No alla confusione. La pace resta possibile

Publish date 20-11-2015

by Elena Goisis

Si dice che il dolore acceca. E spesso lo fa.
Che la rabbia annebbia il cervello. Ed è vero. Quando il male esplode, come è avvenuto venerdì scorso a Parigi (ma nei giorni precedenti in Libano, in Nigeria…), semina confusione. Nei ragionamenti, nelle priorità, nelle convinzioni. E la confusione è pessima consigliera.
Il primo modo per riprendere l’opera della pace è diradare la nebbia, riportare in piena luce dei fatti di speranza, e far sì che si ripetano. Perché è la luce che annulla il buio.

Martedì 17 novembre, all'Arsenale della Pace abbiamo voluto riaccendere una luce con una veglia di silenzio e preghiera. Tra gli altri contributi, ci siamo fatti aiutare dalla testimonianza di due ragazze poco più che ventenni. Una cristiana, una musulmana. Hanno detto poche, semplicissime parole.
Ma la loro presenza lì, sotto gli occhi di tutti, era un fatto. Reale, concreto, dirompente, più eloquente di mille analisi e previsioni. Un fatto di pace, un fatto di speranza. Un fatto che addita una via, per non cadere preda della confusione. E fa appello alla buona volontà di tutti. Per questo ve lo riproponiamo.

Veglia per le vittime della violenza


Testimonianza delle due ragazze

Veglia integrale



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