti e i poveri sempre più poveri … E’ la storia dell’umanità, da sempre. Eppure anche in questo tempo Dio vuole che siamo felici e lo saremo se faremo felici gli altri, con Lui in noi. In questo tempo Lui vuole operare e può solo servirsi di noi. Lui la sua parte l’ha già fatta. Ci ha dato tutti gli strumenti, ci ha dato Se stesso, si è calato in noi. La nostra anima è la sua casa. E’ lì che si comunica e ci comunica Se stesso. Proviamo a metterci in comunicazione con la nostra anima. 

Anima mia, Tu sei la parte più intima di me, quella che sta con Dio, che conosce la speranza. Svegliati e svegliami! Aprimi gli occhi! Fammi guardare il mondo con gli occhi di Dio, fammi dire “no”. Se dirò no a chi distrugge, scoprirò la piccola luce che in me pronuncia il vero sì. Se farò esperienza di quel sì così mite e fermo, nel disastro che penso ormai inevitabile, si aprirà la piccola strada del possibile.

Anima mia, ricordami di chi ha fatto qualcosa di buono nella storia. Fammi imitare i santi, quelli che hanno avuto un’anima grande. Noi specialmente, noi che abbiamo detto sì a Dio, dobbiamo essere fortemente severi con noi stessi. Dimmi, anima mia, rimproverami. Chiedimi se sto facendo tutto quello che posso o se mi sono fatto incastrare nel mio piccolo dovere. Dimmi se guardo davvero in faccia l’altro, se lo ascolto davvero. Dimmi se non sono piuttosto un morto vivente, un ipocrita, che non può essere di esempio a nessuno.

Anima mia, scorticami, fammi vedere la misura della mia verità. Ci siamo promessi: prima gli altri poi noi. Lo facciamo davvero e sempre? Quello che diciamo è diventato o no carne e sangue da versare? Quel po’ di bene che possiamo fare lo facciamo per piacere o per dovere? E’ una differenza enorme. Ci regaliamo davvero a fondo perduto? Quali pretese nascondiamo nel chiuso del nostro rimuginare?

E infine chiedimi, anima mia, se prego davvero, se prego incessantemente, se non smarrisco mai la consapevolezza che da solo non posso far nulla, se sto attaccato alla mano della Madre di Dio, la prima dell’umanità a salire fino in cielo, il sostegno migliore sulla strada della felicità. Chiedimi se penso a lei e a Gesù ad ogni respiro che faccio. Anima mia, ricordami che solo la preghiera, questa preghiera, mi libera dalla paralisi dei pensieri negativi, mi fa amare l’altro indipendentemente da com’è, mi ricorda che l’altro con tutte le sue sgradevolezze sono io. Ricordami che se lo amo, mi amo. Se me ne prendo cura, ci guadagno in saggezza e intravedo la luce della felicità.

Anima mia, ribellati al mio chiudermi nel piccolo per dar retta alle mie paure. Scuotimi. Fammi gustare la bellezza che si respira quando il cuore si allarga e comprende tutta l’umanità e incredibilmente anche l’infinito di Dio, vera felicità.
E Tu, Mio Signore, che abiti la mia anima e le instilli amore anche nella durezza delle prove quotidiane, dammi la forza di assumermi le mie responsabilità in questo tempo, di portare la Tua Presenza nel mondo e di essere talmente credibile da poterTi trasmettere ai giovani e alla gente che oggi non crede più a nulla. Tu che sei il Vivente dammi la forza di portarTi alle persone con una tale passione da trasmetterTi ai giovani, ai figli dei nostri figli, perché siano loro i testimoni che incendieranno il mondo, siano loro a servire il Tuo Regno in mezzo a noi. Mio Signore, se i giovani fanno esperienza di Te, possono incendiare il mondo di Te. Fa' che anche attraverso i nostri giovani questo sogno possa realizzarsi già ora, non domani.

Cari amici,

chiedo ad ognuno di noi il senso della responsabilità delle parole che ascoltiamo. Il Signore, il Vivente ci ha dato questo tempo da vivere, parla attraverso le nostre parole e i nostri silenzi, si fa conoscere attraverso i fatti della nostra vita. Chiediamo la grazia di rendercene conto per poter fare ognuno di noi il suo possibile!
Tutti noi abbiamo detto un sì che ci sembrava irraggiungibile. In qualche momento della nostra vita tutti abbiamo scoperto in noi una forza non nostra, una forza che non pensavamo di possedere e possiamo darne testimonianza. Ma il Signore può fare molto di più in ognuno di noi, se Glielo permettiamo! Credetemi, lo stupore deve ancora trovare la sua vera casa in noi, per stupirsi e stupirci. Gesù ce lo dice: “Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre” (Gv. 14,12-13). Forse è il tempo di crederci, senza se e senza ma.

Un cuore nuovo ci aspetta qualunque sia il nostro passato e il nostro presente, se lo vogliamo. Benediciamoci a vicenda.

Con amicizia,

Ernesto Olivero

Torino, 27 ottobre 2013


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