Le sfide dell’integrazione

Publish date 17-09-2016

by Samir Khalil Samir

di Samir Khalil Samir, da Asianews.it - Europa e terrorismo. Nel mondo arabo si dice che dietro a tutto vi siano l’Arabia saudita e il Qatar. All'inizio della sua storia, tale movimento fondamentalista era per distruggere la componente sciita in Iraq e in Iran. Poi è diventata una lotta contro tutti. Nel caso della Germania, tutti sono stupiti: ha accolto un milione e più di migranti e li tratta piuttosto bene. Un centro di rifugiati vicino a casa mia funziona molto bene: i bambini vanno a scuola, ricevono sovvenzioni, gli adulti vano a scuola di tedesco la sera…

Il cambiamento repentino fra questi giovani è una novità. Ora la critica verso Angela Merkel è fortissima e tutti la criticano per la sua generosità nell'accoglienza. Forse la situazione sta cambiando: finché erano poche migliaia, l’integrazione era qualificata. Ora che i rifugiati sono diventati centinaia di migliaia, forse il programma di integrazione non tiene più. Tanti tedeschi dicono che è in crisi il progetto di integrazione perché il numero dei migranti è stato troppo grande. Voglio dire però che paragonandola con il resto dell’Europa, la Germania era davvero un modello nello sforzo di integrare gli immigrati. E ancora oggi la soluzione è l’integrazione, non il rifiuto dei migranti.

Purtroppo l’islam fa fatica a integrarsi perché ha una cultura in molti punti opposta a quella attuale dell’occidente. Dal punto di vista religioso, sociale, dei rapporti uomo-donna, in rapporto al mangiare… è un sistema completo. Che la religione sia diversa, questo non è un problema. Ma il fatto è che nell'islam la religione è legata a un sistema politico, sociale, culturale, storico, di costume, che influenza tutto: il vestire, il dar la mano a uno o all'altra, le relazioni sociali… Sono così tante cose che rendono difficile assimilare le idee dell’occidente. In passato, quando vi erano nordafricani che arrivavano in Europa, essi erano già un po’ secolarizzati, o perché avevano subito la colonizzazione francese e per lo stile imposto dai loro capi (in Tunisia e in Algeria), o perché erano berberi, etnie locali che si rifiutavano di definirsi arabi.

Oggi invece, l’influsso radicale e islamista che propone un mondo diverso in tutti gli aspetti, rende l’integrazione molto più difficile. Se si mantiene la posizione islamista (Fratelli musulmani, salafiti…) l’integrazione è difficile. Ma se si accetta di essere musulmani aperti, che vogliono anche imparare dalla società occidentale, allora è possibile. Una volta era così: la società occidentale era considerata un modello per lo sviluppo e l’emancipazione. Oggi invece è il contrario: per molti musulmani la società occidentale è da rigettare. E intanto si crea un nuovo modello islamico o islamista (fondamentalista).

Per il nostro secolo questo è un grande conflitto. Si deve anche avere il coraggio di dire anche che l’islam ha elementi di violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Se invece si continua a dire che “l’islam è una religione di pace”, creiamo solo confusione e mistificazione. (…) Fra i politici c’è una perdita del senso morale, dato che sono disposti a tutto pur di accumulare voti. E c’è anche un pizzico di ignoranza: nessuno direbbe che nel Corano non vi sono versetti violenti! Ignoranza e perdita di senso morale sono una miscela esplosiva.







Rubrica di NUOVO PROGETTO

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