Il futuro è qui

Publish date 25-05-2019

by Mauro Palombo

di Mauro Palombo - Il percorso di sviluppo umano integrale per le comunità Bajau dell’isola di Basilan, estremo sud delle Filippine, gli “zingari del mare”, è un progetto nato dalla lunga amicizia con don Renato Rosso, missionario tra i nomadi del mondo, e con la missione dei padri clarettiani: assieme, da tempo si lavora con costanza e impegno.
I Samal-Bajaus, uno dei gruppi indigeni che abitano il mare di Sulu, vivevano una condizione di isolamento, assai misera, precaria, ed emarginata. La chiave ancora una volta è la scuola: prima i bambini, poi gli adulti, facendo crescere persone per il ruolo propulsivo di leader, per il bene comune. Percorso lungo, ma, il solo in cui la comunità matura in sé energie e capacità per rinnovarsi e darsi un futuro.
Sono state coinvolte interamente 2.200 persone delle comunità Bajau di Maluso e 300 di Pangasaan. I più piccoli frequentano i corsi di pre-scuola, per poi accedere alla scuola primaria pubblica, con tutto il sostegno necessario. Sono ormai parecchi quelli che proseguono nella media e oltre, e alcuni all’università.
Il progetto punta a rafforzare l’identità Bajau, in una dimensione di comunità giusta ed armoniosa. Il metodo è la presenza in mezzo alla gente, dalla prima missione a Maluso, poi estesa alle altre più isolate comunità di Pangasaan, Teleman, Calle Subah e Lumah.

PescatoreContinue sfide da affrontare. Un percorso lungo, con successi e speranze, ma anche irto di continue sfide. Innanzitutto, la violenza nell’isola. Anni fa la guerra tra governativi e indipendentisti musulmani. La raggiunta autonomia porta un momento di calma, ma negli ultimi anni nuova esplosione della guerriglia: estremismo islamico, ma anche diffuso banditismo e pirateria. Una concreta minaccia per la gente, specie per le comunità più isolate, e chi con loro lavora – due operatori del progetto furono rapiti per due mesi. Ma i padri non hanno mai fatto mancare la loro presenza, anche nei momenti peggiori: la missione è presenza di pace che nel concreto vive e sostiene una pacifica e proficua convivenza tra cristiani e musulmani. Più recentemente sono sfruttamento del mare e cambiamento climatico a compromettere la già magra capacità di sussistenza delle famiglie, basata sulla pesca con tecniche tradizionali – fiocina e apnea – che non dà più nemmeno di quanto sfamarsi.

Trovare assieme nuove risposte. Il progetto si è quindi focalizzato nel ricercare assieme nuove possibilità; sostenibili, e compatibili anche con le esigenze di sicurezza. Per la pesca, il primo passo è stato creare per i pescatori un “mercato” più equo e ampio. Molti a lungo si sono dovuti rivolgere agli usurai per il sia pur poco necessario per lenze, esche…, vendendo poi a loro, svantaggiosamente, il pescato. Si è quindi avviato un programma di microcredito, spezzando un pesante circolo vizioso di sfruttamento, e dando autonomia. Il progetto si occupa ora anche della commercializzazione del pescato, acquistando a buone condizioni, conservando, e avviando a diversi sbocchi, inclusa l’alimentazione degli scolari assistiti.
Ma è necessario anche aggiornare i metodi di pesca, per recuperare produttività; per questo si sono studiate nuove tecniche, sostenibili e semplici, dando accesso alle attrezzature – gps, reti, essicazione.

Diversificare resta comunque imperativo. È il cambiamento più arduo, ma l’effettivo passo in più. A Maluso il progetto gestisce un negozio per fornire beni di prima necessità a condizioni buone; l’aiuto che ne viene alle famiglie, diventa lavoro e risorse da investire. Le donne Bajau provano la loro abilità nel lavorare fibre vegetali in borse e altri prodotti molto belli che ora trovano sbocco anche grazie all’e-commerce. Altre iniziative sono in partenza: dalla produzione di candele all’allevamento di pollame. Novità assolute per la gente ma adatte al contesto e alla portata, e che renderanno questi prodotti più accessibili. Sul pesce, inizia una svolta: allevare, oltre che pescare. Un’alternativa da cogliere, oggi nell’Asia sudorientale si mangia più pesce allevato che pescato. Si inizia con vasche a terra. In attesa poi, sicurezza permettendo, di passare a un diffuso lavoro su granchi e altro. Capacità per costruire, anche in modi nuovi, il necessario ad una vita autonoma, piena e degna.

Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo
IBAN: IT73 T033 5901 6001 0000 0001 481
Banca Prossima

Mauro Palombo
RE.TE.
Rubrica di NUOVO PROGETTO

This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok