La grande bontà

Publish date 04-02-2020

by Ernesto Olivero

Una mattina ho voluto farmi questa domanda: «Ernesto, qual è il versetto della Bibbia che ti fa più paura, quello che ti interroga di più?». E prontamente mi sono risposto: «Eravate sottomessi a divinità che in realtà non lo sono» (Dt 32,17). È un versetto che mi aiuta a capire perché oggi nella Chiesa c’è tanta confusione: perché molti hanno scambiato la verità di Dio con la propria verità, hanno ceduto alla tentazione di pensare che sia Dio a pensarla come loro.

Negli ultimi tempi stanno montando polemiche durissime tra molti che si dicono cristiani. Si è tentato addirittura di mettere un papa contro l’altro, Benedetto contro Francesco. La confusione è enorme e il rischio di una divisione nella Chiesa anche. Di fronte a queste situazioni dovremmo ricordarci sempre che solo Gesù è verità e che noi dovremmo essere non di parte, ma dalla parte di Gesù. La Chiesa non ha bisogno di fazioni, progressiste o conservatrici. Tanto meno di divisioni.

La Chiesa ha bisogno che noi entriamo in una normalità: rinascere ogni giorno dalla Parola sempre viva di Gesù. Gesù ha parole di vita eterna, ieri, oggi e sempre. Gesù è il Figlio di Dio, ieri, oggi e sempre e solo stare con lui ci dà la certezza che le forze non si confrontano. Si condividono! Se impariamo a farlo e a costruire partendo da questo, non vedremo più nell’altro un musulmano, un ebreo, un ateo, un nemico, ma solo un uomo o una donna che ci interpella, ci guarda negli occhi.

Vedremo un volto, una storia, magari una lacrima che chiede di essere asciugata, una storia terribile che vuole essere ascoltata, una vita difficile che può ancora aprirsi alla speranza. Mi ha commosso ascoltare Myassar, la mamma di due bambine che frequentano la nostra casa in Giordania. «L’Arsenale dell’Incontro ci ha aiutato a vedere il bello delle nostre figlie e ci ha ridato quella speranza necessaria per scoprire le loro potenzialità, per valorizzarle nelle loro vite come in quelle degli altri nostri figli».

Di fronte a questi sentimenti, mi convinco sempre di più che i piccoli possono fare cose grandi! Mi ha sempre affascinato l’immagine di Aronne e Cur che sostengono le braccia di Mosè alzate al cielo in preghiera durante la battaglia di Israele contro Amalèk, simbolo del male (Es 17,10-12). La trovo un’immagine efficace di ciò che la Chiesa potrebbe essere. Non abbiamo bisogno della visibilità delle polemiche, abbiamo sempre più bisogno della credibilità di gente che sappia volersi bene nonostante le divergenze di opinione e sappia sostenersi nella lotta per il bene. La gente oggi ha veramente fame di Dio. Anche se sembra indifferente alle vicende della Chiesa, in realtà ci osserva e attende ancora da chi si dice cristiano quei germogli di novità che potrebbero restituirle speranza. Vorrebbe ancora trovare nelle nostre comunità un fuoco che scalda, una serenità che la rassicuri in mezzo alla violenza di quest’epoca così tragica.

Noi possiamo essere quel pane che sfama gli affamati, chi è nella tristezza e nell’angoscia. Qualunque abito abbiamo, qualunque ruolo rivestiamo, possiamo essere donne e uomini di confusione, oppure donne e uomini di Dio. Le donne e gli uomini di Dio sono al nord come al sud, all’est come all’ovest. Certo, il mondo intorno a noi è davvero anche un mondo di lupi, ma io credo che una grande bontà possa disarmare i lupi.

Ernesto Olivero
Editoriale
NUOVO PROGETTO - Febbraio 2020

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