Il gioco spontaneo

Publish date 29-04-2019

by Arsenale della Piazza


Noi abbiamo visto dei bambini che stavano giocando e noi siamo meravigliati davanti alla capacità di creare dei bambini: giocano e si dondolano con una corda, rotolano sul suolo, si avviluppano in un tessuto, giocano a distruggere, a costruire. Noi li abbiamo visti giocare a nascondersi e aspettare di essere trovati; giocare alla strega, al lupo, a essere un supereroe, a guidare la macchina, a fare il cavaliere, il cantante, la ballerina. Giocano a interpretare dei personaggi dei cartoni animati, giocano a fare il papà, la mamma, qualcuno nutre un bambino, giocano a cucinare, a modellare, a disegnare, a dipingere, voi sapete tutto questo: il tempo del gioco spontaneo è universale, lo troviamo in tutte le culture, ecco l’universalità culturale dell’infanzia
La pratica psicomotoria si fonda sul gioco spontaneo del bambino, è un linguaggio specifico che lui ha per parlare di sé stesso, per parlare della sua storia. Il gioco spontaneo è essenziale, è fondamentale che sia in un’attività psicomotoria, è un insieme di sensazioni, di tonicità, di motricità, di emozione, di affetti, di piacere e anche di fantasmi arcaici, vissuti nella relazione corpo a corpo con l’oggetto maternante, cioè con le persone che si sono occupate di lui. Ma perché il bambino gioca spontaneamente? Io vorrei fare la differenza tra gioco libero e gioco spontaneo. Io sono molto favorevole al gioco libero del bambino nella natura, ovviamente accompagnato dai genitori, ma non è la pratica psicomotoria. 
La pratica psicomotoria si basa a partire dal gioco spontaneo del bambino e offre al bambino un quadro che gli permette di regolare il suo gioco spontaneo verso degli obiettivi di cui io vi parlerò rapidamente. Ma prima io vorrei rispondere alla domanda: come mai il bambino gioca spontaneamente? Il gioco spontaneo è una tappa fondamentale del percorso di crescita del bambino per diventare adulto. Non si può evitare, sia i genitori che gli educatori devono rispettare il gioco spontaneo del bambino, se no limitano le sue capacità di crescita psichica. Non dimentichiamoci che il gioco spontaneo è a servizio dell’essere in divenire. Il gioco spontaneo serve alla maturazione del cervello del bambino: ci sono delle scariche di ormoni celebrali, per esempio l’ossitocina, la dopamina, la serotonina, sono dei fattori di sviluppo di tutte le strutture celebrali.
Il gioco è vitale per il bambino, perché attraverso il gioco lui si rappresenta, lui rappresenta sempre una storia che ha passato, piacevole o non piacevole, una storia della sua infanzia vissuta con l’oggetto maternante, cioè la persona o le persone che si occupano del bambino durante la prima infanzia. E anche attraverso il gioco spontaneo, il bambino gioca la sua storia e gioca con piacere la sua storia, giocando con piacere il bambino si rassicura, si rassicura per detendere delle tensioni inevitabili, che sono causa poi di angoscia. L’angoscia è del corpo in tensione e tutti abbiamo vissuto delle tensioni durante la nostra infanzia, perché i bisogni fisiologici non vengono immediatamente soddisfatti. Ad esempio l’alimentazione: non arriva sempre subito quello che vogliamo. Ci sono delle attese che creano nel bambino delle tensioni e quindi delle angosce.
Ci sono delle cose che io ho chiamato giochi di rassicurazione: il piacere di giocare permette di attenuare le tensioni nel corpo del bambino, giocando a interpretare dei personaggi, lui dedrammatizza le situazioni dolorose, come mangiare, dormire… Giocando a interpretare dei personaggi lui diventa un altro: quando per esempio si identifica con dei personaggi favolosi, dei supereroi, è un altro onnipotente e afferma il suo esistere nella realtà di tutti i giorni, può incontrare la realtà se ha giocato. Perché il bambino gioca così tanto a interpretare dei personaggi? Perché gioca a diventare onnipotente? Per attenuare i dolori della vita, che sono vissuti come tensioni nel suo corpo. Il gioco spontaneo del bambino facilita il piacere di imparare, di apprendere.
Giocando il bambino condivide tantissime scariche emozionali con gli altri bambini e intrattiene con gli altri bambini la comunicazione. È un bisogno vitale comunicare, tanto quanto nutrirsi. Il gioco spontaneo aiuta i bambini a cooperare e facilita la socializzazione. Il comunicare si manifesta nel bambino con una domanda permanente verso l’altro, di stabilire una relazione con l’altro e di essere riconosciuto come un interlocutore privilegiato. La nostra esistenza nel mondo è co-esistenza. Giocare per il bambino è creare il meraviglioso per scappare dai tormenti della vita. Il bambino ha bisogno di sognare per liberare la sua vita interiore, ha bisogno di sognare per esempio per attenuare le difficoltà di fronte all’apprendimento che si pongono davanti a lui. Noi siamo toccati, entusiasti, di fronte alla priorità che viene data al gioco spontaneo nei bambini, quando vediamo dei bambini giocare, osserviamo della meraviglia, ci sorprendiamo per la loro generosità e l’abilità nel creare, nell’essere creatori. Il gioco è la forza della vita, è un canale che libera, come giocare col corpo, ai personaggi, a dipingere, a modellare, giocare con le parole… Tutto questo è gioco spontaneo e voi sapete che i bambini oggi giocano sempre meno: è grave...

Bernard Aucouturier

Dalla registrazione dell'incontro: "Come incontrare i bambini di oggi", organizzato dall'Associazione Crescere presso il Sermig-Arsenale della Pace, testo non rivisto dall'autore.

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