Sanpa continua

Publish date 27-03-2019

by Renzo Agasso

di Renzo Agasso - Presente e futuro della comunità di San Patrignano.
Sulla collina di San Patrignano, nei dintorni di Rimini, migliaia di ragazzi proseguono la quotidiana lotta contro la droga. Sono arrivati spezzati dalle sostanze. Vogliono uscire dal buco nero, per tornare a una vita degna. Molti ce la fanno, altri no. Ma la lotta continua, da quarant’anni.

Nell’occasione, sulla collina è salito il Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, mite, gentile e risoluto, ha detto ai ragazzi di Sanpa: «Questo è un giorno di festa per la Comunità di San Patrignano. In verità vi sono sempre ragioni di festa in una realtà come questa, nata da iniziative coraggiose, da una grande passione civile e da scelte di vita che hanno condotto a prendersi cura di persone in grave difficoltà, ad accompagnarle nella ricostruzione della fiducia in se stesse e di relazioni umane positive, aperte, coinvolgenti, favorendo il loro reinserimento nella società con energie attive e responsabili.

Ragazzi voi non siete qui soltanto per ricevere, ma anche per dare. Ciascuno di noi ha sempre molto da imparare dagli uni e dagli altri. Quarant’anni sono tanti. San Patrignano ha compiuto un lungo tratto di strada che permette di guardare con grande soddisfazione ai decenni passati, ai suoi risultati.
Naturalmente è una storia che impegna a guardare soprattutto al futuro, a continuare questa esperienza, questo impegno, questa straordinaria attività che la comunità svolge e continua a farlo con la stessa speranza, la stessa determinazione che ha contrassegnato questi quarant'anni.

Dobbiamo riconoscenza a chi ha aperto questa strada. Vorrei ricordare anche io il fondatore di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, e con lui tutti coloro che hanno costruito, sviluppato e fatto crescere questa realtà. Vorrei ricordare anche chi da San Patrignano è passato ed è ripartito libero da quel grave fardello che lo opprimeva. Desidero ricordare i collaboratori, i tanti sostenitori.

E ricordare anch’io, con molta riconoscenza, Gian Marco Moratti, impegnato in questa realtà con tanta dedizione e con grande discrezione. Qui si respira solidarietà e questo è un patrimonio del nostro popolo».
Gian Marco Moratti, il petroliere scomparso di recente, e sua moglie Letizia, da ricchi che erano – e che sono – si sono messi al servizio dei giovani tossici per mille week end. Hanno dato soldi, ma soprattutto l’anima e il tempo, non solo quello libero. Solidarietà è solo una parola, se non si veste di fatti.

Renzo Agasso
PEOPLE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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