Per i sogni non paghi un soldo

Publish date 16-11-2020

by Fabrizio Floris

Lui era nato nel quartiere popolare di Mirafiori, non conosceva la Fab­brica, si ricordava solo dei posti di blocco che impedivano alla sua mamma di portarlo a scuola. Mirafiori ai suoi occhi non era periferia, ma comunità in cui si sentiva protetto.

Eppure aveva smesso di sorridere quando da bambi­no aveva scoperto di avere i denti storti. Così li copriva con labbra sempre più fitte, ma quel fatto “fisico”, con gli anni, si era fatto interio­re: l’esteriorità era diventata interiorità. Conosceva tutti i mali del mondo, studiava tutte le statistiche sulla povertà, annotava tutti i morti di guer­ra e di mare, tutti i disastri ambientali e i cambiamenti climatici, ma più sapeva, più soffriva. Che c’era da ridere? Era come un ciclope: vedeva con un occhio solo. Possedeva la scienza senza la sapienza, il realismo senza la speranza, la rassegnazione senza la lotta. Come un pugile a braccia bas­se prendeva pugni in faccia e non era vino che invecchiando diventava più buono.

Lei, invece, non era di zona, ma era pazza di vita, si butta­va a capofitto nelle cause più disperate “perchè era così”. La sua casa pullulava di incontri con persone disperate, ma per lei c’erano ancora possibilità, perché la vita ha sempre un domani: un domani reale che incombe e ti macera, ma è sempre domani. E anche se passavano gli anni, diceva che erano i minuti a trasformare la vita.

Lei era bella, un volto giova­nile non segnato dagli anni, e lui si accorse subito che per vederla era necessario comin­ciare a chiudere gli occhi. Era bellissima, ma qualcosa dentro di lei era ancora più spettaco­lare.

Non si sa perché, né come mai si fossero incontrati den­tro quella scuola alla perife­ria della città. Si erano trovati attratti come poli opposti: come calcolo e sentimento. Lei salutista, lui onnivoro, lei loquace, lui taciturno, lui di­soccupato, lei impegnatissima. Per lui non c’era niente da fare, per lei non era mai abbastan­za. Per lei ci voleva una regola, lui era senza regole, per lei c’era bisogno di disciplina anche nella disperazione. Ma bisognava fare esercizio, almeno mezz’ora al giorno, di speranza.

Secondo lei per far germo­gliare la vita sulla terra serviva abbastanza poco: «per i sogni ad esempio non paghi un soldo». E su questo anche lui fu d’accordo.

Lei salutista, lui onnivoro, lei loquace, lui taciturno, lui disoccupato, lei impegnatissima.

Fabrizio Floris
NP Ottobre 2020

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