Lo sguardo di Gesù rivolto alle donne

Publish date 31-08-2009

by laura e giancarlo


Nel Vangelo l’atteggiamento di Gesù verso le donne si presenta come una novità sorprendente. Egli, con somma libertà da ogni pregiudizio, dimostra per esse una stima e un amore senza limiti.

di Anna Maria Cànopi OSB

madonna.jpg
Il primo volto di donna su cui si apre lo sguardo di Gesù è quello di Maria, sua Madre: icona della pura bellezza verginale e della tenerezza materna. Contemplando questo volto, il Verbo Incarnato poteva ancora sentirsi in cielo.

Poi incontrò il volto delle fanciulle di Nazareth, semplici e gioiose nei giochi sulle piazze e presso la fontana. Quante ne incontrò? Divenuto adulto e Maestro itinerante, alcune lo seguirono con generosa dedizione per servire lui e i suoi apostoli.
Chi può dire quale fu lo sguardo di Gesù sulla vedova di Naim che, piangente, seguiva il feretro del suo unico figlioletto portato alla sepoltura? Egli glielo risvegliò dal sonno della morte e glielo ridiede mutando così le materne lacrime in sorriso.

Presso il pozzo di Giacobbe, nella campagna di Samaria, incontrò “la donna dai molti mariti” e proprio con lei, la spregiudicata, fece il discorso dell’acqua viva, della grazia che trasforma la vita. E di una donna che dava samaritana.jpgscandalo fece un’annunziatrice capace di attirare altri alla fede nel Messia presente.
Anche la donna greca, di origine siro-fenicia, venne ascoltata da Gesù che – dopo averla messa alla prova – ne ammirò la fede e ne liberò la figlia dal cattivo spirito che la tormentava. Così avvenne pure per la donna che nascostamente toccò il mantello di Gesù per essere guarita: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male» (Mc 5,28-34).

E il penetrante sguardo di Gesù sulla donna condotta davanti a Lui e accusata da molti per tentare Gesù stesso? «Mosè nella Legge – gli dicevano – ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?» (Gv 8,5). Sappiamo come rispose Gesù e come – dopo che tutti se ne furono allontanati perché anch’essi tutti peccatori – rivolse alla pubblica peccatrice il suo sguardo colmo di pietà: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?… Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,10-11).

In analoga atmosfera – durante il pasto in casa di Simone fariseo – avvenne l’incontro di Gesù con la peccatrice che gli bagnava i piedi di lagrime e glieli asciugava con i lunghi capelli cospargendoli di olio profumato. Per i commensali-bene era un vero scandalo! Ma Gesù guarda in ben altro modo quella spregevole “specie di donna” e, riconoscendone il sincero pentimento e il molto amore, l’assolve davanti a tutti: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato… La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!» (Lc 7,36-50).

Un posto tutto speciale ebbero poi nel cuore di Gesù le sorelle di Lazzaro, l’amico nella cui casa di Betania il Maestro poteva sostare e ristorarsi (Lc 10,38-42; Gv 12,1-8).
Lì il premuroso servizio di Marta e l’ascolto contemplativo di Maria profumavano tutta l’atmosfera di fragrante familiarità. Con queste due squisite sorelle Gesù condivise pure le lacrime per la morte del fratello. Ad esse, compiendo il miracolo di richiamare Lazzaro dal sepolcro, si rivelò non solo nell’intensa tenerezza del suo cuore umano, ma anche nella potenza della sua natura divina: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…» (Gv 11,25).
Da Maria, durante un’ultima cena a Betania, Gesù ricevette la sovrabbondante unzione di nardo, presagio della sua imminente morte e sepoltura. E a chi osò criticare il gesto della donna rispose facendone l’elogio della gratuità (cf. Gv 12,1-8).
incontro.jpg
Anche lungo la salita al Calvario lo sguardo di Gesù pieno di compassione s’incontrò con quello delle donne che facevano il “compianto” su di Lui e che si videro invece da Lui loro stesse compiante per la tragica sorte che sarebbe toccata ai loro figli (cf. Lc 23,26-31).

Ma l’ultimo volto che Gesù guardò dall’alto della croce, prima di chiudere gli occhi alla dolce luce di questo mondo, fu – come alla nascita – quello di sua Madre. Quale struggimento!
Gli occhi del Figlio s’incontrarono con quelli di Maria attraverso il velo delle lacrime nelle quali era raccolto il dolore di tutta l’umanità di ogni tempo…

E infine all’alba del terzo giorno, nella pura luce della vita nuova, ecco lo sguardo e il sorriso di Gesù rivolto alle donne che per prime si erano recate al sepolcro con gli aromi: Maria di Magdala (cf. Gv 20,11-18) e le altre devotissime donne (cf. Lc 24,1-8), alle quali Gesù affidò il primissimo annunzio della sua risurrezione. Ma certamente la più consapevole e presente al Risorto fu ancora Lei, la Vergine Madre. Meraviglioso disegno del Padre! Egli volle che il Figlio, entrando nel mondo, aprisse gli occhi sulla più bella creatura nella quale era già presente tutta la Chiesa – la Sposa – nel suo immacolato splendore di santità realizzata nell’amore, e volle pure che, prima di chiuderli sulla croce, raccogliesse dallo sguardo tenerissimo della Madre la consolazione di cui tutta l’umanità sofferente aveva ed ha sempre bisogno per essere rigenerata nella grazia.

Per questo non è certamente eccessivo affermare che in nessun altro libro come nel Vangelo è riconosciuta alla donna una così alta dignità e le è affidata una così grande missione.

Anna Maria Cànopi OSB
da Nuovo Progetto marzo 2006

This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok