Io da grande farò il kamikaze

Publish date 31-08-2009

by andrea


Quanto odio può avere immagazzinato un bambino di 12 anni?

di Ernesto Olivero

Non mi arrabbio spesso. Non perché sono buono, ma per libera scelta: ad arrabbiarsi si perde tempo e si perdono energie, e a me l’uno e le altre servono. Però talvolta succede. Una volta è stato quando mi sono trovato di fronte alla testa mozzata di un bambino di sei anni. Ce n’erano tante in giro. Ero in Rwanda. Quel giorno giurai a me stesso che sarei diventato indomabile per i bambini usati, violati, negati che ci sono nel mondo.

Anche mercoledì 22 novembre mi sono arrabbiato. O meglio, sono piombato in un’angoscia che continua a farmi compagnia. A Torino, nella mia Torino, abbiamo soccorso una donna con due bambini di 12 e 8 anni. Un disgraziato, uno dei tanti, aveva mollato la moglie e i figli sulla strada. Fin qui purtroppo non c’è niente di eccezionale. Quanti ne abbiamo soccorsi in queste condizioni durante questi anni! E quanti negli ultimi tempi. Anche se ogni volta l’angoscia ci prende alla gola, abbiamo imparato a non mostrarla, a non chiedere né chiederci perché dobbiamo solo soccorrere, riparare, difendere, curare, ricostruire. Abbiamo soccorso il mondo, in questi anni. Persone di 127 nazioni, compresa l’Italia naturalmente.

Accogliamo anche questa povera donna con i suoi figli, che ci distruggono la casa. Quando la mamma prova a fare la voce severa per sgridare il piccolo, apriti cielo! Il maggiore salta con violenza addosso alla madre, la picchia, la riempie di calci con i tacchi delle scarpe, incoraggia il piccolo a fare lo stesso.

Abbiamo guardato questo bimbo in faccia. Dodici anni, il fratello otto. Non un gesto, non una parola di pentimento. Con sfida, ha gridato all’indirizzo di sua madre parole che doveva avere sentito spesso gettarle addosso. Anche a noi ha gridato. Ha detto: “Mio papà mi ha insegnato come si fa con le donne. Che me ne frega a me. Io voglio spaccare tutto. Io da grande farò il kamikaze”.

Si dice mondo bestia. Mondo cane. Ma io alle bestie e ai cani non ho mai visto fare queste cose. Dovremmo dire mondo uomo.
Se due bambini piccoli picchiano la mamma, è finita per l’uomo. Sarà che per me la mamma è la persona più sacra nella mia vita. Mia mamma mi voleva bene. Aveva fiducia in me. Sarà per questo che quando mi hanno raccontato quella scena sono stato subito dalla parte della mamma.

“Io da grande farò il kamikaze”. Quanto odio deve avere immagazzinato questo bambino per dire così. Quanta violenza. Lui è il terminale di una catena di male e di mali che in parte abita l’uomo, sì, ma che risale alla fine alle decisioni dei governi. Non so quanti anni ancora devono passare prima che qualcuno che ha potere dica sul serio: fermiamoci, pensiamo, cambiamo rotta. Se no è finita, finita per l’uomo.

Ho imparato una frase che si è appiccicata alla mia vita: “Per salvare un bambino ci vuole un villaggio”. Non basta la famiglia, ci vuole un villaggio. Qua non c’è villaggio e non c’è famiglia. In casa abbiamo questi due bambini che avrebbero bisogno di due villaggi… e nel mondo ci sono milioni di bambini come loro, senza famiglia e senza un villaggio che insegni loro a vivere, ad amare, ad avere fiducia.

Senza villaggio, senza famiglia e senza decisioni sagge al vertice, l’unica prospettiva di questi bambini è fare il kamikaze: perché non gliene frega del mondo, anzi lo odiano. Perché non dovrebbero odiarlo? Il mondo li ha ignorati, negati, umiliati, violati. Loro crescono insieme alla voglia di fare altrettanto a chiunque incontrino.

“Io da grande farò il kamikaze”. A me l’angoscia non passa, non può passare, finché convivo con questa frase in testa. Solo perché preghiamo incessantemente noi qui possiamo continuare a svolgere il nostro lavoro. Ma io non basto. Noi non bastiamo. I nostri capi dove stanno?

Ernesto Olivero

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