La mia forza

Publish date 10-08-2012

by andrea

di Andrea Macrì - La testimonianza di Andrea, 19 anni: la paralisi alle gambe dopo un incidente. La disperazione vinta grazie allo sport e a un sogno da realizzare: le paraolimpiadi. Quando si parla di sport, la prima cosa che viene in mente quasi sempre è la passione. È vero! Lo sport ti trasmette passione, ti permette di viaggiare e di conoscere tantissime persone con cui condividere un tratto di strada. Ma a volte, lo sport rappresenta anche una via di uscita. A me è capitato. Prima dell’incidente e di quel giorno terribile, fare sport per me significava andare in piscina un paio di volte la settimana e magari fare un salto in palestra. Ora invece, tutto è cambiato: lo sport è diventato qualcosa di importante, riempie le mie giornate, mi fa viaggiare così tanto da tenermi lontano da casa anche per delle settimane.

Tutto è iniziato nei miei nove mesi di ricovero all’unità spinale del Cto di Torino, dove ho incontrato anche il mio maestro di scherma, Andrea. Durante le fasi di riabilitazione, infatti, erano previste alcune ore di sport-terapia, che in quel periodo consistevano nella scherma in carrozzina, nel canottaggio e nel tennis. Una volta uscito dall’ospedale non mi sono più fermato e ho cominciato a praticare anche l’hockey su ghiaccio. In questi due anni, ho scoperto così come lo sport possa trasformarti e possa cambiare in poco tempo le priorità della tua vita. Il regalo più grande che la scherma e l’hockey mi hanno fatto è semplicemente un sogno da raggiungere: le paraolimpiadi.

Tutti sanno che senza obiettivi nella vita non si va molto lontano, ma quando un obiettivo invece ce l’hai ed è qualcosa di immensamente importante, allora tutto cambia. Prove di coppa del mondo, raduni, campionati europei, campionati del mondo e infine loro, le paraolimpiadi: tutte queste cose insieme richiedono davvero tantissimo impegno e soprattutto moltissimi sacrifici, per se stessi e a volte anche per la propria famiglia. Ma tutto viene ripagato dall’esperienza. Non serve, infatti, una medaglia per farti capire di aver intrapreso la strada giusta, ma anche un semplice momento, magari passato insieme alla squadra: un attimo che ti dice che è davvero quello il tuo posto.

Del resto, non cercavo altro. Dopo l’incidente, l’obiettivo era cercare di uscire da quello stato di tristezza e disperazione. La cosa di cui avevo più bisogno era trovare la forza per ricominciare tutto da capo, da solo o insieme a qualcuno, una dimensione che ti fa scoprire un lato della vita che forse non avresti mai potuto capire. Penso che sia stata proprio questa forza a farmi vincere nello stesso anno ben due medaglie in due campionati europei differenti (oro nell’hockey e bronzo nella scherma) e spero davvero di poterla sfruttare ancora molto, magari per raggiungere il sogno delle paraolimpiadi. Al di là degli obiettivi, lo sport mi ha già dato tanto. Quello che dico sempre a chi mi chiede per quale motivo continui a fare due sport ad un livello così alto, è che nella vita non bisogna mai abbattersi, ma cercare di sfruttare al massimo tutto il tempo che ci è concesso in un modo utile e piacevole allo stesso tempo. Io l’ho capito sulla mia pelle. Dalla mia storia ho imparato quanto sia terribilmente difficile conoscere cosa ci attende nel domani.

Per conoscere la squadra di Andrea: lamerotanti.org

NPSpecial – Riparatori di Brecce 7/8
Nel mondo di oggi si è approfondita una frattura tra uomo e Dio, tra politica e gente comune, tra giovani e adulti. Non è questo il mondo che vogliamo. Serve un cambiamento di rotta. Quando non si riesce più ad essere credibili, a dire una parola decisiva, quando anche le guide sono cieche, è tempo di guardare più alto e più lontano, è tempo di non fermarsi alla denuncia ma di “restituire”, è tempo di tornare a far vivere la profezia, è tempo di riparare le brecce. Non come tappabuchi, ma come ricostruttori di vita, di una vita piena di dignità. Il mondo si può cambiare!

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