Torino 2006: sciopero della fame per il Tibet

Publish date 31-08-2009

by Claudio Maria Picco


Torino olimpica: Padden Gyatso, monaco tibetano, fa lo sciopero della fame per la libertà del Tibet e contro i Giochi Olimpici del 2008 nella Cina che non rispetta i diritti umani.


a cura di Claudio Maria Picco

Alcuni membri del Congresso della gioventù tibetana (TYC), insieme al Venerabile monaco Palden Gyatso -75 anni, detenuto politico per 33 anni nelle carceri cinesi- da lunedì 13 febbraio sono in sciopero della fame illimitato a Torino dove si stanno svolgendo le XX Olimpiadi invernali. Protestano contro l’occupazione illegale del Tibet da parte della Cina e invitano i Comitati Olimpici e gli atleti a boicottare i Giochi Olimpici di Pechino del 2008.
 Gli esuli e i profughi tibetani hanno iniziato lo sciopero della fame per richiamare l’attenzione dei paesi liberi su quanto accade nel Tibet occupato e lanciano un forte appello ai membri del Comitato Olimpico Internazionale e alla comunità sportiva perché la Cina rispetti i diritti umani nel Tibet e in Cina. Chiedono alla comunità internazionale di fermare il genocidio e di consentire alle Nazioni Unite di accertare con referendum la volontà dei tibetani di vivere liberi in uno stato indipendente. Reclamano inoltre l’immediata liberazione dei prigionieri politici e auspicano che la giustizia prevalga sull’ingiustizia.

Ernesto Olivero accogliendoli martedì sera all’Arsenale della Pace durante il tradizionale momento di preghiera per la pace, ha detto che: “L’odio fa del male prima di tutto a chi lo causa. Solo l’amore fa del bene e noi abbiamo scelto da sempre il bene e le difficoltà ci hanno fatto e ci fanno del male ma non ci hanno fatto mai indietreggiare. In questi giorni amici tibetani digiunano per la loro terra il Tibet, perché in Cina ci sia finalmente la libertà di credere e di non credere. Lo fanno in silenzio e noi sappiamo che non è il chiasso a mandare avanti la storia, sono le idee e gli ideali. Questa sera ho desiderato invitare il Venerabile Palden Gyatso, una persona molto buona che crede nella pace, crede nel rispetto e insieme ad altri giovani amici ne sta pagando di persona. L’ho invitato a portarci una breve testimonianza perché anche noi possiamo condividere il loro grande desiderio”.
Al temine dell’incontro gli ha donato la bandiera della pace del Sermig in cui la parola pace si stende sulle bandiere di tutto il mondo.

L’intervento del monaco tibetano ha raccolto l’attenta e commossa partecipazione dei presenti. “Ringrazio i miei fratelli cristiani. –ha detto Palden Gyatso- Questo istituto, mi ha dato il suo cuore e mi ha aperto la possibilità di per poter parlare davanti a voi. Forse alcuni già sanno dello sciopero della fame che tre di noi, stanno portando avanti da una settimana. La motivazione del nostro sciopero della fame è soltanto di voler rivendicare i nostri diritti, la nostra libertà che è una cosa, forse l’unica, che ci accomuna tra tutti gli esseri umani. Tutti vogliamo vivere da liberi. Il Tibet è un paese che è stato occupato dalla Cina nel 1950 e da allora il popolo tibetano è privo di diritti umani. In questa occasione delle olimpiadi abbiamo preso la decisione di richiamare l’attenzione del mondo sulla nostra situazione politica, e anche per protestare contro la scelta del comitato internazionale olimpico di dare il privilegio alla Cina di ospitare le olimpiadi nel 2008. Secondo me, quest’ultima, non merita questo privilegio perché lo spirito olimpico è spirito di fratellanza amicizia tra nazioni, libertà.

In Cina il popolo cinese stesso è privo di libertà, non c’è libertà di espressione, i diritti umani sono violati e anche il Tibet soffre per gli stessi motivi. Nel 2001 il comitato olimpico internazionale, ha detto che avrebbero osservato gli sviluppi della Cina nel campo dei diritti umani; ora,quindi chiediamo che venga mantenuta questa promessa. Noi non siamo contro le olimpiadi e neanche contro i cinesi. Il popolo cinese e tibetano, come tutti i popoli del mondo, sono la stessa famiglia. Tutti desideriamo la felicità, non desideriamo soffrire e vogliamo evitare la sofferenza.Ci pare, quindi, giusto rivendicare i nostri diritti: solamente questo stiamo chiedendo. Io ho 75 anni, 33 li ho passati nelle carceri tibetane. Quando avevo 28 anni ci fu una manifestazione pacifica contro l’invasione cinese durante la quale sono stato incarcerato.

