La fine è vicina

di Andrea Gotico - Un numero inquietante di pallottole sta girando nei notiziari di tutto il mondo. Si spara a Tolosa e a Torino, per non parlare di Bagdad, Kabul e Rio de Janeiro. La cosa che più mi rattrista sono i figli rimasti senza padre e madre a causa di quelle pallottole. Non mi dò pace pensando che chi ha premuto quel grilletto ha avuto probabilmente un padre e una madre, e che forse da quel padre e quella madre è stato anche amato. Tutto lá fuori sembra farci credere che sia davvero giunta la fine del mondo e che, forse, in buona parte ce lo meritiamo. Nonostante questo c’è una fetta di mondo che continua a spendere le proprie energie per costruire grattacieli e trafori, che continua a sognare la notorietà come se fosse l’unica cosa che conta, che produce programmi televisivi che non si riescono neanche a commentare per quanto sono... (davvero… ditemelo voi).

Camminando per le strade - lo so, quel che sto per dire è un chiaro sintomo d’invecchiamento – si vedono cloni di cloni di sacchi vuoti. Quei sacchi vuoti di cui sono pieni gli schermi e i manifesti, sono diventati ormai da troppi anni l’esempio da seguire. E, santa polenta, vengono seguiti! Milioni di followers (seguaci n.d.r.). C’e una parte di mondo che va avanti fino ad esaurimento scorte. Non si chiede cosa accadrà dopo e forse non immagina nemmeno che gli scaffali stanno per vuotarsi. Si accontenta di dire mi piace la pace nel mondo, così come piace Katy Perry.

Tutto questo mi ricorda una frase di mio nonno: “Abbiamo viaggiato ragazzo, ma non siamo migliori di chi quel viaggio non l’ha fatto!”. Ed è proprio così. Pensando a queste cose capisco solo che la fine è vicina prima di tutto per me. Però... e in questo però c’è tutta la speranza che conosco. Io credo ancora nei grattacieli. Per me non sono né torri di Babele, né centri di potere, sono come i totem… mi fanno guardare in alto. Quello che c’e dietro o dentro è responsabilità altrui.

Orzata con Latte – Rubrica di Nuovo Progetto