Mille ragioni per fare il bene
Publish date 14-09-2017
“Se cambio io il mondo cambia” non è lo slogan intimista di chi ignora la complessità delle relazioni nelle società contemporanee, ma la scelta di vita di chi sa che ci sono mille e più ragioni per fare il bene.
Ognuno di noi, e non è banale, ha una sola vita da vivere. Lunga o corta, ha la responsabilità di viverla in pienezza o in lamentele. Tutti noi, che ci crediamo o no, abbiamo un’eternità davanti. Abbiamo davanti una lunga vita, che sarà buona o cattiva: una volta entrati nell’una o nell’altra non ci sarà ritorno, sarà per sempre. Abbiamo mille ragioni per lamentarci. Fa carriera non il migliore, ma il raccomandato, chi vende fumo nel modo più abile, chi sa usare meglio gli strumenti della comunicazione per esaltare la sua immagine. Chi ci comanda, troppe volte lo fa per un suo interesse che gli porta ricchezza o prestigio e potere. Nello sport troppe volte vince chi è dopato. Non è difficile arrivare a mille di queste situazioni negative che non sono da fantascienza, sono vere. Ma “a me mi pare” - scusate la forzatura di linguaggio - che nessuna delle vere ragioni delle mie lamentele mi farà stare bene, farà stare bene gli altri, porterà speranza. “A me mi pare” che solo impegnandomi io a fare il bene, qualcosa di buono può capitare anche al mondo. Intanto capita a me. Se non parlo male degli altri non è una fesseria, se ricevo una confidenza e la faccio diventare un segreto, è una cosa giusta. Quando capirò, se lo voglio capire, che il bene incomincia da me, che anche il male e l’indifferenza cominciano da me? Quando imbocco questa strada tanta gente per bene, per tranquillizzarsi, mi dà dell’illuso, del sognatore, dell’utopista; intanto va a dormire con il fegato nero perché le tasse gli altri non le pagano, e gli altri sono i raccomandati e i mille di cui mi lamento. Una canzone che Mauro ed io abbiamo scritto si intitola “Se cambio io”. Capendo a fondo il messaggio di questa canzone troveremmo mille ragioni per fare del bene. Ma sovente ci fermiamo davanti alla ragione del male o a domande come: dove vado, dove mi fermo, mi farà stare bene o male? |
Ernesto Olivero |