La vita in prigione era terribile… terribile, impossibile anche solo da immaginare. Non voglio entrare nel dettaglio delle varie forme di tortura. Forse qualcuno ne ha sentito parlare leggendo la mia biografia, c’è un’edizione pubblicata in italiano. Quello che voglio dire è che il motivo che mi ha spinto a questo sciopero della fame, è la speranza di un sostegno da parte del mondo libero, da parte degli individui, da parte degli istituti a livello internazionale per appoggiare la nostra verità, unica arma che abbiamo. Quindi con questa speranza io ho deciso di venire qui pensando che questo possa sensibilizzare la situazione tibetana. Durante la tortura in prigione si usavano anche dei bastoni elettrici che mi venivano messi addirittura nella bocca, causandomi la perdita di tutti i denti e delle ferite sulla lingua. A volte ho pensato che noi esseri umani, tutti con la stessa identica natura di fondo, non saremmo mai arrivati a fare delle cose così atroci verso un altro essere umano.
Come è possibile che una persona riesca a fare delle così inumane torture quando, presa singolarmente, non regge neanche una puntura di un piccolo ago o spillo e rimane anche sorpreso da questa sofferenza e la vuole evitare a tutti i costi! La compassione nel cuore, sta scomparendo nella mente di queste “persone”, anche se in fondo al loro cuore spero che almeno qualcosa sia rimasto. Se vogliamo un futuro per la nostra umanità, un mondo migliore, dobbiamo coltivare la nostra vera natura di Amore.

In questo periodo in cui ci sono molte tensioni, venti di guerra tra le nazioni, ed una specie di “corsa agli armamenti”, c’è tanta paura. Credo che questo debba interrogarci, perché c’è sempre un motivo che ci porta a certe situazioni. Io personalmente credo che l’unica via sia l’Amore. Dobbiamo usare questa arma per creare un nuovo mondo in futuro. Credo che abbiamo la responsabilità di coltivare questo sentimento tra di noi, non limitarlo a noi stessi, ma espanderlo il più possibile verso gli altri; non soltanto amore ma anche fiducia verso altri. Questo è essenziale.
Quando abbiamo fiducia e amore, quest’ultimo possiamo espanderlo non solo a tutti gli esseri umani, ma anche verso tutti gli esseri intelligenti. Certi animali che normalmente non sono domestici, col tempo, se abbiamo verso di loro un atteggiamento amorevole, sono capaci di ricevere questo sentimento positivo. Olivero mi ha detto nella tenda che ci sono molti giovani qui.
Io sono d’accordo che il futuro di questo mondo dipende ed è nelle mani dei giovani, se questi scelgono però una via di non violenza di pace e amore invece che odio e violenza ed è importantissimo quello che fate qui, cioè coltivare pace e amore verso altri.

Io sono molto fiducioso nei giovani. Anche dove noi stiamo portando avanti lo sciopero, sono passati tantissimi giovani che sono venuti a portare tutta la loro solidarietà e mi hanno veramente impressionato perché in loro c’è una grande considerazione per una via non violenta nel risolvere i problemi. Ritornando a noi, non stiamo dicendo che vogliamo uccidere i cinesi, far del male a loro. No! perché loro sono come noi! Devono stare bene, ma dobbiamo stare bene anche noi! Quindi noi rivendichiamo solamente i nostri diritti. Oggi è l’8° giorno dello sciopero della fame e vista l’età faccio fatica anche a parlare. Voglio ringraziare soprattutto gli amici cristiani di averci invitato stasera e di averci dato la possibilità di spiegare quello che pensiamo realmente.
Vi ringrazio tanto per questo vostro invito.

deregistrazione non rivista dall’autore
a cura di Claudio Maria Picco

 Panchen Lama
ostaggio di Pechino

Gilles Van Grasdorff
Sperling&Kupfer
 Tibet
Il fuoco sotto la neve

Gyatso Palden,
Shakya Tsering
Sperling&Kupfer 2006
Link:
www.dossiertibet.it
www.tibetanyouthcongress.org

 

 

 

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