MALTA: entusiasti, ma lontani da Bruxelles

Publish date 31-08-2009

by bruno


Alcuni pensieri “europei” di un amico di Giovanipace.org che ci scrive dall’isola di Malta, uno dei dieci nuovi Paesi dell’Europa a 25. “Sono semplici considerazioni, ma credo esprimano molto di quello che pensano e dicono i miei connazionali...

... Umberto Mulè (Malta)

Nonostante Malta sia una piccola isola, lungo i secoli fu sempre contesa fra i vari "visitatori", i primi decenni del XX secolo hanno visto un gran movimento; vari eventi hanno portato Malta verso la sua indipendenza e lo stabilimento della repubblica.

Sin dai banchi di scuola abbiamo appreso che Malta fa parte dell'Europa, anche se non del continente. Questo non ci ha impedito di allacciare rapporti più che buoni con i Paesi arabi, specialmente quelli nord africani e del resto del bacino mediterraneo.
Vari statisti hanno dimostrato che nonostante i limiti, geografici e di risorse materiali, i maltesi hanno molto da offrire e un carattere che aiuta il Paese a sviluppare rapporti e nuove idee.
Malta, però, è anche Paese mediterraneo, e come tale luogo di feroci polemiche politiche: la presenza per decenni di due soli grandi partiti ha fatto sì che in tutte le maggiori questioni di questi trenta o quaranta anni, il popolo fosse sempre diviso in due. E la questione dell'Europa non è stata da meno. É solo da qualche anno che esiste anche il partito dei verdi, che, se pur di non di grande influenza, ha aperto un po' la partita.
Dagli anni settanta, il partito Democratico Cristiano ha fatto sua la missione di portare Malta nell'Unione Europea. Occorre ricordare che è lo stesso partito che ha portato Malta all'indipendenza nel 1964. Chiamato il partito nazionalista, ha optato per un'inversione di rotta. Questo ha determinato un po' di confusione nel dibattito sul futuro dell'isola.
Sull'altro campo, il partito Laburista, ha come maggior punto nella lotta per il no (punto ancora oggi dibattuto) la neutralità e la salvaguardia della Costituzione, o per lo meno, il fatto di poter dirigere il Paese senza interferenza da Bruxelles. Il nazionalismo ha sua una ragion d'essere nell'ex colonialismo inglese: dopo anni di dominazione molti nutrono sentimenti fortissimi contro ogni forma di interferenza esterna.
La campagna referendaria e quella elettorale, hanno visto per la prima volta, molti esponenti, noti per essere del campo del no, schierarsi e testimoniare per il si (non col partito, ma per l'ideale), un movimento per noi sconvolgente, che ha sottolineato la crucialità della decisione.
Al referendum è passato con una percentuale per il si all'Unione pari al 51.7% (ha votato oltre il 95% degli aventi diritto). Questo risultato è stato consolidato con l'elezione tenutasi sei settimane dopo. Le strade si sono affollate di migliaia di persone in festa, e il Paese si è fermato per due giorni!
L'Europa, per molti, è un'opportunità unica di miglioramento, non solo del tenore di vita, ma anche nel disciplinare maggiormente la gestione del pubblico. La maggior parte dei giovani, inoltre, è entusiasta di poter studiare e lavorare nei paesi europei, nonché di contribuire nei vari campi di specializzazione.
Molti di coloro che seguono ciò che accade nel campo delle trattative, sono stati delusi dai vari "colpi bassi" inferti ai Paesi più piccoli nella preparazione della nuova Costituzione europea, e questo è successo immediatamente dopo che si è firmato il trattato lo scorso aprile, quando i Paesi non sono ancora ufficialmente membri. É preoccupante il fatto che certe leggi, passate a Bruxelles, possano già avere la precedenza su quelle dei governi nazionali.
Il progetto Europa sembra avere due correnti sovrapposte. La corrente della solidarietà, e quella del potere. Parlando con la gente, si può constatare come l'Unione abbia tanti pregi e vantaggi. É un progetto che alimenta speranze, ma a mio parere non è già un bel segno, il fatto che ci sia tanta riluttanza ad includere il richiamo alle radici cristiane come parte essenziale della nuova Costituzione. Nonostante tutto ciò che viene detto dai media, ciò che conta è davvero osservare, vigilare quello che accade a Bruxelles!.
Umberto Mulè (da Malta)

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